L’esperimento progettuale affronta il tema del recupero di un frammento urbano per rigenerare il luogo. L’area d’intervento, inserita nel censimento delle aree dismesse del territorio lombardo, si colloca alle porte di Germignaga lungo la sponda del fiume Tresa. Il manufatto esistente viene riletto come un margine tra elementi del tessuto urbano e elementi del paesaggio naturale. Il territorio è fortemente connotato da segni infrastrutturali e delimitazioni naturali che danno luogo ad uno spazio intercluso. Riabitare il margine urbano e rimisurare lo spessore variabile dell’edificio, sono tra gli obiettivi primari del progetto. Anche lo spazio pubblico viene scandito da un nuovo ritmo, una regola, che permette al volume di ridialogare col contesto. Si intende integrare l’edificio nel sistema spaziale urbano ripensando lo spazio connettivo: il disegno dei nuovi legamenti rapporta il progetto agli elementi notevoli della città e del paesaggio. Percorsi pedonali lungo il fiume connettono il nuovo polo pubblico al sistema dei parchi disegnati esistenti e al nuovo recapito che ospita una piccola sede museale sulle rive del lago. L’edificio recuperato viene trattato come un diaframma che filtra tra due differenti brani di città; operazioni di scavo e sottrazione e la costruzione di un nuovo scheletro spaziale danno origine a spazi cavi, all'interno e all'esterno, intesi come luogo delle relazioni. Intenzione del progetto è creare un nuovo polo pubblico che rimetta in moto la città favorendo la socialità e dando nuovi spazi alla cultura. Si risponde inoltre alla concreta domanda alberghiera disponendo spazi per la destinazione ricettiva.

Margine fronte sponda. Progetto di riuso dell’area ex Stehli alla foce del fiume Tresa a Germignaga

ZONCO, FRANCESCA
2015/2016

Abstract

L’esperimento progettuale affronta il tema del recupero di un frammento urbano per rigenerare il luogo. L’area d’intervento, inserita nel censimento delle aree dismesse del territorio lombardo, si colloca alle porte di Germignaga lungo la sponda del fiume Tresa. Il manufatto esistente viene riletto come un margine tra elementi del tessuto urbano e elementi del paesaggio naturale. Il territorio è fortemente connotato da segni infrastrutturali e delimitazioni naturali che danno luogo ad uno spazio intercluso. Riabitare il margine urbano e rimisurare lo spessore variabile dell’edificio, sono tra gli obiettivi primari del progetto. Anche lo spazio pubblico viene scandito da un nuovo ritmo, una regola, che permette al volume di ridialogare col contesto. Si intende integrare l’edificio nel sistema spaziale urbano ripensando lo spazio connettivo: il disegno dei nuovi legamenti rapporta il progetto agli elementi notevoli della città e del paesaggio. Percorsi pedonali lungo il fiume connettono il nuovo polo pubblico al sistema dei parchi disegnati esistenti e al nuovo recapito che ospita una piccola sede museale sulle rive del lago. L’edificio recuperato viene trattato come un diaframma che filtra tra due differenti brani di città; operazioni di scavo e sottrazione e la costruzione di un nuovo scheletro spaziale danno origine a spazi cavi, all'interno e all'esterno, intesi come luogo delle relazioni. Intenzione del progetto è creare un nuovo polo pubblico che rimetta in moto la città favorendo la socialità e dando nuovi spazi alla cultura. Si risponde inoltre alla concreta domanda alberghiera disponendo spazi per la destinazione ricettiva.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/132303