Il percorso di questa tesi è iniziato da una riflessione sull’ esposizione universale di Milano dal tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita “. Ma la nostra attenzione si è focalizzata su cosa resterà di tutto ciò. Quale sarà la sua memoria, ammesso che possa restarne un eco efficace. In questo senso, ci inseriamo nel clima attuale del Post Expo: proposte per il riutilizzo di singoli padiglioni o di interventi nel sito, sono all’ordine del giorno oramai da alcuni mesi; oltre a casi, i quali, la risposta alla domanda “cosa succederà dopo”, era uno dei punti cardini del concept progettuale di presentazione. Pertanto la nostra proposta di intervento è quella del riutilizzo di uno dei padiglioni cluster, il Biomed-iterraneo, al fine di creare un centro di ideazione, realizzazione e comunicazione del prodotto che si propone come occasione di formazione e (ri)educazione alla cultura del fare. La scelta che sta dietro l’inserimento dei padiglioni Cluster, per la prima volta in un’esposizione uni-versale, ovvero, la volontà di concedere anche ai paesi più poveri, la possibilità di raccontare le loro realtà; il tema di Expo 2015, che ci parla del futuro del nostro pianeta ma promuovendo una nuova sensibilità per ciò che sta alle origini di tutti i paesi del mondo, le loro risorse primarie; ed infine lo scambio che questo grande evento ha scatenato in tutta la sua durata, un passaggio di saperi, di tra-dizioni, di usi e costumi... un evento che ha accolto 21.000 visitatori e con essi le loro identità. Sono questi i principali aspetti che abbiamo tratto dalla riflessione e che hanno scaturito in noi la decisione di intervento: essa, a nostro parere, può contenere una soluzione al momento critico per il paese dell’Italia che vede lontano il progresso, e una risposta a ciò che ultimamente tiene aperti i dialoghi tra i più esperti, non ché tematica di quella che sarà la XXI edizione della Triennale di Milano, ovvero il quesito riguardo il futuro della nostra disciplina, quella del design. Questa tesi vuole pertanto indagare sulle possibilità di trasmettere, e quindi salvaguardare, una parte fondamentale del patrimonio culturale italiano: quella dell’arte e dei suoi mestieri. Acquisire di quest’ultima le conoscenze per promuovere nuovi saperi da trasmettere, arricchiti di tecniche innovative. Fare tesoro di un’eredità artigianale per progettare il futuro di prodotti che trasmettano la qualità, frutto del saper fare delle persone. Ma cosa importante è considerare, nel nostro caso la città di Milano, per come essa si presenta oggi, nella sua eterogeneità. Quindi, sfruttare al meglio tale aspetto: il flusso di immigrazione che più negli ultimi anni la carat-terizza, è un flusso di identità che portano con sé dei saperi, dei mestieri... lo scambio con essi è a nostro parere la chiave per far si che, un fenomeno che al momento sta mettendo il nostro paese in difficoltà, possa invece essere il primo ramo dal quale far sbocciare creatività ed innovazione. Dalle parole del presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte: “ la cultura del mestiere d’arte europeo è trasversale, al di là delle lingue e delle divisioni: anzi, delle divisioni e della specificità fa un tesoro prezioso...” Il futuro della disciplina del design a nostro avviso è un sistema che riesca ad inserire l’Italia in questo clima trasversale ... Expo Milano 2015 ha dato il via a concetti e riflessioni significativi ed ha posto al centro della scena il nostro paese, quindi perché non iniziare proprio da qui?!
(Re)made in... Expo Milano 2015. Un'ipotesi di riutilizzo per il padiglione cluster biomediterraneo
FAZELI, TINA;FONDELLI, CRISTINA
2015/2016
Abstract
Il percorso di questa tesi è iniziato da una riflessione sull’ esposizione universale di Milano dal tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita “. Ma la nostra attenzione si è focalizzata su cosa resterà di tutto ciò. Quale sarà la sua memoria, ammesso che possa restarne un eco efficace. In questo senso, ci inseriamo nel clima attuale del Post Expo: proposte per il riutilizzo di singoli padiglioni o di interventi nel sito, sono all’ordine del giorno oramai da alcuni mesi; oltre a casi, i quali, la risposta alla domanda “cosa succederà dopo”, era uno dei punti cardini del concept progettuale di presentazione. Pertanto la nostra proposta di intervento è quella del riutilizzo di uno dei padiglioni cluster, il Biomed-iterraneo, al fine di creare un centro di ideazione, realizzazione e comunicazione del prodotto che si propone come occasione di formazione e (ri)educazione alla cultura del fare. La scelta che sta dietro l’inserimento dei padiglioni Cluster, per la prima volta in un’esposizione uni-versale, ovvero, la volontà di concedere anche ai paesi più poveri, la possibilità di raccontare le loro realtà; il tema di Expo 2015, che ci parla del futuro del nostro pianeta ma promuovendo una nuova sensibilità per ciò che sta alle origini di tutti i paesi del mondo, le loro risorse primarie; ed infine lo scambio che questo grande evento ha scatenato in tutta la sua durata, un passaggio di saperi, di tra-dizioni, di usi e costumi... un evento che ha accolto 21.000 visitatori e con essi le loro identità. Sono questi i principali aspetti che abbiamo tratto dalla riflessione e che hanno scaturito in noi la decisione di intervento: essa, a nostro parere, può contenere una soluzione al momento critico per il paese dell’Italia che vede lontano il progresso, e una risposta a ciò che ultimamente tiene aperti i dialoghi tra i più esperti, non ché tematica di quella che sarà la XXI edizione della Triennale di Milano, ovvero il quesito riguardo il futuro della nostra disciplina, quella del design. Questa tesi vuole pertanto indagare sulle possibilità di trasmettere, e quindi salvaguardare, una parte fondamentale del patrimonio culturale italiano: quella dell’arte e dei suoi mestieri. Acquisire di quest’ultima le conoscenze per promuovere nuovi saperi da trasmettere, arricchiti di tecniche innovative. Fare tesoro di un’eredità artigianale per progettare il futuro di prodotti che trasmettano la qualità, frutto del saper fare delle persone. Ma cosa importante è considerare, nel nostro caso la città di Milano, per come essa si presenta oggi, nella sua eterogeneità. Quindi, sfruttare al meglio tale aspetto: il flusso di immigrazione che più negli ultimi anni la carat-terizza, è un flusso di identità che portano con sé dei saperi, dei mestieri... lo scambio con essi è a nostro parere la chiave per far si che, un fenomeno che al momento sta mettendo il nostro paese in difficoltà, possa invece essere il primo ramo dal quale far sbocciare creatività ed innovazione. Dalle parole del presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte: “ la cultura del mestiere d’arte europeo è trasversale, al di là delle lingue e delle divisioni: anzi, delle divisioni e della specificità fa un tesoro prezioso...” Il futuro della disciplina del design a nostro avviso è un sistema che riesca ad inserire l’Italia in questo clima trasversale ... Expo Milano 2015 ha dato il via a concetti e riflessioni significativi ed ha posto al centro della scena il nostro paese, quindi perché non iniziare proprio da qui?!File | Dimensione | Formato | |
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