In un’epoca di transizione tra la crescita a dismisura della città e la necessità di tenere sotto controllo l’urbanizzazione dei territori, questa ricerca vuole verificare la validità di un approccio che ormai si sta diffondendo in molti paesi, ovvero quello del recupero e del riutilizzo degli spazi esistenti. A Milano, di fronte al nuovo edificio simbolo della Bocconi firmato dallo studio Grafton Architects, in mezzo al denso tessuto edilizio di viale Bligny cresciuto nel secondo dopoguerra, si apre un varco di consistenti dimensioni, fatto di facciate cieche, edifici bassi e tetti piani. Tra una caffetteria e l’altra, sorte nella zona a servizio delle migliaia di studenti che la frequentano ogni giorno, un locale commerciale in vendita al piano terra diventa l’occasione per arrampicarsi e intrufolarsi tra il costruito, riqualificare quei cortili nati come retri delle abitazioni, completare quei vuoti privi di significato e soprattutto connettere questo spazio dalle forti potenzialità e dalla posizione strategica a quel brano di città così importante che lo circonda. In questo quartiere di Milano l’arrivo della Bocconi nel 1941 è stato il motore che ha portato l’area alla trasformazione: le industrie allora presenti sono state e continuano ad essere progressivamente sostituite da edifici per aule, studentati, biblioteche, progettati e firmati da importanti architetti italiani e internazionali. L’obiettivo del progetto è quello di ricostruire la cortina edilizia lungo viale Bligny e lungo viale Beatrice d’Este, collocando un altro di questi oggetti architettonici tra le costruzioni esistenti e portando la presenza della Bocconi verso il centro della città, esattamente nel luogo in cui i bastioni spagnoli tracciavano il confine tra Milano e la sua campagna. Il progetto si inserisce nel tessuto urbano consolidato in maniera chirurgica, rispondendo con precisione alle necessità e alla conformazione del luogo. L’edificio, oltre ad assumere la funzione di residenza per studenti e ospitare svariate aree destinate ad attività aperte a tutti gli universitari, ha il compito di riqualificare un piccolo brano di città rimasto immutato per oltre 50 anni e dare nuova vita ai cortili interni, rendendoli degli spazi semi-privati comunicanti con lo spazio pubblico esterno, sia verso viale Bligny che verso viale Beatrice d’Este. Così come l’edificio delle Grafton, la residenza per studenti si presenta alla città come simbolo riconoscibile, che, con un gioco di prospettive e viste da strada, a tratti cela e a tratti mostra la sua vita interna. UNIVERCITY vuole proporre un nuovo approccio al “fare città”, pensato ad hoc per uno specifico contesto, che utilizza in questo caso l’istruzione e l’importanza dei luoghi in cui avviene per dare un senso a dei ritagli urbani dimenticati e per riconnetterli allo spazio pubblico, dando loro un’importanza tangibile per quello che è il vero scopo dell’architettura, ovvero rispondere ai bisogni delle persone.

Univercity. Bocconi student housing

GUASTAMACCHIA, ELENA;VAILATI, MARTA;BINDA, ANDREA
2014/2015

Abstract

In un’epoca di transizione tra la crescita a dismisura della città e la necessità di tenere sotto controllo l’urbanizzazione dei territori, questa ricerca vuole verificare la validità di un approccio che ormai si sta diffondendo in molti paesi, ovvero quello del recupero e del riutilizzo degli spazi esistenti. A Milano, di fronte al nuovo edificio simbolo della Bocconi firmato dallo studio Grafton Architects, in mezzo al denso tessuto edilizio di viale Bligny cresciuto nel secondo dopoguerra, si apre un varco di consistenti dimensioni, fatto di facciate cieche, edifici bassi e tetti piani. Tra una caffetteria e l’altra, sorte nella zona a servizio delle migliaia di studenti che la frequentano ogni giorno, un locale commerciale in vendita al piano terra diventa l’occasione per arrampicarsi e intrufolarsi tra il costruito, riqualificare quei cortili nati come retri delle abitazioni, completare quei vuoti privi di significato e soprattutto connettere questo spazio dalle forti potenzialità e dalla posizione strategica a quel brano di città così importante che lo circonda. In questo quartiere di Milano l’arrivo della Bocconi nel 1941 è stato il motore che ha portato l’area alla trasformazione: le industrie allora presenti sono state e continuano ad essere progressivamente sostituite da edifici per aule, studentati, biblioteche, progettati e firmati da importanti architetti italiani e internazionali. L’obiettivo del progetto è quello di ricostruire la cortina edilizia lungo viale Bligny e lungo viale Beatrice d’Este, collocando un altro di questi oggetti architettonici tra le costruzioni esistenti e portando la presenza della Bocconi verso il centro della città, esattamente nel luogo in cui i bastioni spagnoli tracciavano il confine tra Milano e la sua campagna. Il progetto si inserisce nel tessuto urbano consolidato in maniera chirurgica, rispondendo con precisione alle necessità e alla conformazione del luogo. L’edificio, oltre ad assumere la funzione di residenza per studenti e ospitare svariate aree destinate ad attività aperte a tutti gli universitari, ha il compito di riqualificare un piccolo brano di città rimasto immutato per oltre 50 anni e dare nuova vita ai cortili interni, rendendoli degli spazi semi-privati comunicanti con lo spazio pubblico esterno, sia verso viale Bligny che verso viale Beatrice d’Este. Così come l’edificio delle Grafton, la residenza per studenti si presenta alla città come simbolo riconoscibile, che, con un gioco di prospettive e viste da strada, a tratti cela e a tratti mostra la sua vita interna. UNIVERCITY vuole proporre un nuovo approccio al “fare città”, pensato ad hoc per uno specifico contesto, che utilizza in questo caso l’istruzione e l’importanza dei luoghi in cui avviene per dare un senso a dei ritagli urbani dimenticati e per riconnetterli allo spazio pubblico, dando loro un’importanza tangibile per quello che è il vero scopo dell’architettura, ovvero rispondere ai bisogni delle persone.
AGATA GIANNOCCARI, GIUSEPPE
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/119183