Il tema progettuale affrontato in questa tesi nasce da una delle domande che sicuramente ha tormentato maggiormente il campo dell’architettura milanese nel corso del 2015: “Quale sarà il futuro di EXPO Milano?”. Tale riflessione ha coinciso con l’opportunità di vivere l’esperienza dell’Erasmus a Siviglia, dove nel 1992 si svolse L’Esposizione Universale. Il prodotto di questi spunti riflessivi ha permesso di approfondire un tema attuale all’interno del caso emblematico della città Andalusa. La scelta di un campo di sperimentazione datato è stato essenziale al fine di analizzare quelli che sono i processi urbani messi in atto da un evento di tale risonanza, le conseguenze della conclusione e gli effetti provocati dalla pianificazione. In una realtà complessa e stratificata nel corso dei secoli come quella di Siviglia, viene inserita una realtà convulsa ma effimera, delle dimensioni di una città. La generazione di questa nuova città nella città, satura per 6 mesi le vie di comunicazione, stressa il sistema per poi, al termine dell’evento, eliminare l’infrastruttura sulla quale il congiunto si fondava creando un problema di funzione e di scala tra le due realtà. Il progetto si sviluppa nella “isola" della Cartuja, luogo nel quale si svolse la Esposizione Universale del 1992, dove successivamente l’Amministrazione locale promosse un primo programma di riconversione della città Expo: “Cartuja ’93”. Tale programma prevedeva la riconversione di tutta l’area in un parco tecnologico, dando di fatto risposta solamente al problema funzionale. Negli anni questa pianificazione affrettata ha generato diverse criticità nell’area: la mancanza di uno spazio pubblico progettato, la discontinuità con il sistema dalla città stratificata, il problema di scala che persiste, la forte mono funzionalità oltre alla generazione di alcune aree abbandonate e degradate. La proposta progettuale ha come obiettivo la riconfigurazione spaziale e funzionale dell’isola della Cartuja, e alla successiva riconnessione alla città consolidata e al sistema paesaggistico al margine. Il progetto vuole dare risposta alle problematiche rilevate alle diverse scale attraverso un approccio multiscalare, studiando il rapporto tra spazio edificato e spazio pubblico e quello esistente con la città consolidata, attuando una strategia in grado di rispondere alle problematiche individuate. Il progetto si propone come nuovo elemento strutturante capace di mettere a sistema le potenzialità e le occasioni individuate, dando inizio a un processo in grado di rivelare nuovi scenari di uno sviluppo futuro. Il ruolo più importante è affidato allo spazio pubblico che entrando nell’architettura, a tratti, perdendosi in essa diventa il protagonista del progetto capace di mettere in atto quel passaggio di scala necessario dalla città all’edificio.

EXPOST. La città tra evento e trasformazione. Progetto di riqualificazione e integrazione urbana per le aree dell'esposizione universale dell'Isola della Cartuja a Siviglia

DAMENO, ANDREA
2015/2016

Abstract

Il tema progettuale affrontato in questa tesi nasce da una delle domande che sicuramente ha tormentato maggiormente il campo dell’architettura milanese nel corso del 2015: “Quale sarà il futuro di EXPO Milano?”. Tale riflessione ha coinciso con l’opportunità di vivere l’esperienza dell’Erasmus a Siviglia, dove nel 1992 si svolse L’Esposizione Universale. Il prodotto di questi spunti riflessivi ha permesso di approfondire un tema attuale all’interno del caso emblematico della città Andalusa. La scelta di un campo di sperimentazione datato è stato essenziale al fine di analizzare quelli che sono i processi urbani messi in atto da un evento di tale risonanza, le conseguenze della conclusione e gli effetti provocati dalla pianificazione. In una realtà complessa e stratificata nel corso dei secoli come quella di Siviglia, viene inserita una realtà convulsa ma effimera, delle dimensioni di una città. La generazione di questa nuova città nella città, satura per 6 mesi le vie di comunicazione, stressa il sistema per poi, al termine dell’evento, eliminare l’infrastruttura sulla quale il congiunto si fondava creando un problema di funzione e di scala tra le due realtà. Il progetto si sviluppa nella “isola" della Cartuja, luogo nel quale si svolse la Esposizione Universale del 1992, dove successivamente l’Amministrazione locale promosse un primo programma di riconversione della città Expo: “Cartuja ’93”. Tale programma prevedeva la riconversione di tutta l’area in un parco tecnologico, dando di fatto risposta solamente al problema funzionale. Negli anni questa pianificazione affrettata ha generato diverse criticità nell’area: la mancanza di uno spazio pubblico progettato, la discontinuità con il sistema dalla città stratificata, il problema di scala che persiste, la forte mono funzionalità oltre alla generazione di alcune aree abbandonate e degradate. La proposta progettuale ha come obiettivo la riconfigurazione spaziale e funzionale dell’isola della Cartuja, e alla successiva riconnessione alla città consolidata e al sistema paesaggistico al margine. Il progetto vuole dare risposta alle problematiche rilevate alle diverse scale attraverso un approccio multiscalare, studiando il rapporto tra spazio edificato e spazio pubblico e quello esistente con la città consolidata, attuando una strategia in grado di rispondere alle problematiche individuate. Il progetto si propone come nuovo elemento strutturante capace di mettere a sistema le potenzialità e le occasioni individuate, dando inizio a un processo in grado di rivelare nuovi scenari di uno sviluppo futuro. Il ruolo più importante è affidato allo spazio pubblico che entrando nell’architettura, a tratti, perdendosi in essa diventa il protagonista del progetto capace di mettere in atto quel passaggio di scala necessario dalla città all’edificio.
DI FRANCO, ANDREA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-lug-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/123736