Il distretto chimico di Mantova è un Sito di Interesse Nazionale (SIN). Esso comprende una oil re nery, specializzata nella produzione di benzine di proprietà della società Ies/Mol, un impianto petrolchimico per il trattamento delle ole ne di proprietà della società Eni Versalis, una unità di separazione aria con impianto reformer di proprietà della società Sapio e una serie di aziende e industrie che lavorano nell'indotto industriale, nel campo dei materiali plastici, metallici e del legno truciolato [1]. Al giorno d'oggi la ra neria è chiusa. Le autorità a tutti i livelli (città, provincia, regione e ministero) si stanno muovendo rapidamente per convertire il vecchio impianto in una biora neria. La storia del "Polo Chimico" di Mantova infatti è caratterizzata dalla progressiva perdita di competitività dell'industria basata su combustibili fossili, con una attuale forte perdita di posti di lavoro e un potenziale impatto ambientale. In conseguenza alle scarse prospettive di successo delle industrie tradizionali, e con l'emergere di alternative sostenibili legate alla green-economy, si è progressivamente determinato un movimento d'interesse verso lo sviluppo di nuove iniziative industriali più eco-compatibili e sostenibili, basate su materie prime vegetali, prodotte nelle aree limitrofe, con le potenzialità logistiche esistenti rappresentate dal porto uviale, dalla via d'acqua e dai collegamenti ferroviari. Inoltre, il passaggio ad un modello industriale di biora neria, indipendentemente dai prodotti nali della biotecnologia, richiede a monte sia una fonte stabile di biomassa (in termini di disponibilità e prezzi) sia la mancata competizione con i terreni destinati attualmente alle produzioni food e feed. Tutti elementi presenti nell'area considerata. Questa tesi illustra gli studi e risultati del progetto BioMAN, nanziato dalla Fondazione CARIPLO, per la conversione della vecchia ra neria in una biora neria di seconda generazione. Si è studiata una tipologia di biomassa da coltivare che rispondesse bene alle necessità territoriali, come la puri cazione del terreno da inquinanti e la coltura su sponde lacustri poco agevoli per trattamenti di irrigazione o fertilizzanti. Una valutazione economica preliminare della produzione di metanolo ha mostrato il potenziale per la produzione di reddito: l'utile netto accumulato è di 40 milioni di euro in cinque anni, la produzione di metanolo è di 50 kt all'anno, mentre l'input annuo di biomassa necessaria, di circa 100 kt, è in accordo con i rapporti attuali della disponibilità locale. È stato scritto quindi un algoritmo di calcolo numerico per avvalorare e ettivamente che la scelta di produrre metanolo sia la più conveniente attraverso una ottimizzazione delle diverse vie produttive. Per fare questo si sono studiati anche tutti i processi alternativi che la biora neria potrebbe operare con la biomassa a disposizione, considerando anche la stagionalità dei prodotti agricoli e quindi il cambiamento di composizione della massa lignocellulosica trattata.

Bioman : biovalorizzazione del distretto chimico di Mantova attraverso la pianificazione di una filiera di approvigionamento non-food e la riconversione a bioprodotti

SANTINI, ANNA SOFIA
2015/2016

Abstract

Il distretto chimico di Mantova è un Sito di Interesse Nazionale (SIN). Esso comprende una oil re nery, specializzata nella produzione di benzine di proprietà della società Ies/Mol, un impianto petrolchimico per il trattamento delle ole ne di proprietà della società Eni Versalis, una unità di separazione aria con impianto reformer di proprietà della società Sapio e una serie di aziende e industrie che lavorano nell'indotto industriale, nel campo dei materiali plastici, metallici e del legno truciolato [1]. Al giorno d'oggi la ra neria è chiusa. Le autorità a tutti i livelli (città, provincia, regione e ministero) si stanno muovendo rapidamente per convertire il vecchio impianto in una biora neria. La storia del "Polo Chimico" di Mantova infatti è caratterizzata dalla progressiva perdita di competitività dell'industria basata su combustibili fossili, con una attuale forte perdita di posti di lavoro e un potenziale impatto ambientale. In conseguenza alle scarse prospettive di successo delle industrie tradizionali, e con l'emergere di alternative sostenibili legate alla green-economy, si è progressivamente determinato un movimento d'interesse verso lo sviluppo di nuove iniziative industriali più eco-compatibili e sostenibili, basate su materie prime vegetali, prodotte nelle aree limitrofe, con le potenzialità logistiche esistenti rappresentate dal porto uviale, dalla via d'acqua e dai collegamenti ferroviari. Inoltre, il passaggio ad un modello industriale di biora neria, indipendentemente dai prodotti nali della biotecnologia, richiede a monte sia una fonte stabile di biomassa (in termini di disponibilità e prezzi) sia la mancata competizione con i terreni destinati attualmente alle produzioni food e feed. Tutti elementi presenti nell'area considerata. Questa tesi illustra gli studi e risultati del progetto BioMAN, nanziato dalla Fondazione CARIPLO, per la conversione della vecchia ra neria in una biora neria di seconda generazione. Si è studiata una tipologia di biomassa da coltivare che rispondesse bene alle necessità territoriali, come la puri cazione del terreno da inquinanti e la coltura su sponde lacustri poco agevoli per trattamenti di irrigazione o fertilizzanti. Una valutazione economica preliminare della produzione di metanolo ha mostrato il potenziale per la produzione di reddito: l'utile netto accumulato è di 40 milioni di euro in cinque anni, la produzione di metanolo è di 50 kt all'anno, mentre l'input annuo di biomassa necessaria, di circa 100 kt, è in accordo con i rapporti attuali della disponibilità locale. È stato scritto quindi un algoritmo di calcolo numerico per avvalorare e ettivamente che la scelta di produrre metanolo sia la più conveniente attraverso una ottimizzazione delle diverse vie produttive. Per fare questo si sono studiati anche tutti i processi alternativi che la biora neria potrebbe operare con la biomassa a disposizione, considerando anche la stagionalità dei prodotti agricoli e quindi il cambiamento di composizione della massa lignocellulosica trattata.
FURTADO AMARAL, ANDRÉ
ING - Scuola di Ingegneria Industriale e dell'Informazione
28-set-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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