“Stark Monumentality” is not just an architectural project but rather a fundamental moment of thinking after the end of our studies at the University. From the very beginning of our collaboration we started developing a daily discussion about architecture and his value. During this period of research, without any doubt, we were influenced by a specific condition of “italianity”. We always were deeply fascinated form the resilient beauty and physicality of monuments, castles and historical buildings. These elements that populate our cities create an inestimable urban quality. Monuments and architecture, during the years, have always been a clear expression of power. During the last century, with a large diffusion of culture and richness, architecture started loosing his monumental feature, decreasing urban quality and its value, in order to improve a kind of democracy of buildings. If we consider Architecture as an art, we could easily declare that it has the largest possibility, talking about dimensions, to subjugate matter with a formal concept. Nevertheless this idea of “monumentality”, that is strongly rooted in our project, it doesn’t relate just to a dimensional feature. It rather pretends to organize evocative spaces, that create tension with the spectator, disarming and inspiring, provoking him to understand rules or hierarchy that live in architecture. The strategy of the project doesn’t concern just about the reuse of abandoned buildings, such as the monumental military base of Santo Ovidio, but is more about the idea of creating a system of public squares (that are already there but not physically linked) and spaces for the creative production, public discussion, teaching and leisure. Interventions are very different by scales and functions, we design a quite small niche for the florist and a big slab that covers almost the entire courtyard of the military building. However all the formal choices are deeply related with the context, that presents its singularity and uniqueness. For this reason all the elements that we designed claim to corroborate the feature of “urbanity” of this specific context, in order to propose new conditions. The clear choice of using just one material (concrete for the built interventions and granite for the connections) is related to the idea of “oneness”, that avoids lack of attention, feeding the perception of a pure timeless space.

“Stark Monumentality” non vuole essere solo un progetto di architettura quanto piuttosto un essenziale momento di riflessione a conclusione del nostro percorso accademico. Sin dall’inizio della nostra collaborazione abbiamo intrapreso un lungo e proficuo confronto sull’architettura e sui suoi caratteri. Durante le nostre ricerche, influenzati inevitabilmente da una specifica condizione di italianità, siamo sempre stati molto affascinati dalla resiliente grandiosità dei monumenti, castelli, palazzi che popolano le nostre città e che ne conferiscono un’inimitabile qualità urbana. Il monumento e l’architettura, durante il corso della storia, sono sempre stati la volontaria espressione del potere. Solo nell’ultimo secolo, con la diffusione della cultura e della ricchezza, si assiste alla perdita del carattere monumentale dell’architettura, con il conseguente impoverimento della qualità formale e della valenza urbana, a favore di una democratizzazione del costruito. Considerando come punto di partenza della nostra indagine la concezione dell’architettura come arte, possiamo affermare che essa, in quanto tale, ha le maggiori possibilità, in termini dimensionali, di assoggettare la materia secondo una concezione formale pervasa da principi, idee, espressioni, gesti. Tuttavia l’idea della monumentalità, profondamente radicata in questo progetto, non presuppone solo un carattere dimensionale, quanto piuttosto la volontà di organizzare spazi evocativi, che creino una tensione nell’osservatore, disarmandolo e ponendolo di fronte alla carica emotiva che questi suscitano, inducendolo a comprendere le regole o le gerarchie che in quella forma vivono. La strategia progettuale proposta non tratta solamente il tema del riutilizzo degli edifici abbandonati o sottoutilizzati (ad esempio l’imponente edificio militare di Santo Ovidio) ma mira piuttosto a creare un sistema di spazi pubblici e piazze (tuttora presenti ma non fisicamente connessi) e di luoghi per la produzione creativa, la didattica, la discussione e lo svago. Gli interventi costruiti, differenziati per funzioni e dimensioni (si passa da una piccola edicola per il fioraio ad una copertura per il cortile del quartiere militare), sono formalmente disegnati in funzione del carattere monumentale del contesto, che presenta una propria singolare identità, memoria della storia passata. Ogni elemento vuole così corroborare il carattere di urbanità del contesto, modificandone l’attuale situazione per produrre nuove condizioni. L’utilizzo di un materiale unico per gli interventi (il cemento per le parti costruite e la pietra per le connessioni) vuole eliminare ogni tipo di distrazione, alimentando l’idea di uno spazio puro, pura materia, senza tempo

