The thesis project deals with the definition of a new scenery for the city of Milan. In particular it takes in consideration the area of the internal ring road and, in the specific, it analyzes the strip of buildings and of roads that connects Piazza XXIV Maggio with Porta Romana. Through the preliminary analysis of the actual situation, the potentialities and the criticalities have been pointed out and the purpose is to resolve them. The first are identified in the position of the same area which is located in proximity of very important urban realities; from the Navigli zone to the Darsena, crossing Piazza XXIV Maggio arriving to the renowned district of Porta Romana. The biggest criticality is that the area doesn’t present a strong identity as the others listed above also if it is the passageway between them. Here an identity is missed; from the architectural and commercial point of view and there aren’t relevant points of attraction. From the area the ancient Spanish walls passed, built in the 1569 and today demolished. Despite this fact other two types of walls are emerged which tend to strongly divide the center of the city from the periphery: the medium – high speed of the cars riding the boulevards and the strip of buildings, grouped in blocks for the major part with courtyard systems which, however, are mainly used as rubbish deposits and car parks. From these considerations the planning necessity of integrate completely the area with the urban and architectonic existing weft is born, aspiring to the creation of a new scenery where the same residents and citizens could find their own dimension, living this part of city anymore only as a passage zone but also as a point of socialization. The first phase of project defines three levels: the first one, underground, which hosts the vehicle circulation and the car parks and leads the cars out of the urban ground, the second, placed in a ground level, hosts the new project, while the third one, which includes the built from the first floor to the upper ones, is maintained unvaried respect to the actual situation. The main project idea is to eliminate all the ground floors volumes keeping only the supporting pillars and septums of the existing buildings. This operation is done where commercial ground floors are present, while, where there are residential parts, the volumes are maintained as they are. This emptying represents a strongly radical operation: the architecture is dismembered in the same point where it is anchored to the city, it lost weight, it detached itself leaving a avoid under and allowing a total permeability. For the project developing the scale became smaller again and it is focused on three blocks that are part of the area previously analyzed. After a survey all the facades and the ground floor plans have been drawn and the principal pillars, septums, and stair and elevator shaft have been traced. Basing on them the main lines of the project have been drafted. Everything is based on an imaginary grid which follows the structure of the existing buildings and it is formed by rectangles of different shapes and dimensions which constitute the “little rooms”. These lasts could be imagined as a series of volumes in continuity or as a space free from vertical surfaces and only defined on the ground or, at the same time, as a group of volumes and free spaces. A new spatial rule is generate and on it horizontal and vertical plans move with infinite possibility of combinations. The main idea is that this space wouldn’t result a static but dynamic and able to change its morphology and destination of use. From the area the vehicle circulation is excluded, pedestrian and cars can circulate and also the tram passage is allowed. Here a lot of activities can be carried out. The city is now conceived as a fusion between the internal dimension and the urban one; there aren’t any more limits between in and out; the surfaces are integrated and the activities are mixed. The difference between void and volumes is not definable, everything is void and everything is full. A continuity is generated and it tends to occupy the space in every direction. The individual finds in this reality his own dimension, he finds a part of metropolis which reduces is scale absorbing a domestic dimension.

