Esaminando il mercato odierno della moda si intuisce che Sono molti gli stilisti emergenti, soprattutto giovani, che cercano di farsi spazio tra i meandri angusti della moda. Tra le difficoltà più grandi, c’è spesso quella di riuscire a realizzare i propri capi senza dover richiedere ingenti cifre ai propri genitori, ma soprattutto di riuscire a farlo rispettando le proprie idee e la propria creatività. Spesso i concorsi di moda danno spazio solo ai più facoltosi e le fiere di settore hanno costi troppo proibitivi per i giovani designer che devono investire i propri risparmi per le prime collezioni, sperando di essere notati. Inoltre le capacità professionali dei nuovi designers non vengono spesso riconosciute dal mondo del lavoro; esiste infatti un numero sempre maggiore di laureati in questa disciplina che si trovano a confrontarsi con un mondo che non è sempre in grado di accoglierli al meglio, anche perché spesso incapace di conoscerne il ruolo e quindi i potenziali apporti in termini progettuali, di sviluppo e di innovazione. In più, il periodo di crisi che sta affrontando il settore va a sommarsi alle altre difficoltà riscontrate; così che non si vuole più rischiare di investire in nomi non conosciuti dal mercato e per questo il processo di selezione si fa sempre più duro. Nonostante l’attuale crisi della carta stampata, tra i mezzi di comunicazione utilizzati dal fashion system, il prodotto editoriale è sempre risultato il più efficace per il raggiungimento di una visibilità. I giornali di moda hanno sempre offerto uno specchio privilegiato attraverso cui è stato possibile leggere sia l’evoluzione sociale di gusti e costumi nonché le diverse modalità d’interazione tra il pubblico ed il sistema moda. Ma lanciare un fashion magazine in un panorama stereotipato e fortemente disilluso verso il cambiamento è davvero una grossa sfida, la stessa che interessa la nota diatriba tra digitale e cartaceo. Il mondo negli ultimi vent’anni è stato segnato in maniera significativa dalla digitalizzazione. Sebbene la carta presenta una serie di vantaggi sul digitale (come la tangibilità, la flessibilità spaziale, o la “tailorability”, ovvero la customizzazione) quest’ultimo ci ha inglobati, si è imposto come sistema dominante. Da un lato rende più economica la produzione industriale delle informazioni, dall’altro espande i mercati e i confini della loro fruizione; consente così ai nuovi talenti di avere pieno controllo sulla comunicazione, trasformandoli da spettatori/partecipanti a produttori di informazioni; rendendo possibile il cambiamento dei tradizionali modi di produrre, di distribuire, di organizzarsi, di scambiare e condividere le proprie idee, di cooperare. Ora come ora, multimedialità, ipertestualità e interattività sono le basi su cui si fonda l’agire sociale e di conseguenza le basi su cui andrebbe fondata la futura carriera di un designer. In un contesto competitivo dinamico e in continua evoluzione, non è solamente il mercato della domanda che cambia, ma anche il mercato dell’offerta. In altre parole, un designer, per mantenersi competitivo e per far sì che il suo progetto sia sostenibile nel lungo termine, deve imparare ad adattarsi ad un contesto mutevole, in modo tale da essere sempre allineato con le esigenze sottopostogli. Storicamente, la crescita delle industrie creative è stata sostenuta dai network di professionisti e aspiranti tali, che tendevano a concentrarsi in specifiche città, così creando network locali fortemente legati al territorio. Per questo i prodotti di moda sono spesso il risultato di contaminazioni con le specificità dell’ambiente, in particolare nei casi in cui la creatività e il know-how rivestono un’importanza centrale. Questo spiega la rilevanza dell’essere visti e riconosciuti nei “posti giusti” e del dedicare parecchio tempo ed energie ad incontrare e interagire con persone diverse. Posti che non devono essere necessariamente luoghi fisici, ma anche virtuali, in cui la digitalizzazione ha permesso la nascita di network da una parte all’altra del mondo. PREGNANT sarà uno di questi. PREGNANT è una piattaforma digitale, un hub di ricerca talenti, che vuole proporre modi diversi di esprimere i contenuti scelti, attraverso un linguaggio grafico e più precisamente visivo. Sovvertire le regole, capovolgere le convenzioni, dimostrare come l’iconografia di moda possa essere veicolo di contenuti o ispirare rielaborazioni grafiche. Dimostrare che sia possibile costruire un rapporto di reciproca simbiosi tra il web e la stampa, nella certezza che saranno canali sempre più imprescindibili tra loro. Una forma di comunicazione emotiva per coinvolgere il lettore, e portarlo all’interno di un reale dialogo con la comunità, che rappresenta il centro assoluto delle modificazioni e delle diversificazioni; d’altronde l'abbigliamento è sempre stato una finestra sulla società o quanto meno una rappresentazione della società e dei comportamenti sociali.

