La presenza nell’ambiente di cromo nella forma esavalente desta preoccupazioni legate alla tossicità dell’inquinante per l’uomo; la pericolosità del Cr(VI) è altresì correlata all’elevata solubilità dei suoi composti, che ne favorisce la dispersione. Sul territorio italiano, come nel contesto lombardo, numerosi siti presentano una contaminazione delle acque di falda di importante entità, che determina anche estesi plume di contaminazione da monitorare. Allo stato attuale, i committenti pubblici e privati degli interventi di bonifica tendono a orientarsi verso l’asportazione della matrice contaminata o tecnologie obsolete come il “Pump and Treat” delle acque di falda. Economicamente e non solo, è opportuno porre l’attenzione su tecnologie innovative che possono già rappresentare una valida alternativa a tale approccio. Trattamenti in situ del Cr(VI), con buone potenzialità in relazione alla sostenibilità ambientale, vengono descritti nell’elaborato, valutandone i meccanismi d’azione e l’andamento dell’efficienza in relazione alle principali caratteristiche della matrice. In particolare, sono descritti processi di riduzione chimica con reagenti a base di ferro e zolfo, processi biologici di riduzione e sequestro, nonché processi di rimozione chimico-fisica mediante trattamento elettrocinetico e soil flushing. Definiti alcuni scenari rappresentativi delle condizioni maggiormente critiche per la rimozione del Cr(VI), sono stati tracciati diagrammi di flusso per definire le tecnologie applicabili in relazione alle principali caratteristiche sito-specifiche; le indicazioni fornite dagli schemi sono state confrontate con quelle della matrice di screening di ISPRA, formulando proposte di modifica e integrazione della stessa. I diagrammi di flusso sono quindi stati applicati ad alcuni casi reali, al fine di confrontare le tecnologie proposte con quelle effettivamente utilizzate per gli interventi di bonifica. Risulta congruità tra le scelte adottate nei casi trattati e le indicazioni di trattamento fornite dai diagrammi. I diagrammi di flusso proposti potrebbero dunque rappresentare uno strumento di supporto in fase preliminare di valutazione delle tecnologie più promettenti in funzione delle caratteristiche sito-specifiche; la reale efficacia delle tecnologie proposte deve comunque essere verificata tramite test di laboratorio e prove pilota.
Tecnologie e processi innovativi per il trattamento dei siti contaminati con cromo esavalente
ALBERTINI, MARCO
2015/2016
Abstract
La presenza nell’ambiente di cromo nella forma esavalente desta preoccupazioni legate alla tossicità dell’inquinante per l’uomo; la pericolosità del Cr(VI) è altresì correlata all’elevata solubilità dei suoi composti, che ne favorisce la dispersione. Sul territorio italiano, come nel contesto lombardo, numerosi siti presentano una contaminazione delle acque di falda di importante entità, che determina anche estesi plume di contaminazione da monitorare. Allo stato attuale, i committenti pubblici e privati degli interventi di bonifica tendono a orientarsi verso l’asportazione della matrice contaminata o tecnologie obsolete come il “Pump and Treat” delle acque di falda. Economicamente e non solo, è opportuno porre l’attenzione su tecnologie innovative che possono già rappresentare una valida alternativa a tale approccio. Trattamenti in situ del Cr(VI), con buone potenzialità in relazione alla sostenibilità ambientale, vengono descritti nell’elaborato, valutandone i meccanismi d’azione e l’andamento dell’efficienza in relazione alle principali caratteristiche della matrice. In particolare, sono descritti processi di riduzione chimica con reagenti a base di ferro e zolfo, processi biologici di riduzione e sequestro, nonché processi di rimozione chimico-fisica mediante trattamento elettrocinetico e soil flushing. Definiti alcuni scenari rappresentativi delle condizioni maggiormente critiche per la rimozione del Cr(VI), sono stati tracciati diagrammi di flusso per definire le tecnologie applicabili in relazione alle principali caratteristiche sito-specifiche; le indicazioni fornite dagli schemi sono state confrontate con quelle della matrice di screening di ISPRA, formulando proposte di modifica e integrazione della stessa. I diagrammi di flusso sono quindi stati applicati ad alcuni casi reali, al fine di confrontare le tecnologie proposte con quelle effettivamente utilizzate per gli interventi di bonifica. Risulta congruità tra le scelte adottate nei casi trattati e le indicazioni di trattamento fornite dai diagrammi. I diagrammi di flusso proposti potrebbero dunque rappresentare uno strumento di supporto in fase preliminare di valutazione delle tecnologie più promettenti in funzione delle caratteristiche sito-specifiche; la reale efficacia delle tecnologie proposte deve comunque essere verificata tramite test di laboratorio e prove pilota.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/123875