Il progetto di tesi si riferisce alla definizione di un nuovo scenario per la città di Milano. In particolare prende in considerazione l’area della circonvallazione interna e, più nello specifico, analizza la fascia di edificati e di viabilità che collega Piazza XXIV Maggio con Porta Romana. Attraverso l’analisi preliminare dello stato di fatto vengono messe a punto le potenzialità e le criticità che a livello progettuale mirano ad essere risolte. Le prime vengono identificate nella posizione dell’area stessa che gode della prossimità di importantissime realtà urbane; dai Navigli alla Darsena, passando per Piazza XXIV Maggio sino al rinomato quartiere di Porta Romana. La maggiore criticità è proprio il fatto che l’area stessa non presenta un’identità forte come quelle sopra elencate; pur essendo il corridoio di congiunzione tra di esse. Manca un’identità dal punto di vista architettonico, dal punto di vista commerciale e non vi sono poli di attrazione rilevanti. E’ da qui che passavano le mura spagnole, erette nel 1560 ed ad oggi demolite. Nonostante ciò, sono sorti al loro posto due altri tipi di mura che tendono a dividere fortemente il centro della città dalla periferia: la velocità medio - alta delle auto che percorrono i viali e la fascia di edifici, raggruppati in isolati per lo più con sistemi a corti centrali che, però, vengono utilizzate nella maggior parte dei casi come deposito di rifiuti condominiali e parcheggi. Da queste considerazioni è sorta l’esigenza progettuale di integrare completamente l’area con il tessuto urbano ed architettonico esistente mirando alla creazione di un nuovo scenario dove gli stessi residenti ed i cittadini milanesi possano trovare la propria dimensione, vivendo questa parte di città non più solo come una zona di passaggio, ma come un punto di ritrovo. La prima fase di progetto definisce tre livelli: il primo, ipogeo, che ospita la circolazione carrabile ed i parcheggi e che porta le automobili al di fuori del suolo urbano, il secondo, a livello terra, accoglie il nuovo intervento, mentre il terzo, che comprende gli edifici dai primi piani ai superiori, viene mantenuto invariato rispetto allo stato di fatto. L’idea principale di progetto è quella di eliminare tutti i volumi dei piani terra mantenendo solamente i pilastri ed i setti degli edifici esistenti. Ciò viene fatto dove sono presenti piani terra commerciali, mentre, dove vi sono parti residenziali, i volumi vengono mantenuti tali. Questo svuotamento rappresenta un’azione fortemente radicale: l’architettura viene smembrata proprio dove si appoggia alla città, si alleggerisce, si distacca e lascia un vuoto sotto di se permettendo una totale permeabilità. Per lo sviluppo concreto del progetto la scala di lavoro è stata ridotta nuovamente e si focalizza su tre isolati facenti parte dell’area precedentemente analizzata. Di seguito ad un rilievo in loco sono stati disegnati tutti i prospetti delle facciate degli edifici dell’area di progetto e le piante dei piani terra, nelle quali sono stati rintracciati i vani scala, gli ascensori, i pilastri ed i setti portanti. Sulla base di ciò sono state tracciate le linee principali di progetto. Tutto si basa su una griglia immaginaria che segue la maglia strutturale dell’edificato esistente e che è costituita da rettangoli di varie dimensioni e forma che costituiscono le “little rooms”. Queste ultime possono essere immaginate come una serie di volumi in continuità oppure come uno spazio libero da superfici verticali ma solamente definito nel suolo o allo stesso tempo come un insieme di volumi e spazi liberi. Si viene a creare così una regola spaziale sulla quale si muovono piani orizzontali e verticali con infinite possibilità di combinazione. L’idea principale è che questo non risulti uno spazio statico ma dinamico e che nel tempo cambi morfologia e destinazione d’uso. Dall’area viene esclusa la circolazione carrabile, pedoni e biciclette possono circolare, il passaggio del tram è consentito. Qui si possono svolgere molteplici attività che coinvolgano l’attenzione dei residenti dei piani superiori, dei cittadini e di coloro che utilizzano l’area come un corridoio di passaggio. La città viene adesso concepita come una fusione tra la dimensione di un interno e quella urbana; non ci sono più limiti tra interno ed esterno; le superfici si integrano tra di loro e le attività si mescolano. Non è più definibile la differenza tra vuoto e volume, tutto è vuoto e tutto è pieno. Si viene a creare una continuità che tende ad occupare lo spazio in tutte le sue direzioni. L’individuo trova in questa realtà la propria dimensione, trova una parte di metropoli che riduce la sua scala e assorbe una dimensione quasi domestica.

