Lo scopo di questo lavoro è quello di promuovere una riflessione sul contributo che può dare l’architetto nel processo di “costruzione critica” della città e del territorio. Sulla base di questi presupposti la tesi cerca di indicare nuovi strumenti di indagine e analisi del contesto attraverso la creazione di un approccio visivo alla città e al territorio. Con l’occasione si concretizza un terreno di ricerca sulla cultura del progetto, indirizzato ad individuare le circostanze d’utilizzo della fotografia come contributo alla pratiche di progettazione dei luoghi. Su queste premesse il testo si articola nel primo capitolo con una riflessione sul valore dello sguardo in architettura al fine di comprendere e mettere in evidenza il ruolo della fotografia e di come essa sia stata importante nell’esprimere la questione sul “diritto alla città”. Il secondo capitolo considera quegli esempi che hanno portato alla costruzione visiva della città e del territorio attraverso il viaggio, il percorrere, il guardare e il progettare. La tesi prosegue approfondendo la conoscenza e lo studio della produzione fotografica; dalle prime fotografie per i restauri, ai viaggi di scoperta in Oriente, alle fotografie realizzate durante la modernizzazione tra la metà del XIX e il XX secolo, fino ad arrivare alle esperienze dei giorni nostri. Attraverso la compilazione di schede vengono studiati importanti progetti fotografici a committenza pubblica come la “Mission Héliographique” (1851), la “Farm Security Administration” (1935-1944), la “Mission photographiques de la DATAR” (1984-1988), o lavori ad iniziativa privata come “Viaggio in Italia” (1984), con lo scopo di dimostrare e mettere in evidenza il ruolo dello sguardo fotografico nella trasformazione del territorio. Lo studio offre un’analisi delle pratiche fotografiche nel corso della storia considerando l’approccio dei diversi autori sulla rappresentazione dei luoghi, nel processo di trasformazione del territorio. Le schede sono corredate da immagini che mostrano i lavori fotografici e i successivi progetti d’architettura che hanno innescato. Uno dei casi esempio di riferimento e il progetto fotografico di Joel Sternfeld sulla High Line a New York e del successivo progetto di recupero dello studio di architettura Diller Scofidio + Renfro. I testi e le immagini partecipano alla produzione di questa ricerca con l’obiettivo di affermare l’importanza della fotografia come disciplina sul territorio e nell’utilizzo di questa nel successivo progetto d’architettura. La parte finale del lavoro, stampata e rilegata a parte, è dedicata all’esperienza fotografica nella porzione di territorio lungo l’asse Ripamonti e le vie adiacenti, attraverso un percorso fotografico fatto di “sezioni fotografiche nella città”. La porzione di territorio che da largo Crocetta porta fino alla periferia, dove la città finisce nella campagna del Parco Sud, è caratterizzata da zone con intensi processi di trasformazione. Il percorso realizzato con attenzione, sguardo impegnato e rigoroso è capace di mettere in evidenza l’insieme degli elementi architettonici di questa parte di città dove le aree una volta occupate dalle fabbriche, sono state riqualificate solamente in parte. Fabbriche dismesse, parchi ferroviari abbandonati, zone residenziali perdute nel degrado, “(…) periferie dove la concentrazione creativa e progettuale si diluiscono fino a smarrirsi”, qui la ricostruzione stratificata è più che possibile ovunque diventando una nuova sfida per l’architetto contemporaneo. La dimostrazione finale dovrebbe confermare come la fotografia giochi un ruolo attivo nella trasformazione del paesaggio contemporaneo, interpretando in maniera critica lo spazio in modo da orientare il processo evolutivo del costruire sul territorio e nella città.

Fotografia e diritto alla città. Lo sguardo come processo di costruzione critica dell'architettura. Con un saggio sull'Asse Ripamonti

NIGLIA, DAVIDE
2014/2015

Abstract

Lo scopo di questo lavoro è quello di promuovere una riflessione sul contributo che può dare l’architetto nel processo di “costruzione critica” della città e del territorio. Sulla base di questi presupposti la tesi cerca di indicare nuovi strumenti di indagine e analisi del contesto attraverso la creazione di un approccio visivo alla città e al territorio. Con l’occasione si concretizza un terreno di ricerca sulla cultura del progetto, indirizzato ad individuare le circostanze d’utilizzo della fotografia come contributo alla pratiche di progettazione dei luoghi. Su queste premesse il testo si articola nel primo capitolo con una riflessione sul valore dello sguardo in architettura al fine di comprendere e mettere in evidenza il ruolo della fotografia e di come essa sia stata importante nell’esprimere la questione sul “diritto alla città”. Il secondo capitolo considera quegli esempi che hanno portato alla costruzione visiva della città e del territorio attraverso il viaggio, il percorrere, il guardare e il progettare. La tesi prosegue approfondendo la conoscenza e lo studio della produzione fotografica; dalle prime fotografie per i restauri, ai viaggi di scoperta in Oriente, alle fotografie realizzate durante la modernizzazione tra la metà del XIX e il XX secolo, fino ad arrivare alle esperienze dei giorni nostri. Attraverso la compilazione di schede vengono studiati importanti progetti fotografici a committenza pubblica come la “Mission Héliographique” (1851), la “Farm Security Administration” (1935-1944), la “Mission photographiques de la DATAR” (1984-1988), o lavori ad iniziativa privata come “Viaggio in Italia” (1984), con lo scopo di dimostrare e mettere in evidenza il ruolo dello sguardo fotografico nella trasformazione del territorio. Lo studio offre un’analisi delle pratiche fotografiche nel corso della storia considerando l’approccio dei diversi autori sulla rappresentazione dei luoghi, nel processo di trasformazione del territorio. Le schede sono corredate da immagini che mostrano i lavori fotografici e i successivi progetti d’architettura che hanno innescato. Uno dei casi esempio di riferimento e il progetto fotografico di Joel Sternfeld sulla High Line a New York e del successivo progetto di recupero dello studio di architettura Diller Scofidio + Renfro. I testi e le immagini partecipano alla produzione di questa ricerca con l’obiettivo di affermare l’importanza della fotografia come disciplina sul territorio e nell’utilizzo di questa nel successivo progetto d’architettura. La parte finale del lavoro, stampata e rilegata a parte, è dedicata all’esperienza fotografica nella porzione di territorio lungo l’asse Ripamonti e le vie adiacenti, attraverso un percorso fotografico fatto di “sezioni fotografiche nella città”. La porzione di territorio che da largo Crocetta porta fino alla periferia, dove la città finisce nella campagna del Parco Sud, è caratterizzata da zone con intensi processi di trasformazione. Il percorso realizzato con attenzione, sguardo impegnato e rigoroso è capace di mettere in evidenza l’insieme degli elementi architettonici di questa parte di città dove le aree una volta occupate dalle fabbriche, sono state riqualificate solamente in parte. Fabbriche dismesse, parchi ferroviari abbandonati, zone residenziali perdute nel degrado, “(…) periferie dove la concentrazione creativa e progettuale si diluiscono fino a smarrirsi”, qui la ricostruzione stratificata è più che possibile ovunque diventando una nuova sfida per l’architetto contemporaneo. La dimostrazione finale dovrebbe confermare come la fotografia giochi un ruolo attivo nella trasformazione del paesaggio contemporaneo, interpretando in maniera critica lo spazio in modo da orientare il processo evolutivo del costruire sul territorio e nella città.
INTROINI, MARCO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/119921