Un progetto di Design delle Opzioni è un progetto che mette a disposizione dei propri stakeholders la possibilità di scelta o, meglio ancora, la possibilità di intervento in uno o più processi del suo sviluppo. In chiave narrativa, è una storia aperta che i vari attori possono contribuire a scrivere. Ponendo l’accento sull’intervento, diventa fondamentale l’attenzione rivolta ai punti di accesso ed alla condivisione della cornice di senso. Perché le opzioni del progetto siano esercitabili devono prima essere accessibili, sia dal punto di vista fisico, pratico, tecnologico (accessibilità tecnica), sia da dal punto di vista culturale (accessibilità culturale). Anche le informazioni, sulle quali basiamo le nostre scelte ed esercitiamo le nostre opzioni, sono sottoposte al vaglio dell’accessibilità, tecnica e culturale. Anzi, la loro natura si conforma proprio di questi due livelli, distinguendo tra dati (ottenuti tramite accesso tecnico ad un messaggio, una grandezza, un segnale di cui si posseggono gli strumenti fisici di rilevamento e trasmissione) ed informazioni (ottenuti decodificando il dato secondo un codice condiviso, culturale, che ne aggiunge senso, quindi utilità). Queste osservazioni sembrano particolarmente adatte alla tecno-società odierna: nell’era dell’ Internet of Things (IoT), il mondo sembra pervaso da mattoncini minimi tecnologici, economici, diffusi, connessi, ricchi di sensori in grado di osservare, misurare, digitalizzare la realtà ed esprimerla in grandi masse di dati. I prodotti, i servizi, le città si fanno “smart”, la diffusione e la digitalizzazione permettono la partecipazione collettiva e fenomeni quali il crowedsourcing. Tuttavia quando tutto sembra essere piattaforma, tutto è partecipato ed ogni cosa è tradotta in dati, costruire una cornice di senso davvero condivisa con l’utente può essere più complicato del previsto. Al designer il compito di costruire un’accessibilità culturale, oltre che tecnica, per esempio attraverso progetti nuovamente specialistici, rivolti a target di utenti mirati, per i quali certi dati possano tornare ad essere informazioni. PAM|MAP è un progetto di innovazione sociale, ed in particolare di monitoraggio ambientale, che cerca di coinvolgere specifici attori per i quali è possibile costruire un accesso culturale vero, quindi il beneficio di una soluzione win-win. PAM|MAP è un progetto di raccolta e condivisione di dati sulla qualità dell’acqua dei fiumi e dei corpi idrici ai fini di ricerca e monitoraggio ambientale, che vede coinvolta una categoria particolare di utenti, i pescatori a mosca, secondo un modello avanzato di crowdsourcing. Il progetto si basa sulla condivisione di alcuni parametri chimico-fisici dell’acqua rilevati dai pescatori durante l’attività alieutica per mezzo di una sonda appositamente progettata, integrata con lo smartphone dell’utente tramite un’app e collegamento bluetooth. Questi dati vengono processati per ottenere due categorie di informazioni: da una parte informazioni utili al pescatore sul momento per la propria sessione di pesca, ovvero un quadro più dettagliato dell’ambiente in cui opera, compresi pesci ed insetti che potrebbe incontrare; dall’altra un database capillare nel tempo e nello spazio di tutti i rilevamenti raccolti dagli utenti PAM|MAP a disposizione degli organi preposti al monitoraggio ambiantale e tutti i centri di ricerca interessati.
PAM MAP. Pescatori A Mosca per il monitoraggio ambientale partecipato
GUALFETTI, EDOARDO
2014/2015
Abstract
Un progetto di Design delle Opzioni è un progetto che mette a disposizione dei propri stakeholders la possibilità di scelta o, meglio ancora, la possibilità di intervento in uno o più processi del suo sviluppo. In chiave narrativa, è una storia aperta che i vari attori possono contribuire a scrivere. Ponendo l’accento sull’intervento, diventa fondamentale l’attenzione rivolta ai punti di accesso ed alla condivisione della cornice di senso. Perché le opzioni del progetto siano esercitabili devono prima essere accessibili, sia dal punto di vista fisico, pratico, tecnologico (accessibilità tecnica), sia da dal punto di vista culturale (accessibilità culturale). Anche le informazioni, sulle quali basiamo le nostre scelte ed esercitiamo le nostre opzioni, sono sottoposte al vaglio dell’accessibilità, tecnica e culturale. Anzi, la loro natura si conforma proprio di questi due livelli, distinguendo tra dati (ottenuti tramite accesso tecnico ad un messaggio, una grandezza, un segnale di cui si posseggono gli strumenti fisici di rilevamento e trasmissione) ed informazioni (ottenuti decodificando il dato secondo un codice condiviso, culturale, che ne aggiunge senso, quindi utilità). Queste osservazioni sembrano particolarmente adatte alla tecno-società odierna: nell’era dell’ Internet of Things (IoT), il mondo sembra pervaso da mattoncini minimi tecnologici, economici, diffusi, connessi, ricchi di sensori in grado di osservare, misurare, digitalizzare la realtà ed esprimerla in grandi masse di dati. I prodotti, i servizi, le città si fanno “smart”, la diffusione e la digitalizzazione permettono la partecipazione collettiva e fenomeni quali il crowedsourcing. Tuttavia quando tutto sembra essere piattaforma, tutto è partecipato ed ogni cosa è tradotta in dati, costruire una cornice di senso davvero condivisa con l’utente può essere più complicato del previsto. Al designer il compito di costruire un’accessibilità culturale, oltre che tecnica, per esempio attraverso progetti nuovamente specialistici, rivolti a target di utenti mirati, per i quali certi dati possano tornare ad essere informazioni. PAM|MAP è un progetto di innovazione sociale, ed in particolare di monitoraggio ambientale, che cerca di coinvolgere specifici attori per i quali è possibile costruire un accesso culturale vero, quindi il beneficio di una soluzione win-win. PAM|MAP è un progetto di raccolta e condivisione di dati sulla qualità dell’acqua dei fiumi e dei corpi idrici ai fini di ricerca e monitoraggio ambientale, che vede coinvolta una categoria particolare di utenti, i pescatori a mosca, secondo un modello avanzato di crowdsourcing. Il progetto si basa sulla condivisione di alcuni parametri chimico-fisici dell’acqua rilevati dai pescatori durante l’attività alieutica per mezzo di una sonda appositamente progettata, integrata con lo smartphone dell’utente tramite un’app e collegamento bluetooth. Questi dati vengono processati per ottenere due categorie di informazioni: da una parte informazioni utili al pescatore sul momento per la propria sessione di pesca, ovvero un quadro più dettagliato dell’ambiente in cui opera, compresi pesci ed insetti che potrebbe incontrare; dall’altra un database capillare nel tempo e nello spazio di tutti i rilevamenti raccolti dagli utenti PAM|MAP a disposizione degli organi preposti al monitoraggio ambiantale e tutti i centri di ricerca interessati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/121957