Ontologia del vuoto. Ovvero il vuoto e la foresta

The thesis is structured upon a theoretical base that aims to bring together and understand thoroughly the physics’ void and the urban void, great protagonist in today’s global cities. The research comes into being with a series of design solutions for the urban planning, considering the void’s morphologies and its urban development’s official indications. The filling of these voids will now be undertaken by a wild and primitive forest. True regeneration of long time forgotten urban portions. On the base of such theoretical research, a second design phase is developed: the case study of the long time abandoned railway stations in Milano, and the municipal intention to requalify them in accordance with Ferrovie dello Stato Italiane. These are indeed formal manifestations of urban voids of vast gravitational force; and when studied with a unitary vision, bear in their togetherness the capacity to change an entire urban context such as the Milanese. The pilot case is now the Porta Romana former railway exchange site, and it’s 216’000 square meters void. The project designs and develops in a challenging way the entire functional program proposed by the absurd official urban document, but with a void-preservation vision. It distributes the new designed buildings on an outer perimeter that guard defend and protect a 170’000 sqm forest.

Il lavoro si struttura su una base di ricerca teorica che mira a relazionare l’entità del vuoto fisico con il vuoto urbano presente nella città globale di oggi. La ricerca prende corpo in una serie di soluzioni progettuali applicabili nel disegno urbano, considerando le morfologie del vuoto e le indicazioni di riempimento urbanistico ufficiali. Il riempimento di questi vuoti urbani sarà ora compito di una foresta selvaggia e primigenia. Vera rigenerazione di porzioni da tempo dimenticati. Sulla base di tale ricerca teorica, si propone una seconda parte progettuale dove si analizza il caso studio degli scali ferroviari di Milano e l’intenzione comunale di riqualificarli in accordo con FSI. Essi sono manifestazione formale di vuoti urbani di grandissimo peso gravitazionale, e affrontati con visione unitaria possiedono la capacità di trasformare l’intero contesto urbano milanese. Il caso pilota diventa ora l’area di Porta Romana e il suo vuoto fisico di 216’000mq. Il progetto distribuisce provocatoriamente i metri quadri richiesti dall’accordo di programma, ma secondo un ottica di preservazione di questo vuoto centrale: creando una cinta di edifici perimetrali che custodiscono al proprio interno una foresta da 170'000mq.