Stories outside the box. Strumenti e metodi del service design per individuare e superare gli stereotipi di genere nelle scelte scolastiche

This research represent the need to reflect on the many contributions that have been made to the theme of gender studies in education from different sectors, in order to understand and experience the opportunities given by the contribution of Service Design in overcoming gender stereotypes in educational choices. With this purpose, I decide, as a first step, to analyze the reflections on “gender” developed in a theoretical context, drawing from different disciplines such as pedagogy, psychology and neuroscience. This investigation, conduct through traditional research tools, allowed me to outline some factors seen as “best practices” for an education to gender founded on greater self-awareness and aiming to a project of life free from gender stereotypes. Having collected and analyzed several case studies that could shed light on future opportunities of Service Design’s role in education from a gender perspective, it was necessary to verify on field the validity of some key preconditions for the identification of design principles aim to support the implementation of solutions from within, i.e. from the direct beneficiaries of the project. This because if we consider the etymological meaning of the word “educare” (to educate), from the latin “ex-ducere”, meaning “to lead out”, it is clear the need to accompany the younger generations to an awareness of self and of the world that values ​​individuality and differences, educating on the complexity and diversity of genres, challenging the leading order in favor of alternative ways of self-seeking for children and teenagers. During the in-field research I tried to access the experience of all involved stakeholders (parents, teachers but also children and adolescents) using different tools and Service Design’s methods. It allowed me to simultaneously explore different perspectives and insights required to connect my research with the main findings and data collected in order to define the design consequences that I can put into practice. This part of the research led me to consider the opportunities of the designer’s role from a researcher to a facilitator in allowing teenagers to co-design a new orientation tool for choosing high school. From the co-design workshop with third year middle-school’s students emerged some guidelines for the design of a new product/service for high school’s orientation able to facilitate self-definition in order to reach that self-awareness necessary for a project of life away from the repetition of gender stereotypes. These guidelines represent a starting point, however, it needs a further investigation by Service Design and in particular it demands the involvement of all the stakeholders in the future.

Questa ricerca nasce dalla necessità di riflettere sui molteplici contributi che, da diversi settori, sono stati apportati al tema degli studi di genere in ambito educativo, con il preciso scopo di capire e sperimentare l’opportunità data dall’apporto del Service Design, nel superare gli stereotipi di genere nelle scelte scolastiche. A tal fine si è deciso, in una prima fase, di analizzare le riflessioni sul genere elaborate in ambito teorico, attingendo a discipline quali la pedagogia e la psicologia fino ad interrogare esperti di neuroscienze. Questa indagine, condotta con strumenti di ricerca tradizionali, mi ha permesso di delineare alcuni fattori intesi come “buone pratiche” per un’educazione al genere fondata su una maggiore consapevolezza di sè e che miri ad una progettualità di vita oltre gli stereotipi. Dopo aver raccolto e analizzato diversi casi studio che potessero far luce su future opportunità di intervento da parte del Service Design, si è reso necessario verificare sul campo la fondatezza di alcuni presupposti chiave per l’identificazione di principi di progettazione a sostegno di soluzioni dall’interno, cioè che partano dai diretti destinatari dell’educazione al genere. Perchè se si considera il significato etimologico della parola “educare”, dal latino “ex-ducere”, cioè “condurre fuori”, risulta evidente la necessità di accompagnare le giovani generazioni ad una consapevolezza di sé e del mondo che valorizzi le individualità e le differenze, educando alla complessità e alla pluralità dei generi, sfidando l’ordine dominante per offrire a bambini e ragazzi delle strade alternative per la ricerca di sé. Durante la ricerca sul campo si è cercato di accedere all’esperienza di tutti gli stakeholder coinvolti (genitori, insegnanti ma anche bambini e adolescenti) utilizzando di volta in volta diversi strumenti e metodi del Service Design. Ciò mi ha permesso di esplorare contemporaneamente diverse prospettive e di delineare insights necessari a collegare la mia ricerca con i principali risultati e dati raccolti, al fine di definire delle conseguenze progettuali da poter mettere in pratica. Questo mi ha portato a considerare le opportunità di intervento del designer dal ruolo di ricercatore a quello di facilitatore, nel permettere ai teenager di co-progettare un nuovo strumento di orientamento alla scuola superiore. Dal workshop di co-design con i ragazzi di terza media sono emerse delle linee guida per la progettazione di un nuovo prodotto/servizio di orientamento alla scuola superiore in grado di facilitare la propria auto-definizione per poter giungere a quella consapevolezza di sè necessaria per un progetto di vita lontano dalla ripetizione degli stereotipi legati al genere. Queste linee guida rappresentano un punto di partenza che necessita però di ulteriori approfondimenti da parte del Service Design e in particolare del coinvolgimento futuro di tutti gli altri stakeholder.