The journey, intended as the totality of the movements that people make in a lifetime, is one of the topic which deeply pushed me to develop this thesis. In the human history, the journey inspired a lot of aspects of modern knowledge: from the conquests of new lands to the exodus of entire populations. Influencing each other, these moving cultures bring into question the very concept of “culture”, and generate the voids which are necessary to express human activity. The migrations we witness through the media, which tend to hassle the audience over and over again, stressing these phenomena to something that is close, imminent, worrying for our culture. This is the reason why we should find any alternative solution to host those new people, who are risking their lives moving across our cities and our countries. These phantom populations are more than never a part of the contexts of our everyday life, looking for their autonomies in a condition of eradication that cause them a huge amount of issues even for their most basic needs. Moving to find out a shelter, a job, an education: traveling to discover a new dignity. This condition embodies the contemporary city, made up by multiple dimensions, between which people are moving fluidly throught a new open living-space systems. The project, presented as a final output of this research, aims to modulate the space with some spatial volumes, designing quick actions, which are necessary to modulate a new point of view. Nature becomes the key for a correct interpretation of the space, exploiting an abandoned building as a sustainable shelter which will be able to protect its guest, generating food and energy. A starting point for a new ethics of temporary living.

Il viaggio, inteso come l’insieme dei movimenti che una persona compie nell’arco della propria vita, è uno dei temi che più ha motivato la scelta di affrontare l’elaborazione di questa ricerca. Il viaggio ha ispirato, nella storia dell’umanità, molti aspetti del sapere attuale: dalla conquista di nuove terre agli esodi di intere popolazioni, l’incontro ravvicinato tra culture diverse mette in discussione le culture stesse e genera i vuoti necessari all’espressione dell’attività umana. Le migrazioni a cui oggi assistiamo solo attraverso i media, incalzano continuamente il pubblico, sollecitandoci su qualcosa che viene avvertito come prossimo, imminente, allarmante. Da qui la necessità di trovare soluzioni alternative all’accoglienza di nuove culture che transitano nel nostro territorio, attraversandolo, a volte mettendo a rischio i limiti della resistenza umana. Popolazioni invisibili, ma anche persistenti nei contesti di vita di tutti i giorni, che proclamano la loro autonomia in una condizione di sradicamento che rende difficile muoversi e quindi vivere. Spostarsi per cercare un riparo, un posto di lavoro, un’istruzione: viaggiare per trovare una nuova dignità. Una posizione che si concretizza nella città contemporanea, composta da molteplici dimensioni fra le quali le persone si muovo fluidamente e aperta a nuovi sistemi di abitare lo spazio. La proposta progettuale presentata alla fine degli ambiti di ricerca lavora su dei volumi spaziali che danno forma ad interventi che si impongono urgenti, veloci, elaborando punti di vista originali e fecondi. La natura entra in gioco come chiave di lettura degli ambienti, dando sostentamento e aiuto ai futuri ospiti in una struttura in dismissione da cui far scaturire una nuova etica per l’abitare temporaneo.

Migrant city. Strategie green per l'abitare contemporaneo

MAZZINGHI, DANIELE
2015/2016

Abstract

The journey, intended as the totality of the movements that people make in a lifetime, is one of the topic which deeply pushed me to develop this thesis. In the human history, the journey inspired a lot of aspects of modern knowledge: from the conquests of new lands to the exodus of entire populations. Influencing each other, these moving cultures bring into question the very concept of “culture”, and generate the voids which are necessary to express human activity. The migrations we witness through the media, which tend to hassle the audience over and over again, stressing these phenomena to something that is close, imminent, worrying for our culture. This is the reason why we should find any alternative solution to host those new people, who are risking their lives moving across our cities and our countries. These phantom populations are more than never a part of the contexts of our everyday life, looking for their autonomies in a condition of eradication that cause them a huge amount of issues even for their most basic needs. Moving to find out a shelter, a job, an education: traveling to discover a new dignity. This condition embodies the contemporary city, made up by multiple dimensions, between which people are moving fluidly throught a new open living-space systems. The project, presented as a final output of this research, aims to modulate the space with some spatial volumes, designing quick actions, which are necessary to modulate a new point of view. Nature becomes the key for a correct interpretation of the space, exploiting an abandoned building as a sustainable shelter which will be able to protect its guest, generating food and energy. A starting point for a new ethics of temporary living.
ARC III - Scuola del Design
27-lug-2016
2015/2016
Il viaggio, inteso come l’insieme dei movimenti che una persona compie nell’arco della propria vita, è uno dei temi che più ha motivato la scelta di affrontare l’elaborazione di questa ricerca. Il viaggio ha ispirato, nella storia dell’umanità, molti aspetti del sapere attuale: dalla conquista di nuove terre agli esodi di intere popolazioni, l’incontro ravvicinato tra culture diverse mette in discussione le culture stesse e genera i vuoti necessari all’espressione dell’attività umana. Le migrazioni a cui oggi assistiamo solo attraverso i media, incalzano continuamente il pubblico, sollecitandoci su qualcosa che viene avvertito come prossimo, imminente, allarmante. Da qui la necessità di trovare soluzioni alternative all’accoglienza di nuove culture che transitano nel nostro territorio, attraversandolo, a volte mettendo a rischio i limiti della resistenza umana. Popolazioni invisibili, ma anche persistenti nei contesti di vita di tutti i giorni, che proclamano la loro autonomia in una condizione di sradicamento che rende difficile muoversi e quindi vivere. Spostarsi per cercare un riparo, un posto di lavoro, un’istruzione: viaggiare per trovare una nuova dignità. Una posizione che si concretizza nella città contemporanea, composta da molteplici dimensioni fra le quali le persone si muovo fluidamente e aperta a nuovi sistemi di abitare lo spazio. La proposta progettuale presentata alla fine degli ambiti di ricerca lavora su dei volumi spaziali che danno forma ad interventi che si impongono urgenti, veloci, elaborando punti di vista originali e fecondi. La natura entra in gioco come chiave di lettura degli ambienti, dando sostentamento e aiuto ai futuri ospiti in una struttura in dismissione da cui far scaturire una nuova etica per l’abitare temporaneo.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/123371