L’iter progettuale presentato pone le sue basi sulla genesi ed evoluzione del paesaggio delle colline moreniche dell’Alto Mantovano. L’Alto Mantovano è un luogo che presenta un sistema complesso di elementi naturali, interessato da continue mutazioni geologiche e geomorfologiche che hanno origine nei tempi antichissimi del Pleistocene, e, che costituiscono un tutt’uno, oggi, con le mutazioni operate dall’uomo. La formazione del territorio risale al susseguirsi delle glaciazioni del Garda che hanno investito, nelle loro ultime ed estreme espansioni, i territori del mantovano. Da qui prende avvio l’intento del progetto: promuovere un tipo di fruizione del territorio lenta, nel tentativo di ridare voce ad elementi che hanno una storia millenaria alle spalle, ma che oggi, ad una prima impressione, appaiono muti. Operare in questo contesto e su questi presupposti, significa innanzitutto capire che il punto di forza di questi luoghi non è racchiuso nei singoli elementi che li compongono, ma nella totalità che essi creano relazionandosi gli uni con gli altri; e nel capire che non siamo di fronte ad un elemento statico, fermo nel tempo, ma a qualcosa di estremamente dinamico, che ha iniziato a modellarsi millenni di anni fa, e che questa mutazione è, e sarà sempre, ancora in atto. La scelta della macroarea che si estende in direzione ovest-est da Castellaro Lagusello a Valeggio sul Mincio è dettata dalla presenza di un cordone morenico la cui estensione e continuità lo rendono particolarmente rintracciabile all’interno del territorio circostante. Di fronte a questo vasto palinsesto abbiamo individuato tre aree che contengono elementi di rilevanza naturalistica, geomorfologica e storica: Il Parco Regionale del Mincio, in particolare i comuni di Borghetto e Valeggio sul Mincio, nei pressi del quale è situato un antico meandro fluviale; ll Monte Croce, situato nella località Pille del comune di Monzambano, che si affaccia su un sistema di conoidi di detrito; e, infine, il SIC di Castellaro Lagusello con il suo caratteristico lago intermorenico. Ad una geografia complessa, quindi, rispondiamo con una lettura geometrica semplice fatta di segni essenziali volti a segnalare la presenza dei suddetti elementi geomorfologici e dei luoghi di maggior rilevanza paesistica e antropica.L’insieme dei tre interventi ha lo scopo di raccontare la storia di questi luoghi, partendo dalla loro antichissima formazione, fino ad oggi. I manufatti traducono in espressione formale i diversi rapporti con la geomorfologia tipica di quei luoghi, regalando ai fruitori differenti esperienze dello spazio. Le aree di sosta si configurano come punti di riferimento territoriali che scandiscono e misurano il percorso ciclopedonale che si sviluppa su percorsi esistenti lungo il sinuoso tracciato del cordone morenico.

Forme della glaciazione. Un percorso tematico nel paesaggio delle colline moreniche dell'alto Mantovano

BELLINI, ELEONORA;PELINGOTTI, CHIARA;RICCHIAZZI, SILVIA
2014/2015

Abstract

L’iter progettuale presentato pone le sue basi sulla genesi ed evoluzione del paesaggio delle colline moreniche dell’Alto Mantovano. L’Alto Mantovano è un luogo che presenta un sistema complesso di elementi naturali, interessato da continue mutazioni geologiche e geomorfologiche che hanno origine nei tempi antichissimi del Pleistocene, e, che costituiscono un tutt’uno, oggi, con le mutazioni operate dall’uomo. La formazione del territorio risale al susseguirsi delle glaciazioni del Garda che hanno investito, nelle loro ultime ed estreme espansioni, i territori del mantovano. Da qui prende avvio l’intento del progetto: promuovere un tipo di fruizione del territorio lenta, nel tentativo di ridare voce ad elementi che hanno una storia millenaria alle spalle, ma che oggi, ad una prima impressione, appaiono muti. Operare in questo contesto e su questi presupposti, significa innanzitutto capire che il punto di forza di questi luoghi non è racchiuso nei singoli elementi che li compongono, ma nella totalità che essi creano relazionandosi gli uni con gli altri; e nel capire che non siamo di fronte ad un elemento statico, fermo nel tempo, ma a qualcosa di estremamente dinamico, che ha iniziato a modellarsi millenni di anni fa, e che questa mutazione è, e sarà sempre, ancora in atto. La scelta della macroarea che si estende in direzione ovest-est da Castellaro Lagusello a Valeggio sul Mincio è dettata dalla presenza di un cordone morenico la cui estensione e continuità lo rendono particolarmente rintracciabile all’interno del territorio circostante. Di fronte a questo vasto palinsesto abbiamo individuato tre aree che contengono elementi di rilevanza naturalistica, geomorfologica e storica: Il Parco Regionale del Mincio, in particolare i comuni di Borghetto e Valeggio sul Mincio, nei pressi del quale è situato un antico meandro fluviale; ll Monte Croce, situato nella località Pille del comune di Monzambano, che si affaccia su un sistema di conoidi di detrito; e, infine, il SIC di Castellaro Lagusello con il suo caratteristico lago intermorenico. Ad una geografia complessa, quindi, rispondiamo con una lettura geometrica semplice fatta di segni essenziali volti a segnalare la presenza dei suddetti elementi geomorfologici e dei luoghi di maggior rilevanza paesistica e antropica.L’insieme dei tre interventi ha lo scopo di raccontare la storia di questi luoghi, partendo dalla loro antichissima formazione, fino ad oggi. I manufatti traducono in espressione formale i diversi rapporti con la geomorfologia tipica di quei luoghi, regalando ai fruitori differenti esperienze dello spazio. Le aree di sosta si configurano come punti di riferimento territoriali che scandiscono e misurano il percorso ciclopedonale che si sviluppa su percorsi esistenti lungo il sinuoso tracciato del cordone morenico.
PERGALANI, FLORIANA
AIRAGHI, ANDREA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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