Little rooms : a composition of urban interiors

MORI, CAMILLA
2014/2015

Abstract

The thesis project deals with the definition of a new scenery for the city of Milan. In particular it takes in consideration the area of the internal ring road and, in the specific, it analyzes the strip of buildings and of roads that connects Piazza XXIV Maggio with Porta Romana. Through the preliminary analysis of the actual situation, the potentialities and the criticalities have been pointed out and the purpose is to resolve them. The first are identified in the position of the same area which is located in proximity of very important urban realities; from the Navigli zone to the Darsena, crossing Piazza XXIV Maggio arriving to the renowned district of Porta Romana. The biggest criticality is that the area doesn’t present a strong identity as the others listed above also if it is the passageway between them. Here an identity is missed; from the architectural and commercial point of view and there aren’t relevant points of attraction. From the area the ancient Spanish walls passed, built in the 1569 and today demolished. Despite this fact other two types of walls are emerged which tend to strongly divide the center of the city from the periphery: the medium – high speed of the cars riding the boulevards and the strip of buildings, grouped in blocks for the major part with courtyard systems which, however, are mainly used as rubbish deposits and car parks. From these considerations the planning necessity of integrate completely the area with the urban and architectonic existing weft is born, aspiring to the creation of a new scenery where the same residents and citizens could find their own dimension, living this part of city anymore only as a passage zone but also as a point of socialization. The first phase of project defines three levels: the first one, underground, which hosts the vehicle circulation and the car parks and leads the cars out of the urban ground, the second, placed in a ground level, hosts the new project, while the third one, which includes the built from the first floor to the upper ones, is maintained unvaried respect to the actual situation. The main project idea is to eliminate all the ground floors volumes keeping only the supporting pillars and septums of the existing buildings. This operation is done where commercial ground floors are present, while, where there are residential parts, the volumes are maintained as they are. This emptying represents a strongly radical operation: the architecture is dismembered in the same point where it is anchored to the city, it lost weight, it detached itself leaving a avoid under and allowing a total permeability. For the project developing the scale became smaller again and it is focused on three blocks that are part of the area previously analyzed. After a survey all the facades and the ground floor plans have been drawn and the principal pillars, septums, and stair and elevator shaft have been traced. Basing on them the main lines of the project have been drafted. Everything is based on an imaginary grid which follows the structure of the existing buildings and it is formed by rectangles of different shapes and dimensions which constitute the “little rooms”. These lasts could be imagined as a series of volumes in continuity or as a space free from vertical surfaces and only defined on the ground or, at the same time, as a group of volumes and free spaces. A new spatial rule is generate and on it horizontal and vertical plans move with infinite possibility of combinations. The main idea is that this space wouldn’t result a static but dynamic and able to change its morphology and destination of use. From the area the vehicle circulation is excluded, pedestrian and cars can circulate and also the tram passage is allowed. Here a lot of activities can be carried out. The city is now conceived as a fusion between the internal dimension and the urban one; there aren’t any more limits between in and out; the surfaces are integrated and the activities are mixed. The difference between void and volumes is not definable, everything is void and everything is full. A continuity is generated and it tends to occupy the space in every direction. The individual finds in this reality his own dimension, he finds a part of metropolis which reduces is scale absorbing a domestic dimension.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2014/2015
