Negli ultimi 50 anni abbiamo assistito ad una folle espansione del tessuto costruito. Nelle grandi città sono sorte le periferie, mentre nei piccoli paesi sono sorti interi isolati formati da villette unifamiliari. In entrambe i casi si è perso il senso urbano, per cui assenti indiscussi sono la socialità, la vivacità, i servizi. In particolare in questa tesi mi focalizzerò sul secondo caso, per la precisione sul caso di Vertova, un piccolo comune in provincia di Bergamo. Negli ultimi 50 anni Vertova ha assistito ad un radicale cambiamento dell’assetto costruito. Il centro storico si è praticamente svuotato, andando a popolare il nuovo tessuto; l’esito è stato devastante in quanto si è concretizzata una divisione funzionale per cui tutti i servizi sono rimasti in centro, mentre la popolazione si è spostata fuori. La tesi propone un progetto di Social Housing in risposta ai problemi posti dalle nuove espansioni. Il Social Housing. Spesso il termine social housing è stato oggetto di fraintendimenti, motivo per cui vale la pena citare fin da subito la definizione che Giordana Ferri da nel suo libro ‘’Realizzare Social Housing’’: per social housing si intende un programma integrato d’interventi che comprende l’offerta di alloggi, servizi, azioni e strumenti rivolti a coloro che non riescono a soddisfare sul mercato il proprio bisogno abitativo, per ragioni economiche o per l’assenza di un’offerta adeguata. Gli stili di vita. Negli ultimi decenni la casa è diventata il luogo di diverse attività: studiare, lavorare, trascorrere il tempo libero, guardare un film, fare ginnastica; la casa è diventata il centro delle attività pubbliche e private della famiglia. Nonostante questi mutamenti la casa è rimasta pressoché invariata, ancorata a forme passate. L’attuale interpretazione degli spazi si dimostra arretrata rispetto agli stili di vita che ognuno di noi ha. L’area. La ricerca si è focalizzata fin da subito sulle aree dismesse, così da garantire un consumo di suolo pari a zero. L’area industriale Ex Do.Ma.De si è dimostrata perfetta come ambito di sperimentazione. Quest’area affonda le sue radici agli inizi del XXsecolo diventando nel tempo un icona per Vertova, fino al 1994, anno in cui l’azeinda ha dovuto chiuedere. Attualmente vi è un progetto di riconversione concreto, già depositato in comune, ma da tempo in fase di stallo. Il valore di quest’area è dato dalla posizione, sul limite tra l’abitato del centro storico e la zona industriale, dalla la vicinanza al nuovo info point, al fiume Serio (ambito dal forte valore ambientale e caratterizzato da un centro interesse turistico), alla stazione dei pullman e soprattutto al nuovo capolinea della linea tramviaria che nei prossimi anni collegherà Vertova a tutta la parte inferiore della Valle Seriana fino a Bergamo. Il Progetto. Mixitè funzinale, mixitè sociale, flessibilità tipologica e ricerca di un’urbanità locale sono state le costanti che hanno accompagnato il progetto lungo tutto il suo percorso. La mixitè funzionale, necessaria per creare uno scenario vivo è stata indagata a livello morfologico individuando una torre che ospita al suo interno spazi per il coworking e spazi di appoggio al homeworking, e a livello architettonico relegando al piano terra una serie di funzioni per i nuovi insediati e per tutta la popolazione di Vertova. La mixitè sociale è stata ricercata offrendo una grande varietà abitativa, da piccoli bilocali ad ampi quadrilocali, fino a villette su tre piani e alloggi pensati per persone con necessità di assistenza. La flessibilità tipologica è stata garantita individuando in tutto il complesso fasce o blocchi di servizio attorno al quale lo spazio è liberamente interpretabile a seconda dello stile di vita di chi abita determinati spazi. Infine è stata condotta una ricerca architettonica sul linguaggio dell’architettura locale individuando alcuni temi quali il ballatoio, gli aggetti, le balconate, i cortili, che sono stati poi ripresi ed integrati nel linguaggio del nuovo complesso.
