“Caro Gallo, ti meravigli perché io tanto mi diletti della mia Laurentina o, se preferisci, Laurento; avran termine le tue meraviglie quando avrai conosciuto l’amenità della villa, la comodità del luogo, l’ampiezza della spiaggia.” (Epistularum, II, 17, A Gallo) Sono bastate poche righe a colpirmi e a decidere che questa lettera sarebbe diventata oggetto del lavoro finale di Tesi; sin da subito è stata per me fonte di enorme curiosità e della volontà di restituire una mia personale interpretazione al racconto. La fase di ricerca iniziale del lavoro ha portato alla luce i progetti di restituzione di altri architetti e studiosi che, come me, sono rimasti colpiti dalle parole dello scrittore Romano, che con trasporto e dovizia di particolari descrive la sua Villa Laurentina sul litorale Romano vicino alla città di Ostia. A Partire dal 1615 con la pubblicazione del lavoro di Vincenzo Scamozzi che, per primo, si confrontò con il tema, la Villa Laurentina affascinò architetti e studiosi di ogni nazione ed epoca storica. E’ stato molto interessante scoprire come i progetti di restituzione della Villa venissero interpretati dai singoli autori seguendo i dettami architettonici propri del loro periodo storico; ma nello stesso tempo il racconto Pliniano sia rimasto comunque il protagonista, capace di accompagnare la matita dell’architetto attraverso un’immagine sognata di Architettura. L’approccio progettuale da me utilizzato è stato sin da subito ricollegabile ad un lavoro di ricapitolazione dell’Architettura; una ricomposizione di elementi architettonici stabiliti all’interno di una nuova visione che seguisse il percorso descritto da Plinio nella sua lettera. La volontà di ricreare un capriccio architettonico composto da alcuni edifici selezionati tra quelli della grandiosa Villa Adriana è stato un esercizio di stile, obiettivo del mio lavoro di tesi.
Villa Laurentina. Architettura elementare, forma, misura e replica. Un'indagine sul classico
DOLCI, SERENA
2014/2015
Abstract
“Caro Gallo, ti meravigli perché io tanto mi diletti della mia Laurentina o, se preferisci, Laurento; avran termine le tue meraviglie quando avrai conosciuto l’amenità della villa, la comodità del luogo, l’ampiezza della spiaggia.” (Epistularum, II, 17, A Gallo) Sono bastate poche righe a colpirmi e a decidere che questa lettera sarebbe diventata oggetto del lavoro finale di Tesi; sin da subito è stata per me fonte di enorme curiosità e della volontà di restituire una mia personale interpretazione al racconto. La fase di ricerca iniziale del lavoro ha portato alla luce i progetti di restituzione di altri architetti e studiosi che, come me, sono rimasti colpiti dalle parole dello scrittore Romano, che con trasporto e dovizia di particolari descrive la sua Villa Laurentina sul litorale Romano vicino alla città di Ostia. A Partire dal 1615 con la pubblicazione del lavoro di Vincenzo Scamozzi che, per primo, si confrontò con il tema, la Villa Laurentina affascinò architetti e studiosi di ogni nazione ed epoca storica. E’ stato molto interessante scoprire come i progetti di restituzione della Villa venissero interpretati dai singoli autori seguendo i dettami architettonici propri del loro periodo storico; ma nello stesso tempo il racconto Pliniano sia rimasto comunque il protagonista, capace di accompagnare la matita dell’architetto attraverso un’immagine sognata di Architettura. L’approccio progettuale da me utilizzato è stato sin da subito ricollegabile ad un lavoro di ricapitolazione dell’Architettura; una ricomposizione di elementi architettonici stabiliti all’interno di una nuova visione che seguisse il percorso descritto da Plinio nella sua lettera. La volontà di ricreare un capriccio architettonico composto da alcuni edifici selezionati tra quelli della grandiosa Villa Adriana è stato un esercizio di stile, obiettivo del mio lavoro di tesi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/121647