Il lavoro progettuale elaborato affronta un tema relativamente nuovo all’interno del panorama architettonico contemporaneo, legato alla riqualificazione di estese aree produttive in dismissione. Si presenta così la possibilità di intervenire nell’ambito di un comparto industriale, precedentemente appannaggio esclusivo di tecnica e ingegneria, con il fine di riattivare una porzione di territorio destinata altresì all’abbandono. Il progetto trova collocazione in Azerbaijan, in un’area a sud-est del golfo della capitale Baku, sulle acque del Mar Caspio a circa tre chilometri di distanza dalle coste della penisola di Absheron. Le aree coinvolte sono tre: un intervento sulla terraferma che, partendo da una strategia urbanistico-ambientale su scala metropolitana, si concretizza nella prosecuzione del ‘boulevard verde’ costiero e nella realizzazione di un ampio parco attorno al lago Zig; Gum Island, che fronteggia la suddetta area, è collegata con un terrapieno e attraverso l’intervento progettuale non si pone più come un semplice punto di sosta per le strutture costruite sul mare, ma accoglie una stazione ferroviaria e per bus, un museo sulle attività estrattive e un centro di ricerca per la bonifica dei suoli e le energie rinnovabili; oltre l’isola si diramano i pontili e le piattaforme che in passato hanno permesso le attività di perforazione, estrazione e stoccaggio del greggio dai fondali del Mar Caspio e che il progetto prova ad implementare mediante strutture di natura simile ma con funzione ricettiva, residenziale e portuale. Il paesaggio in questione è fortemente caratterizzato dalla presenza di manufatti quali torri per la trivellazione di pozzi petroliferi e cisterne su piattaforme, testimoni delle prime fasi di esplorazione in mare e della principale fonte di ricchezza del Paese. Dopo aver coinvolto la fascia di territori inquinati attorno a Baku, ipotizzando una ‘cintura verde’, il progetto affronta la sfida di realizzare un polo di ricerca che si estende in parte verso il mare, richiamando la natura del luogo, e in parte assurge a landmark attraverso un edificio a torre che ospita uffici e laboratori. Una griglia di ispirazione metabolista ha coadiuvato la disposizione delle nuove strutture che si annettono ai due principali pontili che si estendono dall’isola verso sud sul mare. La zona occidentale presenta a nord una distribuzione di piattaforme che accolgono edifici di diverse dimensioni con funzione di residence, albergo, mentre la parte più a sud è destinata a porto turistico e attività commerciale. Il quadrante più ad est ha l’ambizione di creare un villaggio che ospiti residenze più o meno temporanee, vivacizzando l’articolazione di piattaforme e percorsi su livelli differenti.
Relitti : da icone del paesaggio tecnico a nodi di rigenerazione urbana. Processi di riconversione delle aree di estrazione petrolifera a Baku, Azerbaijan
ZUCCHETTI, JACOPO;Di MARE, JESSICA GIOVANNA
2015/2016
Abstract
Il lavoro progettuale elaborato affronta un tema relativamente nuovo all’interno del panorama architettonico contemporaneo, legato alla riqualificazione di estese aree produttive in dismissione. Si presenta così la possibilità di intervenire nell’ambito di un comparto industriale, precedentemente appannaggio esclusivo di tecnica e ingegneria, con il fine di riattivare una porzione di territorio destinata altresì all’abbandono. Il progetto trova collocazione in Azerbaijan, in un’area a sud-est del golfo della capitale Baku, sulle acque del Mar Caspio a circa tre chilometri di distanza dalle coste della penisola di Absheron. Le aree coinvolte sono tre: un intervento sulla terraferma che, partendo da una strategia urbanistico-ambientale su scala metropolitana, si concretizza nella prosecuzione del ‘boulevard verde’ costiero e nella realizzazione di un ampio parco attorno al lago Zig; Gum Island, che fronteggia la suddetta area, è collegata con un terrapieno e attraverso l’intervento progettuale non si pone più come un semplice punto di sosta per le strutture costruite sul mare, ma accoglie una stazione ferroviaria e per bus, un museo sulle attività estrattive e un centro di ricerca per la bonifica dei suoli e le energie rinnovabili; oltre l’isola si diramano i pontili e le piattaforme che in passato hanno permesso le attività di perforazione, estrazione e stoccaggio del greggio dai fondali del Mar Caspio e che il progetto prova ad implementare mediante strutture di natura simile ma con funzione ricettiva, residenziale e portuale. Il paesaggio in questione è fortemente caratterizzato dalla presenza di manufatti quali torri per la trivellazione di pozzi petroliferi e cisterne su piattaforme, testimoni delle prime fasi di esplorazione in mare e della principale fonte di ricchezza del Paese. Dopo aver coinvolto la fascia di territori inquinati attorno a Baku, ipotizzando una ‘cintura verde’, il progetto affronta la sfida di realizzare un polo di ricerca che si estende in parte verso il mare, richiamando la natura del luogo, e in parte assurge a landmark attraverso un edificio a torre che ospita uffici e laboratori. Una griglia di ispirazione metabolista ha coadiuvato la disposizione delle nuove strutture che si annettono ai due principali pontili che si estendono dall’isola verso sud sul mare. La zona occidentale presenta a nord una distribuzione di piattaforme che accolgono edifici di diverse dimensioni con funzione di residence, albergo, mentre la parte più a sud è destinata a porto turistico e attività commerciale. Il quadrante più ad est ha l’ambizione di creare un villaggio che ospiti residenze più o meno temporanee, vivacizzando l’articolazione di piattaforme e percorsi su livelli differenti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/122587