Il dibattito attualmente in corso sulla riapertura di parte del sistema delle vie d'acqua di Milano offre l'opportunità per una riflessione sulla possibile ridefinizione delle aree urbane interessate dal loro passaggio. Oggetto della ricerca è l'area di Porta Venezia, che nel corso della storia ha rappresentato un punto di accesso privilegiato alla città e un luogo di elezione per la vita collettiva della cittadinanza grazie alla presenza dei Giardini Pubblici, delimitati a nord dai Bastioni affacciati sul Cavo Redefossi, oggi celato dagli interventi di copertura risalenti all'inizio del XX secolo. L'analisi storica ha evidenziato come matrice dell'impianto dei Giardini l'antico asse della Via Marina, parallelo a Corso Venezia, che costituiva un tempo con i Bastioni un sistema di passeggi pubblici definito dal Piermarini a partire dal 1782 e rimasto a connotazione dello spazio urbano fino agli interventi tardo-ottocenteschi di Alemagna. A scala urbana, obiettivo primario del progetto è restituire leggibilità al tracciato della Via Marina come asse ordinatore dello spazio pubblico dei Giardini, valorizzandone la presenza come elemento superstite del più ampio sistema dei passeggi di cui faceva parte. A scala architettonica, oggetto di studio specifico è stato il punto di incontro fra i due assi dei Bastioni e della Via Marina, individuato come cerniera e fulcro del sistema; Piermarini progetta in corrispondenza di questo luogo una scalinata di accesso ai Giardini dal Bastione, che oltre ad assolvere le funzioni di collegamento e raccordo tra le due differenti quote si configura dal basso come fondale prospettico dell'asse di Via Marina, e dall'alto come punto privilegiato per una veduta complessiva del parco dalla sommità delle mura. Alla base del progetto vi è l'idea di ricostruire la scalinata piermariniana demolita da Alemagna, su cui si immagina di collocare un padiglione a pianta centrale che si configura come riproposizione di un edificio progettato dallo stesso Piermarini per questo luogo ma mai realizzato, che diviene elemento di distribuzione verticale tra i vari livelli dell'edificio di nuova realizzazione; questo si attesta lungo il bastione con un basamento parallelo all'andamento del Redefossi, di cui si ipotizza la riapertura. Il progetto abbina alle funzioni di svago dell’edificio termale quelle culturali dell’acquario, entrando così in relazione col polo dei musei scientifici di cui fanno parte il Museo di Storia Naturale e il Planetario.
Milano : un nuovo complesso termale per riaffermare la centralità dei passeggi di Porta Orientale ideati dal Piermarini
MARTINELLI, ALBERTO;ORLANDO, MIRYAM;DELL'AQUILA, DEBORA;FERINI STRAMBI, ALESSANDRO
2014/2015
Abstract
Il dibattito attualmente in corso sulla riapertura di parte del sistema delle vie d'acqua di Milano offre l'opportunità per una riflessione sulla possibile ridefinizione delle aree urbane interessate dal loro passaggio. Oggetto della ricerca è l'area di Porta Venezia, che nel corso della storia ha rappresentato un punto di accesso privilegiato alla città e un luogo di elezione per la vita collettiva della cittadinanza grazie alla presenza dei Giardini Pubblici, delimitati a nord dai Bastioni affacciati sul Cavo Redefossi, oggi celato dagli interventi di copertura risalenti all'inizio del XX secolo. L'analisi storica ha evidenziato come matrice dell'impianto dei Giardini l'antico asse della Via Marina, parallelo a Corso Venezia, che costituiva un tempo con i Bastioni un sistema di passeggi pubblici definito dal Piermarini a partire dal 1782 e rimasto a connotazione dello spazio urbano fino agli interventi tardo-ottocenteschi di Alemagna. A scala urbana, obiettivo primario del progetto è restituire leggibilità al tracciato della Via Marina come asse ordinatore dello spazio pubblico dei Giardini, valorizzandone la presenza come elemento superstite del più ampio sistema dei passeggi di cui faceva parte. A scala architettonica, oggetto di studio specifico è stato il punto di incontro fra i due assi dei Bastioni e della Via Marina, individuato come cerniera e fulcro del sistema; Piermarini progetta in corrispondenza di questo luogo una scalinata di accesso ai Giardini dal Bastione, che oltre ad assolvere le funzioni di collegamento e raccordo tra le due differenti quote si configura dal basso come fondale prospettico dell'asse di Via Marina, e dall'alto come punto privilegiato per una veduta complessiva del parco dalla sommità delle mura. Alla base del progetto vi è l'idea di ricostruire la scalinata piermariniana demolita da Alemagna, su cui si immagina di collocare un padiglione a pianta centrale che si configura come riproposizione di un edificio progettato dallo stesso Piermarini per questo luogo ma mai realizzato, che diviene elemento di distribuzione verticale tra i vari livelli dell'edificio di nuova realizzazione; questo si attesta lungo il bastione con un basamento parallelo all'andamento del Redefossi, di cui si ipotizza la riapertura. Il progetto abbina alle funzioni di svago dell’edificio termale quelle culturali dell’acquario, entrando così in relazione col polo dei musei scientifici di cui fanno parte il Museo di Storia Naturale e il Planetario.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/119145