Il lavoro di ricerca parte dalla richiesta formalizzata dal Comune francese di Seyne les Alpes per sviluppare un progetto di rifugio d’alta montagna su suolo comunale. Il cambiamento climatico mette a rischio la già debole offerta turistica invernale di questo luogo di media montagna, e l’amministrazione pensa ad un modo per avvicinarsi al cosiddetto “turismo verde”. Qui, la presenza di una piccola stazione sciistica con un dubbio futuro fa nascere l’obbligo ad un vero adattamento turistico, ma apre anche uno scenario incontaminato in cui ripensare l’identità di un territorio. Si tratta di aree che hanno subito una fortissima emigrazione ieri, ed assistono, oggi, all’indebolimento del legame di appartenenza dei residenti verso la propria terra e le sue risorse. Per comprendere la condizione di Seyne, mi sono chiesta quale fosse lo stato attuale delle Alpi, da sempre in continuo cambiamento, e dei luoghi come questo nell’era globale. La comprensione di non essere un luogo “ai margini”, ma un luogo di importanza centrale nella sfida della green economy, si riflette in un metaprogetto territoriale che sfrutta i mezzi di diffusione telematici attuali al fine di ricreare un patto di cittadinanza perduto. Ne risulterà una rivisitazione della lezione urbana di sharing society e social economy per un contesto vasto e meno denso, che cerca di colmare l’infrastrutturazione mancante. Il rifugio sarà uno dei molteplici dispositivi di un network di relazioni materiali ed immateriali. Il caso studio è stato proposto dal Professor Jean François Lyon-Caen, responsabile del Master Achitecture Paysage et Montagne presso l’ENSA di Grenoble, il quale è stato figura di riferimento nella presa dei contatti con il comune e consulente per la parte progettuale. Il lavoro teorico, bibliografico e metaprogettuale è stato accompagnato dal Professor Andrea Rolando del Politecnico di Milano.
Montagne di marginalità condivisa
MEDAGLIA, ELISA
2015/2016
Abstract
Il lavoro di ricerca parte dalla richiesta formalizzata dal Comune francese di Seyne les Alpes per sviluppare un progetto di rifugio d’alta montagna su suolo comunale. Il cambiamento climatico mette a rischio la già debole offerta turistica invernale di questo luogo di media montagna, e l’amministrazione pensa ad un modo per avvicinarsi al cosiddetto “turismo verde”. Qui, la presenza di una piccola stazione sciistica con un dubbio futuro fa nascere l’obbligo ad un vero adattamento turistico, ma apre anche uno scenario incontaminato in cui ripensare l’identità di un territorio. Si tratta di aree che hanno subito una fortissima emigrazione ieri, ed assistono, oggi, all’indebolimento del legame di appartenenza dei residenti verso la propria terra e le sue risorse. Per comprendere la condizione di Seyne, mi sono chiesta quale fosse lo stato attuale delle Alpi, da sempre in continuo cambiamento, e dei luoghi come questo nell’era globale. La comprensione di non essere un luogo “ai margini”, ma un luogo di importanza centrale nella sfida della green economy, si riflette in un metaprogetto territoriale che sfrutta i mezzi di diffusione telematici attuali al fine di ricreare un patto di cittadinanza perduto. Ne risulterà una rivisitazione della lezione urbana di sharing society e social economy per un contesto vasto e meno denso, che cerca di colmare l’infrastrutturazione mancante. Il rifugio sarà uno dei molteplici dispositivi di un network di relazioni materiali ed immateriali. Il caso studio è stato proposto dal Professor Jean François Lyon-Caen, responsabile del Master Achitecture Paysage et Montagne presso l’ENSA di Grenoble, il quale è stato figura di riferimento nella presa dei contatti con il comune e consulente per la parte progettuale. Il lavoro teorico, bibliografico e metaprogettuale è stato accompagnato dal Professor Andrea Rolando del Politecnico di Milano.File | Dimensione | Formato | |
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