The thesis focused on air pollution and the related damages which it brings to human health, if inhaled. After an analysis of pollution causes, consequences, and possible measures that can be implemented to reduce human exposure to pollution, the aim was to design a device that improves air quality in those contexts, particularly indoors, where air pollution is present but is not perceivable. In particular, the thesis started with an analysis of anti-pollution mask, as the most widespread pollution protection device. Through a specific survey, and through the general theory of risk perception, specifically declined to the perception of environmental risk, it was concluded that in contexts such as Europe, where the problem of pollution is real, but is little perceived, the mask constitutes an invasive and not accettable solution. On the basis of these results, the design brief therefore was to imagine a non-invasive and user-friendly product, which requires the user the minimum effort possible in terms of maintenance. In this regard it has been used an existing technology, called "corona discharge", which uses air ionization to remove some specific class of pollutants, and which allowed to imagine a non-invasive product that is not to be worn. In addition, the technology chosen does not impose any replacement of filters, nor any fan for air movement. The result is a compact and portable product, which can be used in various situations, especially indoors, (to be placed for example on the desk or on the bedside table, used during train or car trips, orientating it towards the airways), and that limits the users’ exposure to typical indoor pollutants, without requiring other "effort" than recharging the battery. As a sort of compact and easy to transport packaging, there is also an independent sensor for particulate matter detection, which communicates (via Bluetooth) to the smartphone the real time exposure to PM, thus suggesting to the user when to activate the ionizer. This project does not constitute a solution to the general problem of pollution, a goal that is up to States and Institutions and that should be solved "upstream", worldwide. It arises instead as solution "downstream", as a device that seeks to limit user exposure to certain pollutants. It is not a medical device but a tool that generally improves the quality of air you breathe in confined environments.

La tesi si è concentrata sull’inquinamento atmosferico e sui relativi danni che, per via inalatoria, esso comporta alla salute umana. Dopo un’analisi circa le cause dell’inquinamento, le conseguenze, e i possibili interventi che possono essere messi in atto per ridurre l’esposizione umana all’inquinamento, l’obiettivo è stato quello di progettare un dispositivo che migliori la qualità dell’aria in quei contesti, soprattutto indoor, in cui l’inquinamento c’è ma non è percepibile. In particolare, si è proceduto ad un’analisi della mascherina antismog, in quanto dispositivo di protezione dall’inquinamento più diffuso. Attraverso uno specifico sondaggio, e alla teoria generale della percezione del rischio, declinata specificatamente alla percezione del rischio ambientale, si è arrivati alla conclusione che in contesti come quello europeo, in cui il problema dell’inquinamento esiste ma è poco percepito, la mascherina costituisce una soluzione troppo invasiva, quindi non accettabile. Sulla base di questi risultati, il brief progettuale ha previsto quindi di immaginare un prodotto non invasivo, user-friendly, e che prevedesse da parte dell’utenza il minor sforzo di manutenzione possibile. A tal proposito è stata utilizzata una tecnologia già esistente, definita “effetto corona”, che sfrutta la ionizzazione dell’aria per la rimozione di alcune specifiche classe di inquinanti, e che quindi ha permesso di immaginare un prodotto che liberi il viso e in generale la persona stessa da qualsiasi ingombro. Inoltre, la tecnologia utilizzata non impone né utilizzo di filtri da ricambiare, né alcuna ventola per la movimentazione dell’aria. Ne risulta quindi un prodotto compatto e portatile, che può essere utilizzato in svariate situazioni, specialmente in ambienti chiusi, (da appoggiare ad esempio sulla scrivania o sul comodino, in treno, in auto, orientandolo verso le proprie vie respiratorie) e che limita l’esposizione dell’utente ai tipici inquinanti indoor, senza richiedere altro “sforzo” se non quello di ricarica della batteria. Come in una sorta di packaging compatto e facile da trasportare, vi è poi un sensore indipendente di rilevamento del particolato atmosferico, che tramite comunicazione bluetooth e specifica app, comunica allo smartphone il grado di inquinamento rilevato in tempo reale, suggerendo quindi all’utente l’attivazione o meno dello ionizzatore. Questo progetto non si pone come soluzione al problema generale dell’inquinamento, obiettivo che spetta agli Stati e alle Istituzioni e che dovrebbe essere risolto “a monte”, a livello mondiale. Si pone invece come soluzione “a valle”, come dispositivo che cerca di limitare l’esposizione dell’utente a determinati inquinanti. Non è un dispositivo medico, ma uno strumento che in generale migliora la qualità dell’aria respirata negli ambienti confinati.

