Sovrapposizioni di segni per una nuova identità aggregativa del tessuto sociale. Gli interventi sulla chiesa abbandonata di San Bartolomeo in Vigellio

This thesis is the result of work done by Marina Curtaz and Lucrezia Maria de Capitani. The object of our study is the abandoned church of San Bartolomeo in Vigellio, in the municipality of Salussola, Biella. The thesis wants to develop, through the reading of several steps, the procedure that nowadays a ruin may face in order to get back to being newly considered an element worthy of attention. With this work, therefore, the aim is to emphasize the focus on the existing, but with an idea of rescue operation for all the ruins. The argument, therefore, has a double meaning; on the one hand it is proposed as a theoretical reflection on issues such as the architectural heritage in a state of ruin and their fate, on the other hand presents a case that aims to stand as an example of a method of approach. The proposed methodology sees the development of several concatenated stages between them. It is understood then, the implementation of safety as a design an action that it is up to the architect through the examination of materials, time and location of the building, the surgery itself can take on identifying characteristics for the new face of the building. The thesis wants to explore the theme of securing of a build, in particular , it wants to discuss about the role of the development construction, necessary to many buildings now abandoned . It wanted to continue reading on the existing built thanks to the development of the divelopment of consolidation and subsequent reactivation of the ruin to add it back into the urban tissue in which it is located.

La presente tesi è il risultato del lavoro svolto da Marina Curtaz e Lucrezia Maria de Capitani e ha avuto come oggetto di studio la chiesa abbandonata di San Bartolomeo in Vigellio, frazione del comune di Salussola, Biella. L’elaborato di tesi vuole sviluppare, attraverso la lettura di diversi passaggi, il procedimento che oggi giorno un rudere può affrontare per poter tornare ad essere considerato nuovamente un elemento degno di attenzione. Con questo scritto si intende dunque sottolineare come l’attenzione all’esistente non vada intesa semplicemente come progetto di tutela di grandi edifici storici, ma piuttosto come un’operazione di primo soccorso sul costruito. Da qui nasce l’interesse per la realtà del manufatto preso in considerazione. La tesi dunque ha una duplice valenza; da un lato si propone come riflessione teorica su temi quali i beni architettonici in stato di rudere e il loro destino, dall’altro presenta un caso concreto che ha l’obiettivo di porsi come esemplificazione di un metodo di approccio. La metodologia proposta vede lo sviluppo di diverse fasi concatenate fra loro. Si è intesa, la messa in sicurezza come un’azione progettuale, in cui l’architetto, attraverso la disamina dei materiali, del luogo e dell’edificio, può trasformare e attribuire nuovi caratteri identitari al volto del manufatto. L’elaborato vuole approfondire il tema della messa in sicurezza, interrogandosi, in particolare, sul ruolo di questa fase costruttiva necessaria e soprattutto, applicabile su molti edifici oggi in stato di abbandono. Si è voluto portare avanti la lettura del costruito sull’esistente grazie anche lo sviluppo delle fasi di consolidamento e successiva riattivazione del rudere per inserirlo nuovamente nel tessuto urbano in cui si trova.