All'interno della complessa conurbazione pedemontana, la rete ecologica e il sistema delle infrastrutture rappresentano i principali elementi di relazione e di continuità. In questo quadro la Goccia di Bovisa occupa una posizione nodale: si colloca a nord di Milano, in un punto di contatto tra la città e l'area metropolitana; vi convergono le principale linee di trasporto pubblico, a scala locale e regionale; costituisce un vuoto strategico all'interno di un'area già densamente utilizzata e costruita. Bovisa appartiene a un sistema di siti in corso si trasformazione (Expo, Scalo Farini, Porta Nuova) che, attraverso una pianificazione coerente, possono comporre un nuovo scenario: una concatenazione di spazi verdi che lega il centro della città ai suoi margini. L'area della Goccia, inaccessibile nelle ultime due decadi, è stata teatro di un significativo processo di rinaturalizzione: si presenta oggi come un bosco spontaneo di 42 ettari, con oltre 2500 alberi di alto fusto, in cui natura e archeologia industriale sono in costante interazione. Allo stesso tempo l'alto livello di contaminazione compromette la possibilità di conservare questo patrimonio per intero. Il progetto interpreta il carattere di quest'area e si delinea come un possibile punto di incontro, tra conservazione e bonifica, tra le richieste dei cittadini che abitano i quartieri attigui e le prospettive della proprietà, il Comune e il Politecnico di Milano. Il cuore urbano del masterplan è Il parco. Il progetto incorpora e metabolizza le strutture della precedente attività produttiva, che vengono trattate come imponenti objets trouvèe; conserva le aberature più significative, integrate con 1700 alberi di nuovo impanto; costruisce i margini del parco attraverso un programma differenziato di attività, nuovi spazi per il Politecnico, residenze, edifici per la cultura e per lo spettacolo. Intessuto di presenze culturali, il parco assolve a un ruolo infrastrutturale, di collegamento tra parti e livelli della città. La complessità del programma serve diversi scopi: attrarre users dai quartieri vicini e dal territorio oltre Milano; raggiungere un'elevata mixitè sociale e funzionale; presidiare il parco per renderlo vivo e frequentato e, attraverso la continua interferenza tra gli elementi, disegnare un luogo urbano e una coralità.

La ville, objet musical. Un progetto per la Goccia di Bovisa

FRANCALANCI, DAVIDE;BLACONA', MONICA
2014/2015

Abstract

All'interno della complessa conurbazione pedemontana, la rete ecologica e il sistema delle infrastrutture rappresentano i principali elementi di relazione e di continuità. In questo quadro la Goccia di Bovisa occupa una posizione nodale: si colloca a nord di Milano, in un punto di contatto tra la città e l'area metropolitana; vi convergono le principale linee di trasporto pubblico, a scala locale e regionale; costituisce un vuoto strategico all'interno di un'area già densamente utilizzata e costruita. Bovisa appartiene a un sistema di siti in corso si trasformazione (Expo, Scalo Farini, Porta Nuova) che, attraverso una pianificazione coerente, possono comporre un nuovo scenario: una concatenazione di spazi verdi che lega il centro della città ai suoi margini. L'area della Goccia, inaccessibile nelle ultime due decadi, è stata teatro di un significativo processo di rinaturalizzione: si presenta oggi come un bosco spontaneo di 42 ettari, con oltre 2500 alberi di alto fusto, in cui natura e archeologia industriale sono in costante interazione. Allo stesso tempo l'alto livello di contaminazione compromette la possibilità di conservare questo patrimonio per intero. Il progetto interpreta il carattere di quest'area e si delinea come un possibile punto di incontro, tra conservazione e bonifica, tra le richieste dei cittadini che abitano i quartieri attigui e le prospettive della proprietà, il Comune e il Politecnico di Milano. Il cuore urbano del masterplan è Il parco. Il progetto incorpora e metabolizza le strutture della precedente attività produttiva, che vengono trattate come imponenti objets trouvèe; conserva le aberature più significative, integrate con 1700 alberi di nuovo impanto; costruisce i margini del parco attraverso un programma differenziato di attività, nuovi spazi per il Politecnico, residenze, edifici per la cultura e per lo spettacolo. Intessuto di presenze culturali, il parco assolve a un ruolo infrastrutturale, di collegamento tra parti e livelli della città. La complessità del programma serve diversi scopi: attrarre users dai quartieri vicini e dal territorio oltre Milano; raggiungere un'elevata mixitè sociale e funzionale; presidiare il parco per renderlo vivo e frequentato e, attraverso la continua interferenza tra gli elementi, disegnare un luogo urbano e una coralità.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/119135