The research addresses the issue of the reconstruction of the churches after World War II, deepening the role of the Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia, through its mostly unpublished archive. The core competencies of the Pontificia Commissione, whose establishment in 1924 is linked to the debate on sacred art of the beginning of the century, concern the field of protection and preservation of ecclesiastical heritage and that of the construction of new churches. In both these fields, the Pontificia Commissione carries on policies that are cultural reference for the reconstruction after World War II. In 1944, Pius XII entrust to the Pontificia Commissione, presided over by Mons. Giovanni Costantini, also the coordination of the reconstruction of the ecclesiastical buildings, task that the institute carries out through the survey of damages and the examination of the reconstruction projects. Mons. Costantini also takes care of the relationship with the Italian State, particularly asking the Government to include the ecclesiastical buildings within the legislative framework of the funded reconstruction. Regarding Lazio region and the ecclesiastical initiatives for reconstruction, this research analyzes some examples more significant of reconstruction projects, documented in the Pontificia Commissione archive and in the mostly unpublished archive of the Ministero dei Lavori Pubblici. The research covers a set of issues that have to do with the preservation of the architectural heritage and with the new religious architecture. In the reconstruction, the Pontificia Commissione appears generally favorable to the restoration of the architectural factory as evidenced by the projects that bring the churches back to their medieval facies; in restoration, the use of modern technologies and materials is always hidden from view. Regarding new constructions, the Pontificia Commissione appreciates the projects that work on the features of the local architecture, as long as the churches can be recognized as such in the landscape.

La ricerca affronta il tema della ricostruzione degli edifici di culto dopo il secondo conflitto mondiale, approfondendo il ruolo della Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia attraverso l’archivio per lo più inedito dell’istituto. Le competenze della Pontificia Commissione, la cui istituzione nel 1924 si inserisce nel dibattito sull’arte sacra di inizio secolo, si rivolgono tanto al campo della tutela e della conservazione del patrimonio ecclesiastico quanto a quello della nuova architettura liturgica, ambiti nei quali l’istituto mette in atto politiche che nell’insieme definiscono l’eredità culturale con la quale si confronta la stagione della ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale. Nel 1944, Pio XII affida alla Pontificia Commissione, presieduta da Mons. Giovanni Costantini, anche l’incarico di coordinare la ricostruzione degli edifici ecclesiastici, attività che l’istituto esplica attraverso il censimento dei danni, l’esame dei progetti di ricostruzione e la cura dei rapporti con lo Stato italiano al quale chiede di ricomprendere il processo all’interno del quadro legislativo della ricostruzione edilizia di cui si fa carico. In area laziale le iniziative ecclesiastiche per la ricostruzione sono analizzate attraverso alcuni esempi più significativi di progetti di ricostruzione, documentati nel fondo archivistico della Pontificia Commissione e in quello, per lo più inedito, del Ministero dei Lavori Pubblici. L’indagine tocca un nucleo di temi che hanno tanto a che fare con la conservazione del patrimonio architettonico quanto con questioni più legate alla nuova architettura religiosa e ai suoi linguaggi. Nelle ricostruzioni, la Pontificia Commissione appare in generale favorevole al ripristino della fabbrica architettonica come testimoniano gli interventi che riportano le chiese alla loro facies medievale; negli interventi di restauro, l’impiego di tecnologie e materiali moderni è sempre nascosto alla vista. Nelle ricostruzioni ex novo la Pontificia Commissione apprezza le soluzioni che reinterpretano i caratteri dell’architettura locale e mantengono una riconoscibilità dell’edificio di culto.

Danni bellici, ricostruzioni e restauri degli edifici di culto nell'area laziale. L'attività della Pontificia Commissione Centrale per l'Arte Sacra in Italia nel secondo dopoguerra

FIORENTINO, GIULIA

Abstract

The research addresses the issue of the reconstruction of the churches after World War II, deepening the role of the Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia, through its mostly unpublished archive. The core competencies of the Pontificia Commissione, whose establishment in 1924 is linked to the debate on sacred art of the beginning of the century, concern the field of protection and preservation of ecclesiastical heritage and that of the construction of new churches. In both these fields, the Pontificia Commissione carries on policies that are cultural reference for the reconstruction after World War II. In 1944, Pius XII entrust to the Pontificia Commissione, presided over by Mons. Giovanni Costantini, also the coordination of the reconstruction of the ecclesiastical buildings, task that the institute carries out through the survey of damages and the examination of the reconstruction projects. Mons. Costantini also takes care of the relationship with the Italian State, particularly asking the Government to include the ecclesiastical buildings within the legislative framework of the funded reconstruction. Regarding Lazio region and the ecclesiastical initiatives for reconstruction, this research analyzes some examples more significant of reconstruction projects, documented in the Pontificia Commissione archive and in the mostly unpublished archive of the Ministero dei Lavori Pubblici. The research covers a set of issues that have to do with the preservation of the architectural heritage and with the new religious architecture. In the reconstruction, the Pontificia Commissione appears generally favorable to the restoration of the architectural factory as evidenced by the projects that bring the churches back to their medieval facies; in restoration, the use of modern technologies and materials is always hidden from view. Regarding new constructions, the Pontificia Commissione appreciates the projects that work on the features of the local architecture, as long as the churches can be recognized as such in the landscape.
DI BIASE, CAROLINA
20-giu-2016
La ricerca affronta il tema della ricostruzione degli edifici di culto dopo il secondo conflitto mondiale, approfondendo il ruolo della Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia attraverso l’archivio per lo più inedito dell’istituto. Le competenze della Pontificia Commissione, la cui istituzione nel 1924 si inserisce nel dibattito sull’arte sacra di inizio secolo, si rivolgono tanto al campo della tutela e della conservazione del patrimonio ecclesiastico quanto a quello della nuova architettura liturgica, ambiti nei quali l’istituto mette in atto politiche che nell’insieme definiscono l’eredità culturale con la quale si confronta la stagione della ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale. Nel 1944, Pio XII affida alla Pontificia Commissione, presieduta da Mons. Giovanni Costantini, anche l’incarico di coordinare la ricostruzione degli edifici ecclesiastici, attività che l’istituto esplica attraverso il censimento dei danni, l’esame dei progetti di ricostruzione e la cura dei rapporti con lo Stato italiano al quale chiede di ricomprendere il processo all’interno del quadro legislativo della ricostruzione edilizia di cui si fa carico. In area laziale le iniziative ecclesiastiche per la ricostruzione sono analizzate attraverso alcuni esempi più significativi di progetti di ricostruzione, documentati nel fondo archivistico della Pontificia Commissione e in quello, per lo più inedito, del Ministero dei Lavori Pubblici. L’indagine tocca un nucleo di temi che hanno tanto a che fare con la conservazione del patrimonio architettonico quanto con questioni più legate alla nuova architettura religiosa e ai suoi linguaggi. Nelle ricostruzioni, la Pontificia Commissione appare in generale favorevole al ripristino della fabbrica architettonica come testimoniano gli interventi che riportano le chiese alla loro facies medievale; negli interventi di restauro, l’impiego di tecnologie e materiali moderni è sempre nascosto alla vista. Nelle ricostruzioni ex novo la Pontificia Commissione apprezza le soluzioni che reinterpretano i caratteri dell’architettura locale e mantengono una riconoscibilità dell’edificio di culto.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/122640