Livorno è una città sorta intorno al proprio porto e la cultura marittima ha da sempre influenzato lo sviluppo urbanistico e produttivo. Con il tempo le relazioni tra porto e città sono profondamente mutate, le esigenze dei due comparti si sono dimostrate spesso conflittuali e oggi assistiamo alla netta separazione tra l’area portuale e il tessuto urbano. Se il porto si è adeguato alle trasformazioni del mercato e alle esigenze del ciclo trasportistico, allontanandosi sempre più dalla città, questa non è riuscita a superare l’impasse della deindustrializzazione, rimanendo immersa in un immobilismo tale che le ha impedito di rinnovarsi. La città offre poco e, infatti, è interessata prevalentemente da un turismo di passaggio, non di sosta, da parte dei numerosi turisti legati al traffico delle crociere. L’idea di ripensare Livorno, la città e il suo porto, nasce a fronte di un quadro previsionale che vede una netta crescita del mercato crocieristico; la città dovrà rendersi più attrattiva e trarre beneficio economico dall’ingente afflusso turistico. Lo sviluppo del settore crocieristico diviene il motore del processo di rigenerazione che, in linea con le proposte del nuovo Piano Regolatore Portuale, promuove la valorizzazione delle risorse esistenti, oggi trascurate, degradate o marginalizzate e si muove essenzialmente su tre ambiti: un nuovo sistema della mobilità con il potenziamento del trasporto pubblico, un nuovo sistema del verde con la realizzazione di una passeggiata urbana di accesso al waterfront e, infine, la valorizzazione del patrimonio storico, comprendente il sistema dei fossi e delle cantine e la Fortezza Vecchia, destinata a diventare il nuovo fulcro visivo e paesaggistico. Il focus progettuale si concentra sulla zona di cerniera tra terra e mare, destinata dal Piano Regolatore Portuale esclusivamente al porto passeggeri, che dovrà essere capace di ricucire la frattura tra porto e città. Livorno, che nel Settecento rappresentava la città cosmopolita per eccellenza, è chiamata a giocare la partita del rinnovamento e, riscoprendo la sua identità perduta, può tornare a essere un palcoscenico aperto al mondo, non più un semplice luogo di approdo.
Livorno. Proposte per la valorizzazione della citta' storica e del porto
MIGLIARINI, AURORA
2015/2016
Abstract
Livorno è una città sorta intorno al proprio porto e la cultura marittima ha da sempre influenzato lo sviluppo urbanistico e produttivo. Con il tempo le relazioni tra porto e città sono profondamente mutate, le esigenze dei due comparti si sono dimostrate spesso conflittuali e oggi assistiamo alla netta separazione tra l’area portuale e il tessuto urbano. Se il porto si è adeguato alle trasformazioni del mercato e alle esigenze del ciclo trasportistico, allontanandosi sempre più dalla città, questa non è riuscita a superare l’impasse della deindustrializzazione, rimanendo immersa in un immobilismo tale che le ha impedito di rinnovarsi. La città offre poco e, infatti, è interessata prevalentemente da un turismo di passaggio, non di sosta, da parte dei numerosi turisti legati al traffico delle crociere. L’idea di ripensare Livorno, la città e il suo porto, nasce a fronte di un quadro previsionale che vede una netta crescita del mercato crocieristico; la città dovrà rendersi più attrattiva e trarre beneficio economico dall’ingente afflusso turistico. Lo sviluppo del settore crocieristico diviene il motore del processo di rigenerazione che, in linea con le proposte del nuovo Piano Regolatore Portuale, promuove la valorizzazione delle risorse esistenti, oggi trascurate, degradate o marginalizzate e si muove essenzialmente su tre ambiti: un nuovo sistema della mobilità con il potenziamento del trasporto pubblico, un nuovo sistema del verde con la realizzazione di una passeggiata urbana di accesso al waterfront e, infine, la valorizzazione del patrimonio storico, comprendente il sistema dei fossi e delle cantine e la Fortezza Vecchia, destinata a diventare il nuovo fulcro visivo e paesaggistico. Il focus progettuale si concentra sulla zona di cerniera tra terra e mare, destinata dal Piano Regolatore Portuale esclusivamente al porto passeggeri, che dovrà essere capace di ricucire la frattura tra porto e città. Livorno, che nel Settecento rappresentava la città cosmopolita per eccellenza, è chiamata a giocare la partita del rinnovamento e, riscoprendo la sua identità perduta, può tornare a essere un palcoscenico aperto al mondo, non più un semplice luogo di approdo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/132299