1994 marked the end of Apartheid, the formerly totalitarian South African regime based on the sick notion that some individuals had less rights than others because of the color of their skin. Although South Africa is now a democratic republic, the structure of its cities remained almost unchanged. In particular, the suburban districts of the Cape Flats area in Cape Town are the product of the spatial policy of Apartheid: still nowadays, these neighbourhoods are inhabited only by Black people and are associated with the concepts of segregation, poverty and violence. The focus of this thesis work is on a design proposal for a set of public spaces in the district of Khayelitsha, the last area of the Cape Town, to be formally set aside for African residents during the period of Apartheid. The aim of intervention wants to be a statement against the architectural logic of divide and rule promoted by Apartheid: connect through public spaces to empower local activities. The proposed interventions are envisioning the creation of public interpretable spaces characterized by a high level of reversibility and punctual implementations, that can hugely impact the inhabitants everyday life and can be implemented or reinterpreted very easily according to the local needs. In conclusion, this project creates a public space interpretable according to the users’ needs by characterizing a space devoid of identity by consolidating services and functions. The various interventions are identified by a uniform architectural language, which facilitates the reading of the space for visitors, providing reference points and singularities: this series of spatial moments that reconnect the district to the territory. Thanks to this project, the Community of Khayelitsha will acquire pride and self-awareness by identifying with a space that is public, hence belongs to everybody and represents everybody, and will start a virtuous process of growth, so to finally be proudly South African.

Il 1994 ha segnato la fine dell’Apartheid, l’ex regime totalitario sudafricano basato sulla nozione che alcuni individui hanno meno diritti di altri a causa del colore della loro pelle. Anche se il Sudafrica è oggi una repubblica democratica, la struttura delle sue città è rimastapressoché invariato. In particolare, i quartieri periferici della zona Cape Flats di Città del Capo sono il prodotto della politica spaziale dell’Apartheid: ancora oggi, questi quartieri sono abitati solo da persone di colore e sono associati con i concetti di segregazione, povertà e violenza. L’obiettivo di questo lavoro di tesi è una proposta di progetto per una serie di spazi pubblici nel distretto di Khayelitsha, l’ultima area di Città del Capo,l’ultima area formalmente progettata per essere un quartiere dormitorio Nero durante gli anni ‘80. Lo scopo di tale intervento vuole essere una dichiarazione contro la logica architettonica del “divide et impera” promossa dall’Apartheid: da qui l’idea di collegare attraverso spazi pubblici per potenziare le attività locali. Gli interventi proposti prefigurano la creazione di spazi pubblici interpretabili caratterizzati da un elevato livello di alterabilità: possono infatti essere implementati, dismessi o reinterpretati molto facilmente secondo le esigenze locali, influenzando enormemente la qualità della vita quotidiana degli abitanti. In conclusione, questo progetto crea uno spazio pubblico interpretabile in base alle esigenze degli utenti caratterizzando uno spazio privo di identità attraverso il consolidamento di servizi e funzioni. I vari interventi sono identificati da un linguaggio architettonico omogeneo che facilita la lettura dello spazio per i visitatori, fornendo punti di riferimento e singolarità: questa serie di momenti spaziali ricollegherà inoltre il quartiere al territorio. Grazie a questo progetto, la Comunità di Khayelitsha acquisirà orgoglio e la consapevolezza di sé attraverso l’identificazione con uno spazio che è pubblico, quindi appartiene a tutti e rappresenta tutti: si avvierà così un processo virtuoso di crescita, che permetterà a queste persone di essere finalmente “Proudly South African”.

Space maker. Community upgrading through public spaces in post-apartheid Khayelitsha

MANENTE, VALENTINA
2014/2015

Abstract

1994 marked the end of Apartheid, the formerly totalitarian South African regime based on the sick notion that some individuals had less rights than others because of the color of their skin. Although South Africa is now a democratic republic, the structure of its cities remained almost unchanged. In particular, the suburban districts of the Cape Flats area in Cape Town are the product of the spatial policy of Apartheid: still nowadays, these neighbourhoods are inhabited only by Black people and are associated with the concepts of segregation, poverty and violence. The focus of this thesis work is on a design proposal for a set of public spaces in the district of Khayelitsha, the last area of the Cape Town, to be formally set aside for African residents during the period of Apartheid. The aim of intervention wants to be a statement against the architectural logic of divide and rule promoted by Apartheid: connect through public spaces to empower local activities. The proposed interventions are envisioning the creation of public interpretable spaces characterized by a high level of reversibility and punctual implementations, that can hugely impact the inhabitants everyday life and can be implemented or reinterpreted very easily according to the local needs. In conclusion, this project creates a public space interpretable according to the users’ needs by characterizing a space devoid of identity by consolidating services and functions. The various interventions are identified by a uniform architectural language, which facilitates the reading of the space for visitors, providing reference points and singularities: this series of spatial moments that reconnect the district to the territory. Thanks to this project, the Community of Khayelitsha will acquire pride and self-awareness by identifying with a space that is public, hence belongs to everybody and represents everybody, and will start a virtuous process of growth, so to finally be proudly South African.
FRASCHINI, MATTEO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2014/2015
Il 1994 ha segnato la fine dell’Apartheid, l’ex regime totalitario sudafricano basato sulla nozione che alcuni individui hanno meno diritti di altri a causa del colore della loro pelle. Anche se il Sudafrica è oggi una repubblica democratica, la struttura delle sue città è rimastapressoché invariato. In particolare, i quartieri periferici della zona Cape Flats di Città del Capo sono il prodotto della politica spaziale dell’Apartheid: ancora oggi, questi quartieri sono abitati solo da persone di colore e sono associati con i concetti di segregazione, povertà e violenza. L’obiettivo di questo lavoro di tesi è una proposta di progetto per una serie di spazi pubblici nel distretto di Khayelitsha, l’ultima area di Città del Capo,l’ultima area formalmente progettata per essere un quartiere dormitorio Nero durante gli anni ‘80. Lo scopo di tale intervento vuole essere una dichiarazione contro la logica architettonica del “divide et impera” promossa dall’Apartheid: da qui l’idea di collegare attraverso spazi pubblici per potenziare le attività locali. Gli interventi proposti prefigurano la creazione di spazi pubblici interpretabili caratterizzati da un elevato livello di alterabilità: possono infatti essere implementati, dismessi o reinterpretati molto facilmente secondo le esigenze locali, influenzando enormemente la qualità della vita quotidiana degli abitanti. In conclusione, questo progetto crea uno spazio pubblico interpretabile in base alle esigenze degli utenti caratterizzando uno spazio privo di identità attraverso il consolidamento di servizi e funzioni. I vari interventi sono identificati da un linguaggio architettonico omogeneo che facilita la lettura dello spazio per i visitatori, fornendo punti di riferimento e singolarità: questa serie di momenti spaziali ricollegherà inoltre il quartiere al territorio. Grazie a questo progetto, la Comunità di Khayelitsha acquisirà orgoglio e la consapevolezza di sé attraverso l’identificazione con uno spazio che è pubblico, quindi appartiene a tutti e rappresenta tutti: si avvierà così un processo virtuoso di crescita, che permetterà a queste persone di essere finalmente “Proudly South African”.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/121761