Questa tesi propone una ricerca sull’assemblaggio, percorrendo dalle prime sperimentazioni degli artisti surrealisti fino ad arrivare alla contemporaneità mettendo a confronto arte, architettura e design. Le metodologie e gli oggetti, con cui gli autori creano le proprie opere, vengono divisi in nove categorie: readymade, modificazioni funzionali, assemblaggi eterogenei, omogenei uguali, omogenei simili, disasemblaggi, rimontaggi, costruzioni e readymade architettonici. I casi studio scelti per presentare questo lavoro sono la sintesi di un percorso che ha come obbiettivo il ricercare i processi progettuali che gli autori utilizzano per rifunzionalizzare, rinnovare e produrre attraverso la modificazione, l’assemblaggio e la costruzione. La prima indagine progettuale in risposta all’analisi effettuata parte dall’autoprogettazione realizzata da Enzo Mari. Viene presa come icona del progetto la Sedia 1 e, una volta analizzati gli elementi che la compongono, vengono proposte venticinque alternative che indagano la combinazione e l’assemblaggio delle componenti. Viene trasformato il metodo cantieristico formato da chiodi e listelli in legno, utilizzato dal progettista, con l’impego di viti autofilettanti riuscendo così da rendere il processo reversibile e riassemblare tutte le nuove varianti progettate spontaneamente. L’esercizio realizzato conferisce una consapevolezza e una dimestichezza pratica sull’assemblaggio e la modificazione che viene poi trasferito nel progetto denominato HACKed. Quest’ultimo cerca di analizzare in modo critico il concetto di design democratico proposto da Ikea realizzando due interventi di composizione e hacking utilizzando i prodotti dell’azienda svedese. Il primo spazio progettato è una fusione degli spazi domestici dove gli oggetti si compenetrano e cambiano la propria funzione. La seconda proposta è una micro architettura che cerca di formare un involucro abitativo, sia da esterno che da interno, utilizzando le modificazioni apprese nello studio della ricerca e dall’esperienza acquisita in 20cinque modi per avvitare una vite.
HACKed. Uso alternativo di oggetti democratici
BERGO, MATTEO
2015/2016
Abstract
Questa tesi propone una ricerca sull’assemblaggio, percorrendo dalle prime sperimentazioni degli artisti surrealisti fino ad arrivare alla contemporaneità mettendo a confronto arte, architettura e design. Le metodologie e gli oggetti, con cui gli autori creano le proprie opere, vengono divisi in nove categorie: readymade, modificazioni funzionali, assemblaggi eterogenei, omogenei uguali, omogenei simili, disasemblaggi, rimontaggi, costruzioni e readymade architettonici. I casi studio scelti per presentare questo lavoro sono la sintesi di un percorso che ha come obbiettivo il ricercare i processi progettuali che gli autori utilizzano per rifunzionalizzare, rinnovare e produrre attraverso la modificazione, l’assemblaggio e la costruzione. La prima indagine progettuale in risposta all’analisi effettuata parte dall’autoprogettazione realizzata da Enzo Mari. Viene presa come icona del progetto la Sedia 1 e, una volta analizzati gli elementi che la compongono, vengono proposte venticinque alternative che indagano la combinazione e l’assemblaggio delle componenti. Viene trasformato il metodo cantieristico formato da chiodi e listelli in legno, utilizzato dal progettista, con l’impego di viti autofilettanti riuscendo così da rendere il processo reversibile e riassemblare tutte le nuove varianti progettate spontaneamente. L’esercizio realizzato conferisce una consapevolezza e una dimestichezza pratica sull’assemblaggio e la modificazione che viene poi trasferito nel progetto denominato HACKed. Quest’ultimo cerca di analizzare in modo critico il concetto di design democratico proposto da Ikea realizzando due interventi di composizione e hacking utilizzando i prodotti dell’azienda svedese. Il primo spazio progettato è una fusione degli spazi domestici dove gli oggetti si compenetrano e cambiano la propria funzione. La seconda proposta è una micro architettura che cerca di formare un involucro abitativo, sia da esterno che da interno, utilizzando le modificazioni apprese nello studio della ricerca e dall’esperienza acquisita in 20cinque modi per avvitare una vite.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/122682