Living DO.MA.DE. : la nuova casa per vecchie abitudini. Progetto di un complesso di social housing nell'area ex DO.MA.DE. a Vertova
PERSICO, ANDREA
2015/2016
Abstract
Negli ultimi 50 anni abbiamo assistito ad una folle espansione del tessuto costruito. Nelle grandi città sono sorte le periferie, mentre nei piccoli paesi sono sorti interi isolati formati da villette unifamiliari. In entrambe i casi si è perso il senso urbano, per cui assenti indiscussi sono la socialità, la vivacità, i servizi. In particolare in questa tesi mi focalizzerò sul secondo caso, per la precisione sul caso di Vertova, un piccolo comune in provincia di Bergamo. Negli ultimi 50 anni Vertova ha assistito ad un radicale cambiamento dell’assetto costruito. Il centro storico si è praticamente svuotato, andando a popolare il nuovo tessuto; l’esito è stato devastante in quanto si è concretizzata una divisione funzionale per cui tutti i servizi sono rimasti in centro, mentre la popolazione si è spostata fuori. La tesi propone un progetto di Social Housing in risposta ai problemi posti dalle nuove espansioni. Il Social Housing. Spesso il termine social housing è stato oggetto di fraintendimenti, motivo per cui vale la pena citare fin da subito la definizione che Giordana Ferri da nel suo libro ‘’Realizzare Social Housing’’: per social housing si intende un programma integrato d’interventi che comprende l’offerta di alloggi, servizi, azioni e strumenti rivolti a coloro che non riescono a soddisfare sul mercato il proprio bisogno abitativo, per ragioni economiche o per l’assenza di un’offerta adeguata. Gli stili di vita. Negli ultimi decenni la casa è diventata il luogo di diverse attività: studiare, lavorare, trascorrere il tempo libero, guardare un film, fare ginnastica; la casa è diventata il centro delle attività pubbliche e private della famiglia. Nonostante questi mutamenti la casa è rimasta pressoché invariata, ancorata a forme passate. L’attuale interpretazione degli spazi si dimostra arretrata rispetto agli stili di vita che ognuno di noi ha. L’area. La ricerca si è focalizzata fin da subito sulle aree dismesse, così da garantire un consumo di suolo pari a zero. L’area industriale Ex Do.Ma.De si è dimostrata perfetta come ambito di sperimentazione. Quest’area affonda le sue radici agli inizi del XXsecolo diventando nel tempo un icona per Vertova, fino al 1994, anno in cui l’azeinda ha dovuto chiuedere. Attualmente vi è un progetto di riconversione concreto, già depositato in comune, ma da tempo in fase di stallo. Il valore di quest’area è dato dalla posizione, sul limite tra l’abitato del centro storico e la zona industriale, dalla la vicinanza al nuovo info point, al fiume Serio (ambito dal forte valore ambientale e caratterizzato da un centro interesse turistico), alla stazione dei pullman e soprattutto al nuovo capolinea della linea tramviaria che nei prossimi anni collegherà Vertova a tutta la parte inferiore della Valle Seriana fino a Bergamo. Il Progetto. Mixitè funzinale, mixitè sociale, flessibilità tipologica e ricerca di un’urbanità locale sono state le costanti che hanno accompagnato il progetto lungo tutto il suo percorso. La mixitè funzionale, necessaria per creare uno scenario vivo è stata indagata a livello morfologico individuando una torre che ospita al suo interno spazi per il coworking e spazi di appoggio al homeworking, e a livello architettonico relegando al piano terra una serie di funzioni per i nuovi insediati e per tutta la popolazione di Vertova. La mixitè sociale è stata ricercata offrendo una grande varietà abitativa, da piccoli bilocali ad ampi quadrilocali, fino a villette su tre piani e alloggi pensati per persone con necessità di assistenza. La flessibilità tipologica è stata garantita individuando in tutto il complesso fasce o blocchi di servizio attorno al quale lo spazio è liberamente interpretabile a seconda dello stile di vita di chi abita determinati spazi. Infine è stata condotta una ricerca architettonica sul linguaggio dell’architettura locale individuando alcuni temi quali il ballatoio, gli aggetti, le balconate, i cortili, che sono stati poi ripresi ed integrati nel linguaggio del nuovo complesso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/123829