La ricerca parte dalla considerazione che nel panorama della moda contemporanea sono spesso le soluzioni più radicali e che esprimo un estetica anticonvenzionale a suscitare maggiore interesse. I caratteri visivi in cui si esplicano queste scelte stilistiche sono riassumibili sotto il concetto di “brutto”. L’analisi perciò è volta a comprendere il perché ,pur trattandosi di un estetica che non ha a che vedere con la bellezza tradizionale, i prodotti che vengono generati da questo processo sono apprezzati e talvolta preferiti a quelli che, rispecchiando i canoni estetici tradizionali, sono definibili “belli”. Sono state analizzate e definite perciò le origini del “brutto” nella moda tramite uno studio dell’estetica del brutto fin dalle sue radici. Il brutto è quindi discusso a partire dal pensiero filosofico e poi analizzato all’interno delle varie categorie artistiche seguendo un’evoluzione temporale di esso in questo processo. Il progetto parte dalla volontà di studiare un metodo tramite il quale legare la teoria alla pratica, regolamentando in questo modo il processo creativo, di per se privo di regole. Il brutto è stato quindi esplicitato in categorie che sono il risultato del processo utilizzato . Questo studio è stato fatto sia per le arti che per il settore moda. A partire da questa suddivisione l’approccio progettuale studiato consiste nel connettere strettamente la creazione allo studio teorico del brutto. È stata creata una matrice che ha come valori le categorie e sottocategorie individuate. La collezione creata è stata originata tramite l’inserimento di un archetipo vestiario, Il tailleur, all’interno del grafico realizzato e i capi disegnati sono il risultato del passaggio di questo capo iconico all’interno dei processi individuati nella teoria.
Il brutto ? Estetica-non-estetica nel progetto di moda contemporaneo
ROCCHETTI, FRANCESCA
2015/2016
Abstract
La ricerca parte dalla considerazione che nel panorama della moda contemporanea sono spesso le soluzioni più radicali e che esprimo un estetica anticonvenzionale a suscitare maggiore interesse. I caratteri visivi in cui si esplicano queste scelte stilistiche sono riassumibili sotto il concetto di “brutto”. L’analisi perciò è volta a comprendere il perché ,pur trattandosi di un estetica che non ha a che vedere con la bellezza tradizionale, i prodotti che vengono generati da questo processo sono apprezzati e talvolta preferiti a quelli che, rispecchiando i canoni estetici tradizionali, sono definibili “belli”. Sono state analizzate e definite perciò le origini del “brutto” nella moda tramite uno studio dell’estetica del brutto fin dalle sue radici. Il brutto è quindi discusso a partire dal pensiero filosofico e poi analizzato all’interno delle varie categorie artistiche seguendo un’evoluzione temporale di esso in questo processo. Il progetto parte dalla volontà di studiare un metodo tramite il quale legare la teoria alla pratica, regolamentando in questo modo il processo creativo, di per se privo di regole. Il brutto è stato quindi esplicitato in categorie che sono il risultato del processo utilizzato . Questo studio è stato fatto sia per le arti che per il settore moda. A partire da questa suddivisione l’approccio progettuale studiato consiste nel connettere strettamente la creazione allo studio teorico del brutto. È stata creata una matrice che ha come valori le categorie e sottocategorie individuate. La collezione creata è stata originata tramite l’inserimento di un archetipo vestiario, Il tailleur, all’interno del grafico realizzato e i capi disegnati sono il risultato del passaggio di questo capo iconico all’interno dei processi individuati nella teoria.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Tesi sull'estetica del brutto analizzata dalle origini del pensiero filosofico fino al suo svolgimento nel sistema moda.
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https://hdl.handle.net/10589/131585