La lettura e comprensione di un monumento, specialmente se antico e intriso di storia come il Castello Visconteo di Binasco, non può prescindere da una profonda conoscenza dell’oggetto stesso. Già nel 1964, attraverso la Carta Internazionale sulla conservazione ed il restauro dei monumenti e dei siti, veniva raccomandata la redazione di una rigorosa documentazione di accompagnamento ai lavori di restauro, conservazione e scavo. Nel sedicesimo articolo si legge: “Tale documentazione sarà depositata in pubblici archivi e verrà messa a disposizione degli studiosi”. Sono passati cinquant’anni, ma, come rilevato dal presente lavoro, quest’imperativo rimane più attuale e irrisolto che mai. La ricerca d’archivio, svolta in questi mesi al fine di ricostruire le vicende storico-architettoniche che hanno interessato il Castello negli ultimi secoli, ha messo in luce le falle di un sistema che dovrebbe in un certo senso rappresentare la memoria collettiva e renderla fruibile. Laddove i documenti mancano non si è in grado di spiegarne il perché, laddove esistono non sono presenti apparati di indicizzazione adeguata al fine di reperire le informazioni richieste. Vista la criticità di questa situazione, la tesi si propone di analizzare il funzionamento dei diversi archivi e di indicare alcuni accorgimenti che potrebbero favorire una più completa e pronta risposta alle esigenze degli utenti. La ricreazione di un efficiente canale informativo risulta un passaggio di fondamentale importanza in una duplice prospettiva. Da un lato per conseguire una più mirata ed efficace opera di manutenzione del bene, dall’altro nell’ottica della restituzione del Castello ad una cittadinanza che da sempre identifica nel monumento il cuore pulsante della propria vita sociale e culturale.

Una storia utile. Restauri e tutela del Castello di Binasco

CELLI, SOFIA
2014/2015

Abstract

La lettura e comprensione di un monumento, specialmente se antico e intriso di storia come il Castello Visconteo di Binasco, non può prescindere da una profonda conoscenza dell’oggetto stesso. Già nel 1964, attraverso la Carta Internazionale sulla conservazione ed il restauro dei monumenti e dei siti, veniva raccomandata la redazione di una rigorosa documentazione di accompagnamento ai lavori di restauro, conservazione e scavo. Nel sedicesimo articolo si legge: “Tale documentazione sarà depositata in pubblici archivi e verrà messa a disposizione degli studiosi”. Sono passati cinquant’anni, ma, come rilevato dal presente lavoro, quest’imperativo rimane più attuale e irrisolto che mai. La ricerca d’archivio, svolta in questi mesi al fine di ricostruire le vicende storico-architettoniche che hanno interessato il Castello negli ultimi secoli, ha messo in luce le falle di un sistema che dovrebbe in un certo senso rappresentare la memoria collettiva e renderla fruibile. Laddove i documenti mancano non si è in grado di spiegarne il perché, laddove esistono non sono presenti apparati di indicizzazione adeguata al fine di reperire le informazioni richieste. Vista la criticità di questa situazione, la tesi si propone di analizzare il funzionamento dei diversi archivi e di indicare alcuni accorgimenti che potrebbero favorire una più completa e pronta risposta alle esigenze degli utenti. La ricreazione di un efficiente canale informativo risulta un passaggio di fondamentale importanza in una duplice prospettiva. Da un lato per conseguire una più mirata ed efficace opera di manutenzione del bene, dall’altro nell’ottica della restituzione del Castello ad una cittadinanza che da sempre identifica nel monumento il cuore pulsante della propria vita sociale e culturale.
PICCOLI, EDOARDO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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