Luogo del progetto è il recinto industriale dismesso dell’ Ex Stabilimento Oleario situato a Taranto, parte del grande sistema produttivo a Nord della città. Un insieme di capannoni differenti per datazione, tipologia e forma privati della loro funzione originale. Taranto è considerata una città in contrazione a causa della grande industria in lenta dismissione, di una costante diminuzione demografica dopo il boom economico degli anni ’60 –’70, del livello di inquinamento eccessivamente alto e dell’abbandono di alcune parti storiche della città. L’attuale struttura urbana di Taranto presenta discontinuità, differenze e frammentazione che la rendono una cosiddetta “Città Arcipelago”. Essa è costituita da quattro sistemi di luoghi riguardanti la geografia dello scarto: abbandono, dismissione, spreco di spazio e suolo, enclaves che diventano luoghi di rifiuto. In particolar modo, all’interno del sistema di dismissione è presente l’area presa in esame, in stato di totale abbandono a causa della contaminazione e della mancanza di connessione con il resto della città. Obiettivo del recupero di tale area è istituire un Polo Scientifico Tecnologico con l’intenzione di trasformare Taranto da città inquinata in centro di riferimento per la ricerca sull’inquinamento e sulla bonifica. In particolare le funzioni insediabili saranno relative all’analisi e ricerca mediante la progettazione di laboratori, alla didattica fornendo aule studio e alla cultura attraverso l’istituzione di centri espositivi, auditorium e biblioteca. Il modus operandi utilizzato per il recupero dello stabilimento è quello per cui la funzione segue la forma. Si attua così il ribaltamento concettuale del paradigma modernista “Form follow Function”: è la forma delle scritture architettoniche preesistenti ad indicare le funzioni. Il risultato di questo modo di agire si presenta con un disegno composto da elementi eterogenei, ma allo stesso tempo comunicanti tra loro grazie ad un sistema di connessioni. In particolare il lavoro di tesi si concentra sul recupero di un padiglione che attraverso la sua identità architettonica ha suggerito la funzione di spazio espositivo.
Ex-positio sine qua non. Recupero dell'ex stabilimento oleario di Taranto
FERRARI, CAMILLA;NIGRO, MARIA RAFFAELLA
2015/2016
Abstract
Luogo del progetto è il recinto industriale dismesso dell’ Ex Stabilimento Oleario situato a Taranto, parte del grande sistema produttivo a Nord della città. Un insieme di capannoni differenti per datazione, tipologia e forma privati della loro funzione originale. Taranto è considerata una città in contrazione a causa della grande industria in lenta dismissione, di una costante diminuzione demografica dopo il boom economico degli anni ’60 –’70, del livello di inquinamento eccessivamente alto e dell’abbandono di alcune parti storiche della città. L’attuale struttura urbana di Taranto presenta discontinuità, differenze e frammentazione che la rendono una cosiddetta “Città Arcipelago”. Essa è costituita da quattro sistemi di luoghi riguardanti la geografia dello scarto: abbandono, dismissione, spreco di spazio e suolo, enclaves che diventano luoghi di rifiuto. In particolar modo, all’interno del sistema di dismissione è presente l’area presa in esame, in stato di totale abbandono a causa della contaminazione e della mancanza di connessione con il resto della città. Obiettivo del recupero di tale area è istituire un Polo Scientifico Tecnologico con l’intenzione di trasformare Taranto da città inquinata in centro di riferimento per la ricerca sull’inquinamento e sulla bonifica. In particolare le funzioni insediabili saranno relative all’analisi e ricerca mediante la progettazione di laboratori, alla didattica fornendo aule studio e alla cultura attraverso l’istituzione di centri espositivi, auditorium e biblioteca. Il modus operandi utilizzato per il recupero dello stabilimento è quello per cui la funzione segue la forma. Si attua così il ribaltamento concettuale del paradigma modernista “Form follow Function”: è la forma delle scritture architettoniche preesistenti ad indicare le funzioni. Il risultato di questo modo di agire si presenta con un disegno composto da elementi eterogenei, ma allo stesso tempo comunicanti tra loro grazie ad un sistema di connessioni. In particolare il lavoro di tesi si concentra sul recupero di un padiglione che attraverso la sua identità architettonica ha suggerito la funzione di spazio espositivo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/126044