Il fatto che la malattia mentale sia sempre stata considerata come un fenomeno da emarginare e nascondere, piuttosto che curare, è stato uno dei motivi che ha portato alla realizzazione di questo volume. L’obiettivo è quello di portare alla luce gli sviluppi, le contraddizioni e i trattamenti che i malati mentali hanno dovuto subire nel corso degli anni, e che, talvolta, sono applicati e visibili ancora oggi. Alla patologia psichiatrica dovrebbe essere riservata la stessa cura e lo stesso rispetto riscontrabile nelle altre patologie “fisiche”, che subiscono un trattamento decisamente differente. Ecco perché si è pensato di ripercorrere storicamente e sociologicamente lo sviluppo delle istituzioni manicomiali e psichiatriche, di analizzare quali sono i metodi di cura e trattamento odierni, e di definire le direttive progettuali al fine di utilizzare l’architettura come parte fondante della terapia. Il percorso svolto si suddivide concettualmente in tre macro-aree: nella prima viene descritto, anche attraverso l’uso di testimonianze, il contesto storico, legislativo e umano delle strutture psichiatriche; nella seconda si analizzano tutte le tipologie e gli interventi architettonici basati sulla psiche dell’individuo e sulle sue percezioni spaziali e cognitive; ed infine, in quella conclusiva, si cominciano a delineare delle linee guida architettoniche per la definizione di uno spazio terapeutico e benefico, indirizzato principalmente al soggetto affetto da schizofrenia.

Se questo è un ospedale. L’architettura come terapia della malattia mentale

PRIORI, VALENTINA
2015/2016

Abstract

Il fatto che la malattia mentale sia sempre stata considerata come un fenomeno da emarginare e nascondere, piuttosto che curare, è stato uno dei motivi che ha portato alla realizzazione di questo volume. L’obiettivo è quello di portare alla luce gli sviluppi, le contraddizioni e i trattamenti che i malati mentali hanno dovuto subire nel corso degli anni, e che, talvolta, sono applicati e visibili ancora oggi. Alla patologia psichiatrica dovrebbe essere riservata la stessa cura e lo stesso rispetto riscontrabile nelle altre patologie “fisiche”, che subiscono un trattamento decisamente differente. Ecco perché si è pensato di ripercorrere storicamente e sociologicamente lo sviluppo delle istituzioni manicomiali e psichiatriche, di analizzare quali sono i metodi di cura e trattamento odierni, e di definire le direttive progettuali al fine di utilizzare l’architettura come parte fondante della terapia. Il percorso svolto si suddivide concettualmente in tre macro-aree: nella prima viene descritto, anche attraverso l’uso di testimonianze, il contesto storico, legislativo e umano delle strutture psichiatriche; nella seconda si analizzano tutte le tipologie e gli interventi architettonici basati sulla psiche dell’individuo e sulle sue percezioni spaziali e cognitive; ed infine, in quella conclusiva, si cominciano a delineare delle linee guida architettoniche per la definizione di uno spazio terapeutico e benefico, indirizzato principalmente al soggetto affetto da schizofrenia.
ARC III - Scuola del Design
29-set-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
2016_09_PRIORI.pdf

accessibile in internet solo dagli utenti autorizzati

Descrizione: Testo della tesi
Dimensione 38.02 MB
Formato Adobe PDF
38.02 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/125745