Identità emergenti : analisi dei canali di comunicazione nell'era digitale e progettazione di una piattaforma di visibilità per talenti del fashion system

GRANATA, ALESSIO
2015/2016

Abstract

Esaminando il mercato odierno della moda si intuisce che Sono molti gli stilisti emergenti, soprattutto giovani, che cercano di farsi spazio tra i meandri angusti della moda. Tra le difficoltà più grandi, c’è spesso quella di riuscire a realizzare i propri capi senza dover richiedere ingenti cifre ai propri genitori, ma soprattutto di riuscire a farlo rispettando le proprie idee e la propria creatività. Spesso i concorsi di moda danno spazio solo ai più facoltosi e le fiere di settore hanno costi troppo proibitivi per i giovani designer che devono investire i propri risparmi per le prime collezioni, sperando di essere notati. Inoltre le capacità professionali dei nuovi designers non vengono spesso riconosciute dal mondo del lavoro; esiste infatti un numero sempre maggiore di laureati in questa disciplina che si trovano a confrontarsi con un mondo che non è sempre in grado di accoglierli al meglio, anche perché spesso incapace di conoscerne il ruolo e quindi i potenziali apporti in termini progettuali, di sviluppo e di innovazione. In più, il periodo di crisi che sta affrontando il settore va a sommarsi alle altre difficoltà riscontrate; così che non si vuole più rischiare di investire in nomi non conosciuti dal mercato e per questo il processo di selezione si fa sempre più duro. Nonostante l’attuale crisi della carta stampata, tra i mezzi di comunicazione utilizzati dal fashion system, il prodotto editoriale è sempre risultato il più efficace per il raggiungimento di una visibilità. I giornali di moda hanno sempre offerto uno specchio privilegiato attraverso cui è stato possibile leggere sia l’evoluzione sociale di gusti e costumi nonché le diverse modalità d’interazione tra il pubblico ed il sistema moda. Ma lanciare un fashion magazine in un panorama stereotipato e fortemente disilluso verso il cambiamento è davvero una grossa sfida, la stessa che interessa la nota diatriba tra digitale e cartaceo. Il mondo negli ultimi vent’anni è stato segnato in maniera significativa dalla digitalizzazione. Sebbene la carta presenta una serie di vantaggi sul digitale (come la tangibilità, la flessibilità spaziale, o la “tailorability”, ovvero la customizzazione) quest’ultimo ci ha inglobati, si è imposto come sistema dominante. Da un lato rende più economica la produzione industriale delle informazioni, dall’altro espande i mercati e i confini della loro fruizione; consente così ai nuovi talenti di avere pieno controllo sulla comunicazione, trasformandoli da spettatori/partecipanti a produttori di informazioni; rendendo possibile il cambiamento dei tradizionali modi di produrre, di distribuire, di organizzarsi, di scambiare e condividere le proprie idee, di cooperare. Ora come ora, multimedialità, ipertestualità e interattività sono le basi su cui si fonda l’agire sociale e di conseguenza le basi su cui andrebbe fondata la futura carriera di un designer. In un contesto competitivo dinamico e in continua evoluzione, non è solamente il mercato della domanda che cambia, ma anche il mercato dell’offerta. In altre parole, un designer, per mantenersi competitivo e per far sì che il suo progetto sia sostenibile nel lungo termine, deve imparare ad adattarsi ad un contesto mutevole, in modo tale da essere sempre allineato con le esigenze sottopostogli. Storicamente, la crescita delle industrie creative è stata sostenuta dai network di professionisti e aspiranti tali, che tendevano a concentrarsi in specifiche città, così creando network locali fortemente legati al territorio. Per questo i prodotti di moda sono spesso il risultato di contaminazioni con le specificità dell’ambiente, in particolare nei casi in cui la creatività e il know-how rivestono un’importanza centrale. Questo spiega la rilevanza dell’essere visti e riconosciuti nei “posti giusti” e del dedicare parecchio tempo ed energie ad incontrare e interagire con persone diverse. Posti che non devono essere necessariamente luoghi fisici, ma anche virtuali, in cui la digitalizzazione ha permesso la nascita di network da una parte all’altra del mondo. PREGNANT sarà uno di questi. PREGNANT è una piattaforma digitale, un hub di ricerca talenti, che vuole proporre modi diversi di esprimere i contenuti scelti, attraverso un linguaggio grafico e più precisamente visivo. Sovvertire le regole, capovolgere le convenzioni, dimostrare come l’iconografia di moda possa essere veicolo di contenuti o ispirare rielaborazioni grafiche. Dimostrare che sia possibile costruire un rapporto di reciproca simbiosi tra il web e la stampa, nella certezza che saranno canali sempre più imprescindibili tra loro. Una forma di comunicazione emotiva per coinvolgere il lettore, e portarlo all’interno di un reale dialogo con la comunità, che rappresenta il centro assoluto delle modificazioni e delle diversificazioni; d’altronde l'abbigliamento è sempre stato una finestra sulla società o quanto meno una rappresentazione della società e dei comportamenti sociali.
PITACCO, PIER PAOLO
ARC III - Scuola del Design
29-set-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/125622