In presenza di beni pubblici non è sempre facile attribuire un valore economico, e l’estimo tradizionale è solito stimare il valore solo per beni di carattere privato, a partire dalle loro caratteristiche di escludibilità e rivalità. I beni pubblici però, in quanto “beni di tutti”, possiedono benefici, di cui è difficile comunicare una misura monetaria trattandosi di caratteristiche intangibili e mancando perciò un mercato di riferimento. I benefici appartenenti ai beni culturali e ambientali ne costituiscono il valore, percepito sia come valore d’uso che come valore indipendente dall’uso, ad esempio la garanzia che generazioni future possano godere del bene. Pur essendo questi benefici intangibili, si stanno ampliando sempre più opportuni metodi valutativi in grado di stimare il Valore Economico Totale (VET) di questi beni; in particolare, viene verificata la nostra disponibilità a pagare individuale quando riconosciamo l’utilità e il valore di essi. Il Metodo di Valutazione Contingente (CVM), nato negli anni Cinquanta per valutazioni ambientali, per la sua capacità di far emergere i valori indiretti oltre a quelli legati all’uso diretto, si pone come un utile strumento per processi decisionali che riguardano la collettività. Il Castello di Belforte a Varese è stato scelto come caso studio per l’applicazione di un metodo di supporto alla Pubblica Amministrazione nella definizione di un intervento di conservazione e riuso. Le sempre più limitate risorse economiche a disposizione rischiano, talvolta, di considerare i beni ed i servizi culturali marginali allo sviluppo di una comunità. Proprio per la sua struttura, infatti, la valutazione di contingenza consente di attuare strategie partecipative “dal basso” incoraggiando la trasparenza nelle politiche di sviluppo e soprattutto di mettere in atto interventi per gli utenti e con gli utenti, verificandone il consenso a priori. L’obiettivo del Metodo di Valutazione Contingente sperimentato in questa tesi è quello di arrivare, attraverso l’analisi dei benefici individuali, alla stima di una curva di domanda per il bene oggetto di valutazione e alla determinazione del “surplus del consumatore” come misura dei benefici monetari che caratterizzano il bene.
Valutazione contingente per la stima delle risorse culturali : il caso del Castello di Belforte a Varese
BROGGINI, BIANCA
2014/2015
Abstract
In presenza di beni pubblici non è sempre facile attribuire un valore economico, e l’estimo tradizionale è solito stimare il valore solo per beni di carattere privato, a partire dalle loro caratteristiche di escludibilità e rivalità. I beni pubblici però, in quanto “beni di tutti”, possiedono benefici, di cui è difficile comunicare una misura monetaria trattandosi di caratteristiche intangibili e mancando perciò un mercato di riferimento. I benefici appartenenti ai beni culturali e ambientali ne costituiscono il valore, percepito sia come valore d’uso che come valore indipendente dall’uso, ad esempio la garanzia che generazioni future possano godere del bene. Pur essendo questi benefici intangibili, si stanno ampliando sempre più opportuni metodi valutativi in grado di stimare il Valore Economico Totale (VET) di questi beni; in particolare, viene verificata la nostra disponibilità a pagare individuale quando riconosciamo l’utilità e il valore di essi. Il Metodo di Valutazione Contingente (CVM), nato negli anni Cinquanta per valutazioni ambientali, per la sua capacità di far emergere i valori indiretti oltre a quelli legati all’uso diretto, si pone come un utile strumento per processi decisionali che riguardano la collettività. Il Castello di Belforte a Varese è stato scelto come caso studio per l’applicazione di un metodo di supporto alla Pubblica Amministrazione nella definizione di un intervento di conservazione e riuso. Le sempre più limitate risorse economiche a disposizione rischiano, talvolta, di considerare i beni ed i servizi culturali marginali allo sviluppo di una comunità. Proprio per la sua struttura, infatti, la valutazione di contingenza consente di attuare strategie partecipative “dal basso” incoraggiando la trasparenza nelle politiche di sviluppo e soprattutto di mettere in atto interventi per gli utenti e con gli utenti, verificandone il consenso a priori. L’obiettivo del Metodo di Valutazione Contingente sperimentato in questa tesi è quello di arrivare, attraverso l’analisi dei benefici individuali, alla stima di una curva di domanda per il bene oggetto di valutazione e alla determinazione del “surplus del consumatore” come misura dei benefici monetari che caratterizzano il bene.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2016_04_Broggini.pdf
accessibile in internet solo dagli utenti autorizzati
Descrizione: Testo della tesi
Dimensione
17.71 MB
Formato
Adobe PDF
|
17.71 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/10589/121869