Naboo : purificatore d’aria portatile per contesti indoor

DORI, AGNESE
2015/2016

Abstract

The thesis focused on air pollution and the related damages which it brings to human health, if inhaled. After an analysis of pollution causes, consequences, and possible measures that can be implemented to reduce human exposure to pollution, the aim was to design a device that improves air quality in those contexts, particularly indoors, where air pollution is present but is not perceivable. In particular, the thesis started with an analysis of anti-pollution mask, as the most widespread pollution protection device. Through a specific survey, and through the general theory of risk perception, specifically declined to the perception of environmental risk, it was concluded that in contexts such as Europe, where the problem of pollution is real, but is little perceived, the mask constitutes an invasive and not accettable solution. On the basis of these results, the design brief therefore was to imagine a non-invasive and user-friendly product, which requires the user the minimum effort possible in terms of maintenance. In this regard it has been used an existing technology, called "corona discharge", which uses air ionization to remove some specific class of pollutants, and which allowed to imagine a non-invasive product that is not to be worn. In addition, the technology chosen does not impose any replacement of filters, nor any fan for air movement. The result is a compact and portable product, which can be used in various situations, especially indoors, (to be placed for example on the desk or on the bedside table, used during train or car trips, orientating it towards the airways), and that limits the users’ exposure to typical indoor pollutants, without requiring other "effort" than recharging the battery. As a sort of compact and easy to transport packaging, there is also an independent sensor for particulate matter detection, which communicates (via Bluetooth) to the smartphone the real time exposure to PM, thus suggesting to the user when to activate the ionizer. This project does not constitute a solution to the general problem of pollution, a goal that is up to States and Institutions and that should be solved "upstream", worldwide. It arises instead as solution "downstream", as a device that seeks to limit user exposure to certain pollutants. It is not a medical device but a tool that generally improves the quality of air you breathe in confined environments.
ARC III - Scuola del Design
21-dic-2016
2015/2016
La tesi si è concentrata sull’inquinamento atmosferico e sui relativi danni che, per via inalatoria, esso comporta alla salute umana. Dopo un’analisi circa le cause dell’inquinamento, le conseguenze, e i possibili interventi che possono essere messi in atto per ridurre l’esposizione umana all’inquinamento, l’obiettivo è stato quello di progettare un dispositivo che migliori la qualità dell’aria in quei contesti, soprattutto indoor, in cui l’inquinamento c’è ma non è percepibile. In particolare, si è proceduto ad un’analisi della mascherina antismog, in quanto dispositivo di protezione dall’inquinamento più diffuso. Attraverso uno specifico sondaggio, e alla teoria generale della percezione del rischio, declinata specificatamente alla percezione del rischio ambientale, si è arrivati alla conclusione che in contesti come quello europeo, in cui il problema dell’inquinamento esiste ma è poco percepito, la mascherina costituisce una soluzione troppo invasiva, quindi non accettabile. Sulla base di questi risultati, il brief progettuale ha previsto quindi di immaginare un prodotto non invasivo, user-friendly, e che prevedesse da parte dell’utenza il minor sforzo di manutenzione possibile. A tal proposito è stata utilizzata una tecnologia già esistente, definita “effetto corona”, che sfrutta la ionizzazione dell’aria per la rimozione di alcune specifiche classe di inquinanti, e che quindi ha permesso di immaginare un prodotto che liberi il viso e in generale la persona stessa da qualsiasi ingombro. Inoltre, la tecnologia utilizzata non impone né utilizzo di filtri da ricambiare, né alcuna ventola per la movimentazione dell’aria. Ne risulta quindi un prodotto compatto e portatile, che può essere utilizzato in svariate situazioni, specialmente in ambienti chiusi, (da appoggiare ad esempio sulla scrivania o sul comodino, in treno, in auto, orientandolo verso le proprie vie respiratorie) e che limita l’esposizione dell’utente ai tipici inquinanti indoor, senza richiedere altro “sforzo” se non quello di ricarica della batteria. Come in una sorta di packaging compatto e facile da trasportare, vi è poi un sensore indipendente di rilevamento del particolato atmosferico, che tramite comunicazione bluetooth e specifica app, comunica allo smartphone il grado di inquinamento rilevato in tempo reale, suggerendo quindi all’utente l’attivazione o meno dello ionizzatore. Questo progetto non si pone come soluzione al problema generale dell’inquinamento, obiettivo che spetta agli Stati e alle Istituzioni e che dovrebbe essere risolto “a monte”, a livello mondiale. Si pone invece come soluzione “a valle”, come dispositivo che cerca di limitare l’esposizione dell’utente a determinati inquinanti. Non è un dispositivo medico, ma uno strumento che in generale migliora la qualità dell’aria respirata negli ambienti confinati.
Tesi di laurea Magistrale
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