Il progetto della Galleria Integrata d’Arte Contemporanea nello scalo di San Cristoforo offre l’occasione per intervenire in un’area urbana periferica in condizione di degrado. Progettare all’interno dello scalo significa riconsiderare questi luoghi, dare loro una nuova identità e ruolo all’interno della città. Abbiamo deciso di concentrarci principalmente sul tema del contemporaneo, innanzitutto perché il progetto è su una Galleria di Arti Contemporanee e abbiamo trovato diverse risposte nel testo di Giorgio Agamben “Che cos’è il contemporaneo?”, che sostiene che essere contemporanei significa relazionarsi con diversi tempi e quindi sia necessaria una lettura, un radicamento nella storia. Abbiamo poi pensato alla pratica artistica che più ci appartiene, l’architettura, e ci siamo chieste cosa significa essere contemporanei con un progetto, e da questa domanda sono nate le due parole chiave del nostro progetto: relazionarsi e radicarsi. Nel titolo abbiamo racchiuso tutti i nostri principi progettuali; la volontà di essere contemporanei come scelta responsabile e inevitabile del nostro tempo, necessariamente implica una relazione, che nel progetto si traduce in relazione con il contesto, con la storia, e quindi radicamento al luogo come nostra unica risposta possibile. Infine, abbiamo preferito parlare di “Galleria integrata d’arte contemporanea“ prendendo atto del superamento dell’idea storica di museo soprattutto per quanto riguarda l’arte contemporanea, che presenta numerosi elementi di rottura rispetto al passato e quindi richiede una nuova concezione degli spazi dedicati ad essa. Nel progetto abbiamo cercato di interpretare queste nuove necessità in principi formativi, dando risposta ad alcune esigenze come la trasformabilità dell’architettura, la presenza di spazi di diverse dimensioni, le differenti relazioni con la luce naturale.

La contemporaneità nelle pratiche artistiche : radicamento è/e relazione in architettura. La Galleria Integrata d'Arte Contemporanea nello scalo di San Cristoforo a Milano

TREVISANI, GIULIA;MOLINARIS, MARIA
2015/2016

Abstract

Il progetto della Galleria Integrata d’Arte Contemporanea nello scalo di San Cristoforo offre l’occasione per intervenire in un’area urbana periferica in condizione di degrado. Progettare all’interno dello scalo significa riconsiderare questi luoghi, dare loro una nuova identità e ruolo all’interno della città. Abbiamo deciso di concentrarci principalmente sul tema del contemporaneo, innanzitutto perché il progetto è su una Galleria di Arti Contemporanee e abbiamo trovato diverse risposte nel testo di Giorgio Agamben “Che cos’è il contemporaneo?”, che sostiene che essere contemporanei significa relazionarsi con diversi tempi e quindi sia necessaria una lettura, un radicamento nella storia. Abbiamo poi pensato alla pratica artistica che più ci appartiene, l’architettura, e ci siamo chieste cosa significa essere contemporanei con un progetto, e da questa domanda sono nate le due parole chiave del nostro progetto: relazionarsi e radicarsi. Nel titolo abbiamo racchiuso tutti i nostri principi progettuali; la volontà di essere contemporanei come scelta responsabile e inevitabile del nostro tempo, necessariamente implica una relazione, che nel progetto si traduce in relazione con il contesto, con la storia, e quindi radicamento al luogo come nostra unica risposta possibile. Infine, abbiamo preferito parlare di “Galleria integrata d’arte contemporanea“ prendendo atto del superamento dell’idea storica di museo soprattutto per quanto riguarda l’arte contemporanea, che presenta numerosi elementi di rottura rispetto al passato e quindi richiede una nuova concezione degli spazi dedicati ad essa. Nel progetto abbiamo cercato di interpretare queste nuove necessità in principi formativi, dando risposta ad alcune esigenze come la trasformabilità dell’architettura, la presenza di spazi di diverse dimensioni, le differenti relazioni con la luce naturale.
RAFFA, ALESSANDRO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/121863