Nonostante la grande attualità della questione, i temi del risparmio energetico e in senso lato quello della sostenibilità, hanno tardato ad affacciarsi nel campo disciplinare del restauro. La Direttiva europea 2002/91 ha dato un forte impulso al problema dell’incremento delle prestazioni energetiche degli edifici, sia nuovi che esistenti. Tra gli edifici esistenti vanno dunque annoverati anche gli edifici storici che, se tutelati sia come beni individui sia per il loro valore d’insieme, possono essere esclusi dall’applicazione della legge, secondo quanto stabilito dalla Direttiva europea e recepito pedissequamente dagli strumenti normativi nazionali. Si vuole qui discutere la percorribilità di strade alternative a quella della deroga, intesa come non applicazione della norma stessa, favorendo la ricerca di soluzioni diverse da quelle proponibili per l’edilizia di nuova costruzione, soprattutto attraverso la graduazione degli interventi. Altri settori che si intrecciano con quello della conservazione architettonica hanno già sperimentato pratiche e teorie interessanti da esaminare (si veda ad esempio quanto discusso a proposito del superamento delle barriere architettoniche o della sicurezza antisismica). Viene così proposta una calibrazione degli interventi, da condursi più in termini di miglioramento delle prestazioni che non di rispetto di limiti spesso troppo restrittivi, che tenga conto delle tipologie e degli usi degli edifici storici e della loro natura di beni culturali. Si è dunque cercato di tracciare lo stato dell’arte del dibattito in Italia e di ricercare le poche realizzazioni che hanno affrontato la tematica: si rende così evidente che non esiste un’elaborazione teorica complessiva sistematica e disponibile, e che i contributi più interessanti e quasi sempre sperimentali si trovano per lo più in pubblicazioni molto specialistiche. Tra gli esempi rintracciati, in fase di progetto/realizzazione o già terminati, i più interessanti sembrano essere proprio quelli che operano in un’ottica di miglioramento senza mirare a prestazioni impossibili da ottenere per l’edificato storico. Per quest’ultimo (caratterizzato da tecniche costruttive assai diverse dalle recenti e dunque con comportamenti non assimilabili) è, infatti, assai complesso determinare con esattezza numerica il comportamento dal punto di vista energetico, diviene dunque difficile agire per un adeguamento che fissi parametri assoluti senza avere chiaro quali prestazioni siano realmente offerte. Gli strumenti informatici ad oggi disponibili e più frequentemente utilizzati per il calcolo delle performance energetiche e per la relativa certificazione, lavorano in regime stazionario e non appaiono adeguati per l’analisi dell’esistente storico, mentre quelli operanti in regime dinamico (seppure di tipo semplificato, i cosiddetti software di sketch design analysis) mostrano comunque alcuni problemi. Nella parte più sperimentale della tesi ci si pone così l’obiettivo di testare alcuni di questi ultimi strumenti per capire se e in che modo (cioè secondo quali step) possano essere impiegati per la modellazione dell’edificato storico. L’analisi del quadro generale e la parte sperimentale consentono di tracciare, certo solo attraverso dei primi spunti, alcune proposte finalizzate alla stesura di linee guida in materia, che forniscano almeno le maggiori necessità individuate per un proseguimento proficuo della ricerca.

Sperimentazioni nel presente e lezioni dal passato: la sfida del miglioramento energetico nell'edificato storico

SCHIPPA, GIULIA;LONGO, ELENA
2008/2009

Abstract

Nonostante la grande attualità della questione, i temi del risparmio energetico e in senso lato quello della sostenibilità, hanno tardato ad affacciarsi nel campo disciplinare del restauro. La Direttiva europea 2002/91 ha dato un forte impulso al problema dell’incremento delle prestazioni energetiche degli edifici, sia nuovi che esistenti. Tra gli edifici esistenti vanno dunque annoverati anche gli edifici storici che, se tutelati sia come beni individui sia per il loro valore d’insieme, possono essere esclusi dall’applicazione della legge, secondo quanto stabilito dalla Direttiva europea e recepito pedissequamente dagli strumenti normativi nazionali. Si vuole qui discutere la percorribilità di strade alternative a quella della deroga, intesa come non applicazione della norma stessa, favorendo la ricerca di soluzioni diverse da quelle proponibili per l’edilizia di nuova costruzione, soprattutto attraverso la graduazione degli interventi. Altri settori che si intrecciano con quello della conservazione architettonica hanno già sperimentato pratiche e teorie interessanti da esaminare (si veda ad esempio quanto discusso a proposito del superamento delle barriere architettoniche o della sicurezza antisismica). Viene così proposta una calibrazione degli interventi, da condursi più in termini di miglioramento delle prestazioni che non di rispetto di limiti spesso troppo restrittivi, che tenga conto delle tipologie e degli usi degli edifici storici e della loro natura di beni culturali. Si è dunque cercato di tracciare lo stato dell’arte del dibattito in Italia e di ricercare le poche realizzazioni che hanno affrontato la tematica: si rende così evidente che non esiste un’elaborazione teorica complessiva sistematica e disponibile, e che i contributi più interessanti e quasi sempre sperimentali si trovano per lo più in pubblicazioni molto specialistiche. Tra gli esempi rintracciati, in fase di progetto/realizzazione o già terminati, i più interessanti sembrano essere proprio quelli che operano in un’ottica di miglioramento senza mirare a prestazioni impossibili da ottenere per l’edificato storico. Per quest’ultimo (caratterizzato da tecniche costruttive assai diverse dalle recenti e dunque con comportamenti non assimilabili) è, infatti, assai complesso determinare con esattezza numerica il comportamento dal punto di vista energetico, diviene dunque difficile agire per un adeguamento che fissi parametri assoluti senza avere chiaro quali prestazioni siano realmente offerte. Gli strumenti informatici ad oggi disponibili e più frequentemente utilizzati per il calcolo delle performance energetiche e per la relativa certificazione, lavorano in regime stazionario e non appaiono adeguati per l’analisi dell’esistente storico, mentre quelli operanti in regime dinamico (seppure di tipo semplificato, i cosiddetti software di sketch design analysis) mostrano comunque alcuni problemi. Nella parte più sperimentale della tesi ci si pone così l’obiettivo di testare alcuni di questi ultimi strumenti per capire se e in che modo (cioè secondo quali step) possano essere impiegati per la modellazione dell’edificato storico. L’analisi del quadro generale e la parte sperimentale consentono di tracciare, certo solo attraverso dei primi spunti, alcune proposte finalizzate alla stesura di linee guida in materia, che forniscano almeno le maggiori necessità individuate per un proseguimento proficuo della ricerca.
ADHIKARI, RAJENDRA S.
ROGORA, ALESSANDRO
ROSINA, ELISABETTA
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
4-mag-2010
2008/2009
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/124