L’antica isola di Canopo è una località unica, sia dal punto di vista archeologico che naturalistico. Nonostante la qualità dei suoi panorami e delle scoperte che vi hanno avuto luogo, il sito è stato a lungo abbandonato alla mercé di ladri e contrabbandieri. Pur depredata di molte ricchezze l’isola, area di scavo dal 1997, riserva ancora molte sorprese per chi ha la pazienza e gli strumenti per indagarla. Si rivela, dunque, prioritario l’impegno nel tutelarla da ulteriore degrado, perché non vadano perdute o dimenticate le ultime tracce di una storia quasi cancellata. L’intento del progetto è quello di creare un percorso espositivo in grado di valorizzare un luogo così straordinario e, nello stesso momento, preservarlo dalla continua erosione causata dall’azione del mare. La volontà di aprire il sito al turismo porta a misurarsi con i problemi legati all’incompatibilità tra le utenze: per far fronte alle diverse necessità dei visitatori occasionali e degli archeologi, si dota l’isola di una serie di spazi fruibili dall’una o dall’altra categoria, tra cui dei piccoli studioli per il lavoro di pulitura e prima catalogazione dei reperti, un magazzino, un museo ed un edificio galleggiante. Le aree sulle quali sorgono queste architetture si trovano sempre al di fuori delle zone archeologiche in modo da non essere motivo di disturbo alle future campagne di scavo: il costruito si inserisce nel contesto senza andare a nascondere le rovine della città, vera matrice di progetto, ma ponendosi in continuità con le preesistenze. La scelta di occupare le cale naturali fa sì che non venga alterato il profilo dell’isola, un atteggiamento che non vuole essere puramente mimetico quanto, piuttosto, rispettoso di un paesaggio il cui disegno è già stato tracciato. Apparentemente cancellata, è lo stesso principio insediativo a diventare misura del progetto, una sorta di regola originaria che, coinvolgendo i pezzi dell’archeologia, stabilisce il principio geometrico su cui fondare la nuova edificazione. Lo stesso itinerario previsto sull’isola, strutturato come un percorso attraverso la storia, cerca di ridare significato ai singoli reperti, ora estranei, svelandone così la trama nascosta. Si lavora sui segni esistenti, come su quelli scomparsi, ricostruiti attraverso analogie e suggestioni. Il percorso che attraversa questo sito archeologico è pensato per configurare una promenade architecturale: una sequenza di spazi aperti e chiusi, in piena luce o penombra, tasselli che ricomposti, costituiscono un vero e proprio viaggio nella memoria.
Progetti per l'area storico-archeologica di Abuqir. Il porto e l'isola di Nelson
CONTATI, FABIO ANTONIO;LEARDI, STEFANO;BUCCERI, ORNELLA ALESSANDRA
2009/2010
Abstract
L’antica isola di Canopo è una località unica, sia dal punto di vista archeologico che naturalistico. Nonostante la qualità dei suoi panorami e delle scoperte che vi hanno avuto luogo, il sito è stato a lungo abbandonato alla mercé di ladri e contrabbandieri. Pur depredata di molte ricchezze l’isola, area di scavo dal 1997, riserva ancora molte sorprese per chi ha la pazienza e gli strumenti per indagarla. Si rivela, dunque, prioritario l’impegno nel tutelarla da ulteriore degrado, perché non vadano perdute o dimenticate le ultime tracce di una storia quasi cancellata. L’intento del progetto è quello di creare un percorso espositivo in grado di valorizzare un luogo così straordinario e, nello stesso momento, preservarlo dalla continua erosione causata dall’azione del mare. La volontà di aprire il sito al turismo porta a misurarsi con i problemi legati all’incompatibilità tra le utenze: per far fronte alle diverse necessità dei visitatori occasionali e degli archeologi, si dota l’isola di una serie di spazi fruibili dall’una o dall’altra categoria, tra cui dei piccoli studioli per il lavoro di pulitura e prima catalogazione dei reperti, un magazzino, un museo ed un edificio galleggiante. Le aree sulle quali sorgono queste architetture si trovano sempre al di fuori delle zone archeologiche in modo da non essere motivo di disturbo alle future campagne di scavo: il costruito si inserisce nel contesto senza andare a nascondere le rovine della città, vera matrice di progetto, ma ponendosi in continuità con le preesistenze. La scelta di occupare le cale naturali fa sì che non venga alterato il profilo dell’isola, un atteggiamento che non vuole essere puramente mimetico quanto, piuttosto, rispettoso di un paesaggio il cui disegno è già stato tracciato. Apparentemente cancellata, è lo stesso principio insediativo a diventare misura del progetto, una sorta di regola originaria che, coinvolgendo i pezzi dell’archeologia, stabilisce il principio geometrico su cui fondare la nuova edificazione. Lo stesso itinerario previsto sull’isola, strutturato come un percorso attraverso la storia, cerca di ridare significato ai singoli reperti, ora estranei, svelandone così la trama nascosta. Si lavora sui segni esistenti, come su quelli scomparsi, ricostruiti attraverso analogie e suggestioni. Il percorso che attraversa questo sito archeologico è pensato per configurare una promenade architecturale: una sequenza di spazi aperti e chiusi, in piena luce o penombra, tasselli che ricomposti, costituiscono un vero e proprio viaggio nella memoria.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/12568