Riscoprire l’identità dei luoghi abbandonati della città contemporanea significa prendere coscienza delle diverse dinamiche – sociali, economiche, politiche - le cui conseguenze sono oggi assai evidenti e rilevabili nella scarsa qualità degli ambienti urbani. Tale consapevolezza deve saper orientare efficaci quanto concrete azioni utili alla definizione di scenari in grado di riequilibrare i rapporti tra le diverse componenti dell’organismo urbano. La situazione climatica globale impone un atteggiamento culturale responsabile e, contestualmente, una riflessione urgente sui modelli si sviluppo da adottare per le città contemporanee, ecosistemi complessi che devono porsi in equilibrio con la sfera naturale. A Piacenza, la carenza di aree verdi da un lato, unitamente all'elevata presenza di luoghi interdetti, eredità di un ancora ben visibile passato militare – dall'altro - costituisce straordinaria occasione per concepire un radicale rinnovamento in chiave ecologica degli spazi pubblici della città. Occorre quindi pensare ad una visione responsabile ed unitaria, rivolta a rafforzare la presenza del verde riabilitando queste aree attraverso un’iniezione misurata e calibrata di nuovi servizi di cui la città necessita. In tale contesto generale – perimetrato nella specifica quanto paradigmatica situazione locale della città emiliana - si colloca un’analisi delle potenzialità e criticità del modello urbanistico di Piacenza e una proposta di ridisegno degli spazi verdi pubblici attraverso la messa a sistema di una serie di aree a corona del centro urbano. Una cintura esterna di parchi come struttura portante dell’evoluzione urbana del futuro della città e come recupero della memoria del passato delle fortificazioni austro-piemontesi. All'interno della strategia urbana s’inserisce la proposta progettuale per il parco della Pertite, da realizzare sull'omonima area militare che si estende per circa 28 ettari, nata agli inizi del secolo scorso come Laboratorio di Caricamento Proiettili e Alti Esplosivi, e individuata, all'interno della pianificazione locale, come ambito di trasformazione cruciale per il futuro della città. Il lavoro si sviluppa a partire da indagini preliminari necessarie per conoscere lo stato di fatto dell’area, oggetto negli ultimi anni dell’interesse di gran parte della cittadinanza che ha manifestato, anche tramite la nascita di un comitato e lo svolgimento di un referendum consultivo, la volontà della sua trasformazione in parco pubblico. Il confronto con gli attori locali coinvolti, da una parte i militari, attuali proprietari dell’area, e - dall'altro - il comitato pro-parco che nel corso degli anni ha sviluppato una serie di tematiche, ha evidenziato le criticità e le opportunità di sviluppo necessarie per radicare il progetto nella realtà locale. L’indagine storica, indispensabile per la comprensione del genius loci, lo studio dei documenti tecnici della pianificazione, oltre che la lettura critica di casi studio per rafforzare un background culturale sul tema, ha posto le basi per un’analisi finalizzata alla scrittura di una proposta progettuale indirizzata a potenziare il ruolo della città pubblica. La volontà di instaurare nuove relazioni spaziali e funzionali con il contesto, senza snaturare l’identità intrinseca del luogo, viene declinata attraverso il tema dell’innesto come metodologia d’intervento per la riqualificazione dell’esistente. Particolare attenzione è stata rivolta alla salvaguardia della natura residuale sviluppatasi in seguito alla graduale dismissione e che attualmente configura l’area come un bosco urbano consolidato che apporta un importante contributo ambientale all'intera città. L’obiettivo è di riflettere concretamente sul ruolo del parco urbano come cellula rigenerativa dei paesaggi abbandonati attraverso una proposta progettuale, spendibile localmente, che vuole essere strumento anticipatore in grado di prefigurare uno scenario futuribile da metabolizzare all'interno di successivi processi partecipativi incentrati sul dialogo tra le diverse componenti della realtà piacentina.

