Il progetto di riqualificazione dell’ex scalo ferroviario di Porta Genova a Milano prevede come primo punto la ridefinizione del grande vuoto urbano che si costituirà in seguito alla dismissione totale del tracciato di binari che storicamente collegavano la stazione passante di San Cristoforo a quella di testa di Porta Genova. L’area dello scalo ferroviario per gran parte della sua lunghezza procede parallela al Naviglio Grande, l’importante infrastruttura storica che giungendo dalla bassa pianura irrigua culmina nella Darsena e che, allo stesso tempo, divide e unisce questa parte di città. Lo sviluppo urbano dell’area, nella sua complessa evoluzione storica, ha portato alla formazione di tessuti eterogenei sia dal punto di vista funzionale e che da quello morfo-tipologico. Il progetto alla scala urbana si propone quindi un duplice obiettivo. Da un lato la riconnessione delle diverse parti di città, grazie ad un intervento architettonico basato sull’idea di ridefinizione di un margine e di permeabilità dello stesso. In secondo luogo l’unificazione e la definizione interna dell’area tramite la creazione di un parco lineare che si propone di riconnettere anche le aree verdi adiacenti, partendo da Parco Solari fino al parco Agricolo Sud, seguendo l’ex tracciato ferroviario. La collocazione stessa degli edifici costruisce il margine del parco, consolidando ulteriormente l’infrastruttura verde. A livello urbano il rapporto che si viene a creare tra il tessuto e lo spazio pubblico si adatta alla complessità dell’area e procede con un ritmo costante all’interno del quale si definiscono alcuni nodi fondamentali. Tali nodi concorrono a risolvere le relazioni con la città e contribuiscono a ridefinirne le specificità urbane. I due blocchi di edifici residenziali che definiscono il margine inferiore e superiore, seppur nella stessa logica planimetrica, adottano soluzioni differenti dal punto di vista tecnologico, in quanto collocati in ambiti con connotazioni diverse. La forte connessione con il contesto costruito suggerisce infatti una soluzione a telaio per il blocco settentrionale, mentre si adotta un principio scatolare per il blocco sul naviglio. In particolare in quest’ultimo edificio, la scelta di un elemento frontale lungo l’alzaia prosegue con continuità la logica del costruito esistente. Sull’alzaia si definisce un fronte residenziale dotato di servizi e commercio che, permettendo l’accesso al parco grazie ad alcuni passaggi, produce una successione dinamica di spazi. Anche l’involucro degli edifici definisce una relazione stretta con i due fronti: sul Naviglio si apre e diventa leggero, adottando un sistema modulare di facciata continua, mentre verso il parco rimane un volume più compatto. L’intervento a larga scala potrebbe esser paragonato a un’infrastruttura urbana ripetibile, ma la sua forza e particolarità sta soprattutto nelle relazioni tra gli ingranaggi che lo compongono. Questa duplice lettura mostra come alla base ci sia un approccio che mira a controllare il progetto in maniera coerente in tutte le sue parti e a tutte le scale, a partire dal rapporto fra pubblico e privato, passando per l’attacco a terra, arrivando alla disposizione degli alloggi e alla scelta dell’involucro. Si è cercato quindi di affronta i temi dell’abitare contemporaneo tenendo conto delle problematiche e delle opportunità che la moderna tecnologia, i nuovi modi di costruzione e la riscoperta di materiali tradizionali, stanno offrendo.

Margine costruito. Urbanizzazione del fronte del Naviglio Grande a Porta Genova

LONGONI, ANNA
2014/2015

Abstract

Il progetto di riqualificazione dell’ex scalo ferroviario di Porta Genova a Milano prevede come primo punto la ridefinizione del grande vuoto urbano che si costituirà in seguito alla dismissione totale del tracciato di binari che storicamente collegavano la stazione passante di San Cristoforo a quella di testa di Porta Genova. L’area dello scalo ferroviario per gran parte della sua lunghezza procede parallela al Naviglio Grande, l’importante infrastruttura storica che giungendo dalla bassa pianura irrigua culmina nella Darsena e che, allo stesso tempo, divide e unisce questa parte di città. Lo sviluppo urbano dell’area, nella sua complessa evoluzione storica, ha portato alla formazione di tessuti eterogenei sia dal punto di vista funzionale e che da quello morfo-tipologico. Il progetto alla scala urbana si propone quindi un duplice obiettivo. Da un lato la riconnessione delle diverse parti di città, grazie ad un intervento architettonico basato sull’idea di ridefinizione di un margine e di permeabilità dello stesso. In secondo luogo l’unificazione e la definizione interna dell’area tramite la creazione di un parco lineare che si propone di riconnettere anche le aree verdi adiacenti, partendo da Parco Solari fino al parco Agricolo Sud, seguendo l’ex tracciato ferroviario. La collocazione stessa degli edifici costruisce il margine del parco, consolidando ulteriormente l’infrastruttura verde. A livello urbano il rapporto che si viene a creare tra il tessuto e lo spazio pubblico si adatta alla complessità dell’area e procede con un ritmo costante all’interno del quale si definiscono alcuni nodi fondamentali. Tali nodi concorrono a risolvere le relazioni con la città e contribuiscono a ridefinirne le specificità urbane. I due blocchi di edifici residenziali che definiscono il margine inferiore e superiore, seppur nella stessa logica planimetrica, adottano soluzioni differenti dal punto di vista tecnologico, in quanto collocati in ambiti con connotazioni diverse. La forte connessione con il contesto costruito suggerisce infatti una soluzione a telaio per il blocco settentrionale, mentre si adotta un principio scatolare per il blocco sul naviglio. In particolare in quest’ultimo edificio, la scelta di un elemento frontale lungo l’alzaia prosegue con continuità la logica del costruito esistente. Sull’alzaia si definisce un fronte residenziale dotato di servizi e commercio che, permettendo l’accesso al parco grazie ad alcuni passaggi, produce una successione dinamica di spazi. Anche l’involucro degli edifici definisce una relazione stretta con i due fronti: sul Naviglio si apre e diventa leggero, adottando un sistema modulare di facciata continua, mentre verso il parco rimane un volume più compatto. L’intervento a larga scala potrebbe esser paragonato a un’infrastruttura urbana ripetibile, ma la sua forza e particolarità sta soprattutto nelle relazioni tra gli ingranaggi che lo compongono. Questa duplice lettura mostra come alla base ci sia un approccio che mira a controllare il progetto in maniera coerente in tutte le sue parti e a tutte le scale, a partire dal rapporto fra pubblico e privato, passando per l’attacco a terra, arrivando alla disposizione degli alloggi e alla scelta dell’involucro. Si è cercato quindi di affronta i temi dell’abitare contemporaneo tenendo conto delle problematiche e delle opportunità che la moderna tecnologia, i nuovi modi di costruzione e la riscoperta di materiali tradizionali, stanno offrendo.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/119092