Stark monumentality, or rather a project for the city of Porto

BRUTTO, FILIPPO;GATTI, MARCO
2015/2016

Abstract

“Stark Monumentality” is not just an architectural project but rather a fundamental moment of thinking after the end of our studies at the University. From the very beginning of our collaboration we started developing a daily discussion about architecture and his value. During this period of research, without any doubt, we were influenced by a specific condition of “italianity”. We always were deeply fascinated form the resilient beauty and physicality of monuments, castles and historical buildings. These elements that populate our cities create an inestimable urban quality. Monuments and architecture, during the years, have always been a clear expression of power. During the last century, with a large diffusion of culture and richness, architecture started loosing his monumental feature, decreasing urban quality and its value, in order to improve a kind of democracy of buildings. If we consider Architecture as an art, we could easily declare that it has the largest possibility, talking about dimensions, to subjugate matter with a formal concept. Nevertheless this idea of “monumentality”, that is strongly rooted in our project, it doesn’t relate just to a dimensional feature. It rather pretends to organize evocative spaces, that create tension with the spectator, disarming and inspiring, provoking him to understand rules or hierarchy that live in architecture. The strategy of the project doesn’t concern just about the reuse of abandoned buildings, such as the monumental military base of Santo Ovidio, but is more about the idea of creating a system of public squares (that are already there but not physically linked) and spaces for the creative production, public discussion, teaching and leisure. Interventions are very different by scales and functions, we design a quite small niche for the florist and a big slab that covers almost the entire courtyard of the military building. However all the formal choices are deeply related with the context, that presents its singularity and uniqueness. For this reason all the elements that we designed claim to corroborate the feature of “urbanity” of this specific context, in order to propose new conditions. The clear choice of using just one material (concrete for the built interventions and granite for the connections) is related to the idea of “oneness”, that avoids lack of attention, feeding the perception of a pure timeless space.
BOGONI, BARBARA
CANNATA', MICHELE
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2016
2015/2016
“Stark Monumentality” non vuole essere solo un progetto di architettura quanto piuttosto un essenziale momento di riflessione a conclusione del nostro percorso accademico. Sin dall’inizio della nostra collaborazione abbiamo intrapreso un lungo e proficuo confronto sull’architettura e sui suoi caratteri. Durante le nostre ricerche, influenzati inevitabilmente da una specifica condizione di italianità, siamo sempre stati molto affascinati dalla resiliente grandiosità dei monumenti, castelli, palazzi che popolano le nostre città e che ne conferiscono un’inimitabile qualità urbana. Il monumento e l’architettura, durante il corso della storia, sono sempre stati la volontaria espressione del potere. Solo nell’ultimo secolo, con la diffusione della cultura e della ricchezza, si assiste alla perdita del carattere monumentale dell’architettura, con il conseguente impoverimento della qualità formale e della valenza urbana, a favore di una democratizzazione del costruito. Considerando come punto di partenza della nostra indagine la concezione dell’architettura come arte, possiamo affermare che essa, in quanto tale, ha le maggiori possibilità, in termini dimensionali, di assoggettare la materia secondo una concezione formale pervasa da principi, idee, espressioni, gesti. Tuttavia l’idea della monumentalità, profondamente radicata in questo progetto, non presuppone solo un carattere dimensionale, quanto piuttosto la volontà di organizzare spazi evocativi, che creino una tensione nell’osservatore, disarmandolo e ponendolo di fronte alla carica emotiva che questi suscitano, inducendolo a comprendere le regole o le gerarchie che in quella forma vivono. La strategia progettuale proposta non tratta solamente il tema del riutilizzo degli edifici abbandonati o sottoutilizzati (ad esempio l’imponente edificio militare di Santo Ovidio) ma mira piuttosto a creare un sistema di spazi pubblici e piazze (tuttora presenti ma non fisicamente connessi) e di luoghi per la produzione creativa, la didattica, la discussione e lo svago. Gli interventi costruiti, differenziati per funzioni e dimensioni (si passa da una piccola edicola per il fioraio ad una copertura per il cortile del quartiere militare), sono formalmente disegnati in funzione del carattere monumentale del contesto, che presenta una propria singolare identità, memoria della storia passata. Ogni elemento vuole così corroborare il carattere di urbanità del contesto, modificandone l’attuale situazione per produrre nuove condizioni. L’utilizzo di un materiale unico per gli interventi (il cemento per le parti costruite e la pietra per le connessioni) vuole eliminare ogni tipo di distrazione, alimentando l’idea di uno spazio puro, pura materia, senza tempo
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/121896