Il lavoro di tesi fissa come obiettivo la redazione di un’ipotesi progettuale per il recupero urbano dell’area di San Cristoforo, situata a sud-ovest della città di Milano, al confine con il comune di Corsico. L’area in oggetto, compresa tra lo scalo ferroviario di San Cristoforo e il Naviglio Grande, risulta già identificata dal PGT milanese come ambito di trasformazione urbana. L’obiettivo di questo lavoro è la riqualifica dell’intera area attraverso una progettazione mirata alla ricucitura e alla riconnessione urbana. La proposta designa la zona d’intervento come dispositivo di collegamento tra due brani di città che risultano essere separati fisicamente dalla linea ferroviaria, dal parco lineare e dal corso del Naviglio Grande. La zona oggetto di studio potrebbe essere quindi definita come “compresenza di tre linee orizzontali di forza” ben definite che ostacolano l’accessibilità all’area. L’obiettivo del progetto è quello di ridare identità ad un vasto parco lineare, attualmente proiettato verso un inesorabile decadimento, che fungerà da ricucitura sia su scala locale dell’area di progetto, sia su macro scala urbana. Le tre “fasce” che caratterizzano quest’area diventano elementi di forza su cui si basa l’intero intervento di recupero. La linea ferroviaria viene ristretta e circondata da un corridoio alberato. Il parco lineare viene riqualificato, mantenendo in alcuni tratti la vegetazione già esistente e integrandola in altri con diversi tipi di alberature per creare spazi riconoscibili, in modo da rendere l’intero parco un susseguirsi di scenari e ambienti differenti. Il Naviglio Grande è l’elemento che nel progetto assume particolare importanza e che subisce maggiori modifiche. L’idea è quella di proporre diverse situazioni in cui il tema dell’acqua sia protagonista: si crea una nuova Darsena ed in molti tratti, la sezione costante del Naviglio viene ampliata. Inoltre numerosi percorsi trasversali, sia sopraelevanti che interrati, attraversano l’area e permettono una fruizione più immediata del parco. Data la vasta dimensione dell’area si è deciso di utilizzare la tecnica del “collage architettonico”. Prendendo in esame architetture già progettate, sono state posizionate nel contesto, in base alle volumetrie, alle funzioni ed alle preesistenze, al fine di rendere il progetto integrato e funzionale. Il parco presentava infatti lo scheletro di un edificio progettato nel 1963 da A.Rossi e G.Braghieri per il nuovo scalo ferroviario di San Cristoforo che quindi è stato preso in oggetto e nel quale è stato inserito il progetto fatto su di esso dallo Studio Albori. In prossimità di piazza Tirana sono stati inseriti il Museo di Arte Contemporanea e un quartiere residenziale.

Il parco del Naviglio Grande. La pratica del collage per la ricostruzione dello spazio urbano

FATA, FEDERICA;GANDELLI, LUCIA
2014/2015

Abstract

Il lavoro di tesi fissa come obiettivo la redazione di un’ipotesi progettuale per il recupero urbano dell’area di San Cristoforo, situata a sud-ovest della città di Milano, al confine con il comune di Corsico. L’area in oggetto, compresa tra lo scalo ferroviario di San Cristoforo e il Naviglio Grande, risulta già identificata dal PGT milanese come ambito di trasformazione urbana. L’obiettivo di questo lavoro è la riqualifica dell’intera area attraverso una progettazione mirata alla ricucitura e alla riconnessione urbana. La proposta designa la zona d’intervento come dispositivo di collegamento tra due brani di città che risultano essere separati fisicamente dalla linea ferroviaria, dal parco lineare e dal corso del Naviglio Grande. La zona oggetto di studio potrebbe essere quindi definita come “compresenza di tre linee orizzontali di forza” ben definite che ostacolano l’accessibilità all’area. L’obiettivo del progetto è quello di ridare identità ad un vasto parco lineare, attualmente proiettato verso un inesorabile decadimento, che fungerà da ricucitura sia su scala locale dell’area di progetto, sia su macro scala urbana. Le tre “fasce” che caratterizzano quest’area diventano elementi di forza su cui si basa l’intero intervento di recupero. La linea ferroviaria viene ristretta e circondata da un corridoio alberato. Il parco lineare viene riqualificato, mantenendo in alcuni tratti la vegetazione già esistente e integrandola in altri con diversi tipi di alberature per creare spazi riconoscibili, in modo da rendere l’intero parco un susseguirsi di scenari e ambienti differenti. Il Naviglio Grande è l’elemento che nel progetto assume particolare importanza e che subisce maggiori modifiche. L’idea è quella di proporre diverse situazioni in cui il tema dell’acqua sia protagonista: si crea una nuova Darsena ed in molti tratti, la sezione costante del Naviglio viene ampliata. Inoltre numerosi percorsi trasversali, sia sopraelevanti che interrati, attraversano l’area e permettono una fruizione più immediata del parco. Data la vasta dimensione dell’area si è deciso di utilizzare la tecnica del “collage architettonico”. Prendendo in esame architetture già progettate, sono state posizionate nel contesto, in base alle volumetrie, alle funzioni ed alle preesistenze, al fine di rendere il progetto integrato e funzionale. Il parco presentava infatti lo scheletro di un edificio progettato nel 1963 da A.Rossi e G.Braghieri per il nuovo scalo ferroviario di San Cristoforo che quindi è stato preso in oggetto e nel quale è stato inserito il progetto fatto su di esso dallo Studio Albori. In prossimità di piazza Tirana sono stati inseriti il Museo di Arte Contemporanea e un quartiere residenziale.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/121843