La riqualificazione dell’ex caserma Montelungo è un intervento molto importante per la città di Bergamo. Per la valenza storica dell’edificio, sito in un luogo centrale della città e per il valore simbolico dell’intervento, un problema irrisolto da quasi venti anni in città. Lo sviluppo futuro di Bergamo passa soprattutto da operazioni di riqualificazione di aree dismesse. In questo tessuto urbano questi “vuoti” coincidono con i grandi fantasmi edilizi che sono andati spegnendosi nei cambiamenti economici e sociali di questa città. La Montelungo è stata negli ultimi decenni il “vuoto” dimenticato dalla memoria dei cittadini bergamaschi: questo progetto si propone di poter prefigurare, dopo quasi venti anni dalla sua definitiva dismissione, la riconversione di un’area alla città. L’area è posizionata nella zona centrale di “città bassa”, è circondata da importanti strutture storiche, architettoniche, sportive e culturali: i borghi di Pignolo e San Giovanni, i parchi Marenzi e Suardi, la Torre del Galgario e il sistema delle “muraine” (antiche mura daziarie), il Palazzetto dello Sport e lo stadio, l’Accademia e Pinacoteca Carrara, la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC) e i plessi universitari di via Pignolo e dell’ex convento di Sant’Agostino. L’impianto ad anello dell’ex Caserma Montelungo, che si è costituito per successive addizioni di parti nelle diverse fasi di costruzione, è l’elemento identitario principale della forma urbana di quest’area. A questo fabbricato, fanno da corollario i due grandi parchi storici Marenzi e Suardi. Il valore principale dei prospetti è quello di costruire una cortina edilizia uniforme nel carattere. L’edificio nel suo stato attuale può definirsi compiuto perché ha portato a termine il processo di maturazione della sua identità. Si può dire che la Montelungo rappresenta il tempo, inteso come segni e tracce culturali del tempo stesso. Nonostante le trasformazioni, sedimentatesi negli anni, ha mantenuto la sua struttura e forma essenziale: il recinto. A seguito dello studio della Caserma e della sua identità, è emerso come essa sia caratterizzata da un forte legame con la storia. Dal momento in cui è diventata rovina, ha perso la propria funzione originaria, arricchendosi di altri significati, divenendo generatrice di scenari immaginari. La Caserma entra nella rete orizzontale della contemporaneità, una rete attraversata da una società passante e frenetica, risultando così un gigante abbandonato invisibile agli occhi dei cittadini. L’obbiettivo del progetto è capire come un edificio fermo nel tempo possa entrare nelle dinamiche della società contemporanea. Da qui la volontà di aprire la cinta muraria e svelare alla città questo tesoro nascosto. Il nostro progetto nasce da una chiara intenzione: collegare gli ambiti del parco Suardi e Marenzi attraverso nuovi spazi urbani costituiti da quello che un tempo era l’interno della Caserma. Il recinto chiuso si apre per permettere la connessione da entrambi i parchi e per creare un luogo di convivialità destinato ai cittadini. La piazza mantiene e valorizza la sua natura di spazio unico. Gli interventi edilizi si presentano come organismi che si adagiano sul paesaggio senza comprometterne la natura. La vita futura della cortina edilizia sarà quella di accogliere spazi dedicati ad attività pubbliche e private, quali spazi espositivi dedicati alla GAMeC e residenze di varia tipologia.

Svelare il vuoto. Recupero e valorizzazione della ex Caserma Montelungo

TEOCCHI, VALERIA;CARMINATI, STEFANIA MARTINA
2015/2016

Abstract

La riqualificazione dell’ex caserma Montelungo è un intervento molto importante per la città di Bergamo. Per la valenza storica dell’edificio, sito in un luogo centrale della città e per il valore simbolico dell’intervento, un problema irrisolto da quasi venti anni in città. Lo sviluppo futuro di Bergamo passa soprattutto da operazioni di riqualificazione di aree dismesse. In questo tessuto urbano questi “vuoti” coincidono con i grandi fantasmi edilizi che sono andati spegnendosi nei cambiamenti economici e sociali di questa città. La Montelungo è stata negli ultimi decenni il “vuoto” dimenticato dalla memoria dei cittadini bergamaschi: questo progetto si propone di poter prefigurare, dopo quasi venti anni dalla sua definitiva dismissione, la riconversione di un’area alla città. L’area è posizionata nella zona centrale di “città bassa”, è circondata da importanti strutture storiche, architettoniche, sportive e culturali: i borghi di Pignolo e San Giovanni, i parchi Marenzi e Suardi, la Torre del Galgario e il sistema delle “muraine” (antiche mura daziarie), il Palazzetto dello Sport e lo stadio, l’Accademia e Pinacoteca Carrara, la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC) e i plessi universitari di via Pignolo e dell’ex convento di Sant’Agostino. L’impianto ad anello dell’ex Caserma Montelungo, che si è costituito per successive addizioni di parti nelle diverse fasi di costruzione, è l’elemento identitario principale della forma urbana di quest’area. A questo fabbricato, fanno da corollario i due grandi parchi storici Marenzi e Suardi. Il valore principale dei prospetti è quello di costruire una cortina edilizia uniforme nel carattere. L’edificio nel suo stato attuale può definirsi compiuto perché ha portato a termine il processo di maturazione della sua identità. Si può dire che la Montelungo rappresenta il tempo, inteso come segni e tracce culturali del tempo stesso. Nonostante le trasformazioni, sedimentatesi negli anni, ha mantenuto la sua struttura e forma essenziale: il recinto. A seguito dello studio della Caserma e della sua identità, è emerso come essa sia caratterizzata da un forte legame con la storia. Dal momento in cui è diventata rovina, ha perso la propria funzione originaria, arricchendosi di altri significati, divenendo generatrice di scenari immaginari. La Caserma entra nella rete orizzontale della contemporaneità, una rete attraversata da una società passante e frenetica, risultando così un gigante abbandonato invisibile agli occhi dei cittadini. L’obbiettivo del progetto è capire come un edificio fermo nel tempo possa entrare nelle dinamiche della società contemporanea. Da qui la volontà di aprire la cinta muraria e svelare alla città questo tesoro nascosto. Il nostro progetto nasce da una chiara intenzione: collegare gli ambiti del parco Suardi e Marenzi attraverso nuovi spazi urbani costituiti da quello che un tempo era l’interno della Caserma. Il recinto chiuso si apre per permettere la connessione da entrambi i parchi e per creare un luogo di convivialità destinato ai cittadini. La piazza mantiene e valorizza la sua natura di spazio unico. Gli interventi edilizi si presentano come organismi che si adagiano sul paesaggio senza comprometterne la natura. La vita futura della cortina edilizia sarà quella di accogliere spazi dedicati ad attività pubbliche e private, quali spazi espositivi dedicati alla GAMeC e residenze di varia tipologia.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
5-ott-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/126124