The initial input for the project described in the following pages originates both for a shared passion we have for the mountains and for our experience of this particular path we begin a while back when we moved to Colico while we attended the Campus of Lecco. We had a conversation with the CAI of Colico, during one of our hike to Monte Legnone and they explained us how in that area they do not have a shelter, in particular along the Alta Via Valsassina, that goes from Monte Legnone to Rifugio Casera Vecchia di Varrone. We then took this opportunity and accepted the challenge to design a shelter that is located 2000 meters above sea level. Once we identified the subject of the project, the study process consisted of an initial analysis of the building typology in order to understand what it really means to build in that environment. We then approached one of the main bioclimatic aspect of the project area. Every approach and every choice respect the mountains, what it represents to whom loves it and lives it and by the fact that designing for such a pure and savage environment does not allow the architect/engineer to feel free to do whatever their minds suggest. We addressed different issues, from the desire to give a modern interpretation of what is a traditional icon of the mountain, to the necessity of being self-sufficient due to the site logistics and to the construction site for which is fundamental that all the operation on site are only for assembling all the prefabricated components.

L’input iniziale per lo sviluppo del percorso di studio e progetto descritto nelle pagine seguenti ha avuto origine, oltre che da una personale passione per la montagna, dalla nostra esperienza vissuta a Colico durante l’anno di studio a Lecco. Parlando con il responsabile del CAI di Colico, durante una delle nostre salite al Monte Legnone, ci è stato spiegato come nel Lecchese manchi un punto di appoggio, in particolare sul percorso dell’Alta Via Valsassina che dal Monte Legnone porta al Rifugio Casera Vecchia di Varrone. È stata quindi colta l’occasione per raccogliere la sfida di una progettazione ad alta quota. Individuato il soggetto del progetto, il processo di studio si è articolato in una iniziale analisi della tipologia edilizia in modo da comprendere cosa realmente significhi costruire in alta montagna. E’ stato strutturato quindi uno studio dei principali aspetti bioclimatici dell’area di progetto. Ogni approccio, ogni scelta, tiene conto del rispetto di quella che è la montagna, di ciò che rappresenta per chi la ama e la frequenta e del fatto che intervenire in un luogo puro e selvaggio non dia la possibilità di dare libero arbitrio al gesto architettonico. Sono pertanto state affrontate diverse tematiche, dalla volontà di restituire una interpretazione in chiave moderna dell’iconografia tradizionale montana, alla necessaria autosufficienza energetica, fino alla logistica di cantiere, per la quale è indispensabile che in loco le operazioni da svolgere siano per lo più di assemblaggio di componenti prefabbricate a valle. Sono state anche studiate proposte per lo sviluppo impiantistico del progetto che consentono al manufatto di autosostenersi.

B-TECH. Il bivacco in montagna : progettazione di un alloggio temporaneo in alta quota con sistemi stratificati a secco a Deleguaggio

REDAELLI, ANDREA;FERRARI, ELENA
2015/2016

Abstract

The initial input for the project described in the following pages originates both for a shared passion we have for the mountains and for our experience of this particular path we begin a while back when we moved to Colico while we attended the Campus of Lecco. We had a conversation with the CAI of Colico, during one of our hike to Monte Legnone and they explained us how in that area they do not have a shelter, in particular along the Alta Via Valsassina, that goes from Monte Legnone to Rifugio Casera Vecchia di Varrone. We then took this opportunity and accepted the challenge to design a shelter that is located 2000 meters above sea level. Once we identified the subject of the project, the study process consisted of an initial analysis of the building typology in order to understand what it really means to build in that environment. We then approached one of the main bioclimatic aspect of the project area. Every approach and every choice respect the mountains, what it represents to whom loves it and lives it and by the fact that designing for such a pure and savage environment does not allow the architect/engineer to feel free to do whatever their minds suggest. We addressed different issues, from the desire to give a modern interpretation of what is a traditional icon of the mountain, to the necessity of being self-sufficient due to the site logistics and to the construction site for which is fundamental that all the operation on site are only for assembling all the prefabricated components.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
29-set-2016
2015/2016
L’input iniziale per lo sviluppo del percorso di studio e progetto descritto nelle pagine seguenti ha avuto origine, oltre che da una personale passione per la montagna, dalla nostra esperienza vissuta a Colico durante l’anno di studio a Lecco. Parlando con il responsabile del CAI di Colico, durante una delle nostre salite al Monte Legnone, ci è stato spiegato come nel Lecchese manchi un punto di appoggio, in particolare sul percorso dell’Alta Via Valsassina che dal Monte Legnone porta al Rifugio Casera Vecchia di Varrone. È stata quindi colta l’occasione per raccogliere la sfida di una progettazione ad alta quota. Individuato il soggetto del progetto, il processo di studio si è articolato in una iniziale analisi della tipologia edilizia in modo da comprendere cosa realmente significhi costruire in alta montagna. E’ stato strutturato quindi uno studio dei principali aspetti bioclimatici dell’area di progetto. Ogni approccio, ogni scelta, tiene conto del rispetto di quella che è la montagna, di ciò che rappresenta per chi la ama e la frequenta e del fatto che intervenire in un luogo puro e selvaggio non dia la possibilità di dare libero arbitrio al gesto architettonico. Sono pertanto state affrontate diverse tematiche, dalla volontà di restituire una interpretazione in chiave moderna dell’iconografia tradizionale montana, alla necessaria autosufficienza energetica, fino alla logistica di cantiere, per la quale è indispensabile che in loco le operazioni da svolgere siano per lo più di assemblaggio di componenti prefabbricate a valle. Sono state anche studiate proposte per lo sviluppo impiantistico del progetto che consentono al manufatto di autosostenersi.
Tesi di laurea Magistrale
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Descrizione: TESTO DELLA TESI E TAVOLE DI PROGETTO
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/124061