Il Duomo di Milano è il simbolo dei milanesi e la Veneranda Fabbrica è l’ente preposto alla sua conservazione e valorizzazione. Questa tesi di laurea si prefigge come obiettivo quel- lo di ridiscutere il rapporto tra la fabbrica (luogo di “cultura materiale”) e la città. Dove finisce il confine della fabbrica, spazio per definizione circoscritto ed inclusivo? Dove inizia la città intesa come insieme di relazioni e flussi di scambio? Nella società contemporanea il concetto di fabbri- ca e di zoning industriale vengono meno: spazi produttivi e commerciali modificano le loro esigenze in una sorta di metabolismo urbano che è difficilmente governabile e gestibile. Pertanto, secondo quali parametri avvicinarsi alla progettazione? Nel nostro percorso di tesi abbiamo analizzato le potenzialità e le criticità della fabbrica. La criticità maggiore si è riscontrata nel concetto stesso di fabbrica, da sempre conosciuta come un luogo circoscritto e compatto nel suo essere, soggetto che vive di propri spazi e di una circolazione spesso esclusiva. La potenzialità del progetto nasce proprio da questo limite: attraverso la rottura di questo circuito chiuso la mobilità viene sublimata diventando il deus del progetto. Palcoscenico è il cantiere marmisti di Villapizzone, dove l’identità del luogo si rivela attraverso la progettazione di una fabbrica che si inserisce all’inter- no di un parco permeabile, dinamico ed identitario per quello che attualmente è un quartiere periferico, prevalentemente residenziale e sede di piccole industrie manifatturiere. Un trasporto a guida ottica a servizio del quartiere diventa il mezzo per raggiungere il magazzino dove sono riposti diversi dispositivi. Sono le stesse perso- ne a scegliere quali attività mettere in mostra. Tavoli da ping pong, palloni, quinte teatrali, ombrelloni, sdraio, scacchiere, giochi per bambini, attrezzi per lo sport sono a disposizione di chiunque ne voglia far uso attraverso un sistema sharing. Il parco diventa un coacervo di connessioni in cui convivono molteplici realtà ed in cui le attività della fabbrica coesistono con le attività del quartiere in un continuum temporale e fisico.
A.U.F.A.
COLUSSO, DEBORA;DALLAITI, ENRICO
2015/2016
Abstract
Il Duomo di Milano è il simbolo dei milanesi e la Veneranda Fabbrica è l’ente preposto alla sua conservazione e valorizzazione. Questa tesi di laurea si prefigge come obiettivo quel- lo di ridiscutere il rapporto tra la fabbrica (luogo di “cultura materiale”) e la città. Dove finisce il confine della fabbrica, spazio per definizione circoscritto ed inclusivo? Dove inizia la città intesa come insieme di relazioni e flussi di scambio? Nella società contemporanea il concetto di fabbri- ca e di zoning industriale vengono meno: spazi produttivi e commerciali modificano le loro esigenze in una sorta di metabolismo urbano che è difficilmente governabile e gestibile. Pertanto, secondo quali parametri avvicinarsi alla progettazione? Nel nostro percorso di tesi abbiamo analizzato le potenzialità e le criticità della fabbrica. La criticità maggiore si è riscontrata nel concetto stesso di fabbrica, da sempre conosciuta come un luogo circoscritto e compatto nel suo essere, soggetto che vive di propri spazi e di una circolazione spesso esclusiva. La potenzialità del progetto nasce proprio da questo limite: attraverso la rottura di questo circuito chiuso la mobilità viene sublimata diventando il deus del progetto. Palcoscenico è il cantiere marmisti di Villapizzone, dove l’identità del luogo si rivela attraverso la progettazione di una fabbrica che si inserisce all’inter- no di un parco permeabile, dinamico ed identitario per quello che attualmente è un quartiere periferico, prevalentemente residenziale e sede di piccole industrie manifatturiere. Un trasporto a guida ottica a servizio del quartiere diventa il mezzo per raggiungere il magazzino dove sono riposti diversi dispositivi. Sono le stesse perso- ne a scegliere quali attività mettere in mostra. Tavoli da ping pong, palloni, quinte teatrali, ombrelloni, sdraio, scacchiere, giochi per bambini, attrezzi per lo sport sono a disposizione di chiunque ne voglia far uso attraverso un sistema sharing. Il parco diventa un coacervo di connessioni in cui convivono molteplici realtà ed in cui le attività della fabbrica coesistono con le attività del quartiere in un continuum temporale e fisico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/126125