Il progetto di tesi si riferisce alla definizione di un nuovo scenario per la città di Milano. In particolare prende in considerazione l’area della circonvallazione interna e, più nello specifico, analizza la fascia di edificati e di viabilità che collega Piazza XXIV Maggio con Porta Romana. Attraverso l’analisi preliminare dello stato di fatto vengono messe a punto le potenzialità e le criticità che a livello progettuale mirano ad essere risolte. Le prime vengono identificate nella posizione dell’area stessa che gode della prossimità di importantissime realtà urbane; dai Navigli alla Darsena, passando per Piazza XXIV Maggio sino al rinomato quartiere di Porta Romana. La maggiore criticità è proprio il fatto che l’area stessa non presenta un’identità forte come quelle sopra elencate; pur essendo il corridoio di congiunzione tra di esse. Manca un’identità dal punto di vista architettonico, dal punto di vista commerciale e non vi sono poli di attrazione rilevanti. E’ da qui che passavano le mura spagnole, erette nel 1560 ed ad oggi demolite. Nonostante ciò, sono sorti al loro posto due altri tipi di mura che tendono a dividere fortemente il centro della città dalla periferia: la velocità medio - alta delle auto che percorrono i viali e la fascia di edifici, raggruppati in isolati per lo più con sistemi a corti centrali che, però, vengono utilizzate nella maggior parte dei casi come deposito di rifiuti condominiali e parcheggi. Da queste considerazioni è sorta l’esigenza progettuale di integrare completamente l’area con il tessuto urbano ed architettonico esistente mirando alla creazione di un nuovo scenario dove gli stessi residenti ed i cittadini milanesi possano trovare la propria dimensione, vivendo questa parte di città non più solo come una zona di passaggio, ma come un punto di ritrovo. La prima fase di progetto definisce tre livelli: il primo, ipogeo, che ospita la circolazione carrabile ed i parcheggi e che porta le automobili al di fuori del suolo urbano, il secondo, a livello terra, accoglie il nuovo intervento, mentre il terzo, che comprende gli edifici dai primi piani ai superiori, viene mantenuto invariato rispetto allo stato di fatto. L’idea principale di progetto è quella di eliminare tutti i volumi dei piani terra mantenendo solamente i pilastri ed i setti degli edifici esistenti. Ciò viene fatto dove sono presenti piani terra commerciali, mentre, dove vi sono parti residenziali, i volumi vengono mantenuti tali. Questo svuotamento rappresenta un’azione fortemente radicale: l’architettura viene smembrata proprio dove si appoggia alla città, si alleggerisce, si distacca e lascia un vuoto sotto di se permettendo una totale permeabilità. Per lo sviluppo concreto del progetto la scala di lavoro è stata ridotta nuovamente e si focalizza su tre isolati facenti parte dell’area precedentemente analizzata. Di seguito ad un rilievo in loco sono stati disegnati tutti i prospetti delle facciate degli edifici dell’area di progetto e le piante dei piani terra, nelle quali sono stati rintracciati i vani scala, gli ascensori, i pilastri ed i setti portanti. Sulla base di ciò sono state tracciate le linee principali di progetto. Tutto si basa su una griglia immaginaria che segue la maglia strutturale dell’edificato esistente e che è costituita da rettangoli di varie dimensioni e forma che costituiscono le “little rooms”. Queste ultime possono essere immaginate come una serie di volumi in continuità oppure come uno spazio libero da superfici verticali ma solamente definito nel suolo o allo stesso tempo come un insieme di volumi e spazi liberi. Si viene a creare così una regola spaziale sulla quale si muovono piani orizzontali e verticali con infinite possibilità di combinazione. L’idea principale è che questo non risulti uno spazio statico ma dinamico e che nel tempo cambi morfologia e destinazione d’uso. Dall’area viene esclusa la circolazione carrabile, pedoni e biciclette possono circolare, il passaggio del tram è consentito. Qui si possono svolgere molteplici attività che coinvolgano l’attenzione dei residenti dei piani superiori, dei cittadini e di coloro che utilizzano l’area come un corridoio di passaggio. La città viene adesso concepita come una fusione tra la dimensione di un interno e quella urbana; non ci sono più limiti tra interno ed esterno; le superfici si integrano tra di loro e le attività si mescolano. Non è più definibile la differenza tra vuoto e volume, tutto è vuoto e tutto è pieno. Si viene a creare una continuità che tende ad occupare lo spazio in tutte le sue direzioni. L’individuo trova in questa realtà la propria dimensione, trova una parte di metropoli che riduce la sua scala e assorbe una dimensione quasi domestica.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/121890