Quotidiani online, siti internet, Facebook, Twitter e altri social network, motori di ricerca, aggregatori di notizie, podcast, applicazioni per smartphone e tablet. Una testata giornalistica ha a disposizione oggi una quantità di mezzi di comunicazione enorme e variegata, su cui declinare ogni contenuto prodotto e adattato per sfruttare nel migliore dei modi le caratteristiche del canale che lo ospita. Da qui la libera scelta degli autori di utilizzare testi, fotografie, video, chat, live reporting, video streaming, gif animate, infografiche statiche, interattive e altre tipologie di contenuti, con un unico fine primario: consegnare la notizia nelle mani del maggior numero di persone. Ci sono poi altri obiettivi – che di secondario hanno ben poco – come il raggiungimento di una stabilità economica o il controllo del posizionamento della testata nel panorama giornalistico in termini di celebrità, linea editoriale e autorevolezza. Ogni editore si trova fermo al semaforo di un incrocio, cercando di capire quale sia la strada migliore per affrontare la svolta digitale. Tra pochi secondi però, la luce diventerà verde e una strada, anche se quella sbagliata, sarà costretto a imboccarla. In questo senso, da progettista della comunicazione ho analizzato il problema e proposto una possibile direzione: un approccio ispirato al metodo narrativo transmediale che oggi è utilizzato principalmente nel settore dell’intrattenimento e può essere applicato nelle redazioni giornalistiche per emergere dalla concorrenza, ottimizzare il lavoro in fase di produzione, massimizzare i ricavi e fidelizzare l’audience. Non un semplice esercizio grafico o stilistico, piuttosto una proposta di riorganizzazione del metodo lavorativo per gestire all’interno di una redazione due modelli editoriali distinti ma pensati per lavorare affiancati, dei quali il primo è basato su contenuti a bassa rotazione: poche pubblicazioni al giorno con un alto livello di approfondimento e una distribuzione fortemente transmediale per emergere dalla concorrenza e fidelizzare il pubblico. Il secondo modello presenta, invece, contenuti ad altissima rotazione, le breaking news, progettate per generare un grande traffico di visitatori unici e massimizzare i ricavi grazie a una redazione ottimizzata al meglio. Il designer della comunicazione ha le competenze trasversali e il bagaglio culturale di cui necessita lo staff che coordina il racconto delle notizie all’interno della redazione, in modo da ottenere prodotti di profonda qualità giornalistica ed alta efficacia comunicativa.

Transmedia news. Un approccio per affrontare la svolta digitale nel giornalismo italiano

MATTEI, MICHELE
2014/2015

Abstract

Quotidiani online, siti internet, Facebook, Twitter e altri social network, motori di ricerca, aggregatori di notizie, podcast, applicazioni per smartphone e tablet. Una testata giornalistica ha a disposizione oggi una quantità di mezzi di comunicazione enorme e variegata, su cui declinare ogni contenuto prodotto e adattato per sfruttare nel migliore dei modi le caratteristiche del canale che lo ospita. Da qui la libera scelta degli autori di utilizzare testi, fotografie, video, chat, live reporting, video streaming, gif animate, infografiche statiche, interattive e altre tipologie di contenuti, con un unico fine primario: consegnare la notizia nelle mani del maggior numero di persone. Ci sono poi altri obiettivi – che di secondario hanno ben poco – come il raggiungimento di una stabilità economica o il controllo del posizionamento della testata nel panorama giornalistico in termini di celebrità, linea editoriale e autorevolezza. Ogni editore si trova fermo al semaforo di un incrocio, cercando di capire quale sia la strada migliore per affrontare la svolta digitale. Tra pochi secondi però, la luce diventerà verde e una strada, anche se quella sbagliata, sarà costretto a imboccarla. In questo senso, da progettista della comunicazione ho analizzato il problema e proposto una possibile direzione: un approccio ispirato al metodo narrativo transmediale che oggi è utilizzato principalmente nel settore dell’intrattenimento e può essere applicato nelle redazioni giornalistiche per emergere dalla concorrenza, ottimizzare il lavoro in fase di produzione, massimizzare i ricavi e fidelizzare l’audience. Non un semplice esercizio grafico o stilistico, piuttosto una proposta di riorganizzazione del metodo lavorativo per gestire all’interno di una redazione due modelli editoriali distinti ma pensati per lavorare affiancati, dei quali il primo è basato su contenuti a bassa rotazione: poche pubblicazioni al giorno con un alto livello di approfondimento e una distribuzione fortemente transmediale per emergere dalla concorrenza e fidelizzare il pubblico. Il secondo modello presenta, invece, contenuti ad altissima rotazione, le breaking news, progettate per generare un grande traffico di visitatori unici e massimizzare i ricavi grazie a una redazione ottimizzata al meglio. Il designer della comunicazione ha le competenze trasversali e il bagaglio culturale di cui necessita lo staff che coordina il racconto delle notizie all’interno della redazione, in modo da ottenere prodotti di profonda qualità giornalistica ed alta efficacia comunicativa.
PINARDI, DAVIDE
PIREDDA, FRANCESCA
ARC III - Scuola del Design
28-apr-2016
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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