Dialoghi tra città e paesaggio. IL parco urbano come cellula rigenerativa di luoghi abbandonati tra lettura critica e progetto

LOCA, ELEONORA;CERVINI, MATTEO
2015/2016

Abstract

Riscoprire l’identità dei luoghi abbandonati della città contemporanea significa prendere coscienza delle diverse dinamiche – sociali, economiche, politiche - le cui conseguenze sono oggi assai evidenti e rilevabili nella scarsa qualità degli ambienti urbani. Tale consapevolezza deve saper orientare efficaci quanto concrete azioni utili alla definizione di scenari in grado di riequilibrare i rapporti tra le diverse componenti dell’organismo urbano. La situazione climatica globale impone un atteggiamento culturale responsabile e, contestualmente, una riflessione urgente sui modelli si sviluppo da adottare per le città contemporanee, ecosistemi complessi che devono porsi in equilibrio con la sfera naturale. A Piacenza, la carenza di aree verdi da un lato, unitamente all'elevata presenza di luoghi interdetti, eredità di un ancora ben visibile passato militare – dall'altro - costituisce straordinaria occasione per concepire un radicale rinnovamento in chiave ecologica degli spazi pubblici della città. Occorre quindi pensare ad una visione responsabile ed unitaria, rivolta a rafforzare la presenza del verde riabilitando queste aree attraverso un’iniezione misurata e calibrata di nuovi servizi di cui la città necessita. In tale contesto generale – perimetrato nella specifica quanto paradigmatica situazione locale della città emiliana - si colloca un’analisi delle potenzialità e criticità del modello urbanistico di Piacenza e una proposta di ridisegno degli spazi verdi pubblici attraverso la messa a sistema di una serie di aree a corona del centro urbano. Una cintura esterna di parchi come struttura portante dell’evoluzione urbana del futuro della città e come recupero della memoria del passato delle fortificazioni austro-piemontesi. All'interno della strategia urbana s’inserisce la proposta progettuale per il parco della Pertite, da realizzare sull'omonima area militare che si estende per circa 28 ettari, nata agli inizi del secolo scorso come Laboratorio di Caricamento Proiettili e Alti Esplosivi, e individuata, all'interno della pianificazione locale, come ambito di trasformazione cruciale per il futuro della città. Il lavoro si sviluppa a partire da indagini preliminari necessarie per conoscere lo stato di fatto dell’area, oggetto negli ultimi anni dell’interesse di gran parte della cittadinanza che ha manifestato, anche tramite la nascita di un comitato e lo svolgimento di un referendum consultivo, la volontà della sua trasformazione in parco pubblico. Il confronto con gli attori locali coinvolti, da una parte i militari, attuali proprietari dell’area, e - dall'altro - il comitato pro-parco che nel corso degli anni ha sviluppato una serie di tematiche, ha evidenziato le criticità e le opportunità di sviluppo necessarie per radicare il progetto nella realtà locale. L’indagine storica, indispensabile per la comprensione del genius loci, lo studio dei documenti tecnici della pianificazione, oltre che la lettura critica di casi studio per rafforzare un background culturale sul tema, ha posto le basi per un’analisi finalizzata alla scrittura di una proposta progettuale indirizzata a potenziare il ruolo della città pubblica. La volontà di instaurare nuove relazioni spaziali e funzionali con il contesto, senza snaturare l’identità intrinseca del luogo, viene declinata attraverso il tema dell’innesto come metodologia d’intervento per la riqualificazione dell’esistente. Particolare attenzione è stata rivolta alla salvaguardia della natura residuale sviluppatasi in seguito alla graduale dismissione e che attualmente configura l’area come un bosco urbano consolidato che apporta un importante contributo ambientale all'intera città. L’obiettivo è di riflettere concretamente sul ruolo del parco urbano come cellula rigenerativa dei paesaggi abbandonati attraverso una proposta progettuale, spendibile localmente, che vuole essere strumento anticipatore in grado di prefigurare uno scenario futuribile da metabolizzare all'interno di successivi processi partecipativi incentrati sul dialogo tra le diverse componenti della realtà piacentina.
ALLEGRI, DAVIDE
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-lug-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/123909