La presente ricerca prende in esame la località alpina di Breuil-Cervinia e affronta il tema della sua valorizzazione attraverso lo sviluppo turistico e culturale, in un ottica realistica e pragmatica. Il progetto si concentra sull’area di partenza delle funivie, il complesso di arroccamento funiviario e l’intera area circostante, punto nevralgico per il turismo di oggi e simbolo della storia recente della valle del Cervino. La proposta progettuale propone la riqualifica dell’intera area, tramite due grandi interventi. Da un lato la costruzione di un nuovo albergo, grazie allo smaltimento della vecchia Stazione Museroche, dall’altro la sistemazione dei piazzali antistanti le funivie, tramite la progettazione di un ampio parcheggio di interscambio, scavato ed integrato nella topografia del sito. Cervinia è una località montana particolare, per molti aspetti controversa, ma sicuramente all’avanguardia e innovatrice per quanto riguarda il suo sviluppo architettonico. Fondata, per così dire, dal nulla nel 1936, ad opera di alcuni imprenditori piemontesi, diventa ben presto uno dei centri turistici invernali più rinomati , vero e proprio laboratorio turistico, architettonico ed imprenditoriale. Le sue architetture costituiscono un tassello importante all’interno del movimento moderno in Italia e partecipano all’ ampia produzione culturale del XX secolo. Il rapido sviluppo, che aveva contraddistinto il novecento con la grande stagione del turismo invernale, oggi ha subito un rallentamento. L’intero arco alpino del resto vive in una condizione precaria, in bilico tra vecchie tradizioni ed una modernità, che ha modificato abitudini e ambiente circostante. Cervinia, come altre località turistiche esplose nel secondo dopoguerra, ha conosciuto una parziale dismissione che è avanzata inesorabilmente, lasciando nel paesaggio e nella memoria rovine e edifici privi di vita. La rapida espansione edilizia, spesso incontrollata e mai veramente orientata da un piano urbanistico, ha creato diversi problemi legati alla viabilità e un generale disordine nella disposizione dei fabbricati. Il progetto si colloca in questo difficile contesto e prova a dare una risposta a due temi cruciali. Lo sfruttamento degli edifici abbandonati e il miglioramento dell’infrastruttura legata alla circolazione. Il complesso di arroccamento funiviario del Breuil è frutto di una serie di ampliamenti succedutesi nel tempo, che difficilmente dialogano tra loro. Da più di quranta anni, la prima stazione funiviaria, con albergo annesso, versa in gravissimo stato di abbandono a seguito di un incendio che ha reso la struttura inagibile. Questo scheletro di cemento e legno annerito dalle fiamme, maldestramente mascherato con un grande cartellone pubblicitario, se da un lato è un pessimo biglietto da visita per i turisti, dall’altro costituisce uno dei simboli della storia del Breuil, nonché uno dei primi edifici moderni. Dopo anni di stallo e falliti tentativi di recuperare la struttura, l’amministrazione di Valtournenche ha ceduto l’immobile , da demolire, destinando l’area alla costruzione di un nuovo albergo. Il progetto propone la riqualifica dell’intera area di accesso agli impianti di risalita e vuole conferire un nuovo volto alla conca di arrivo, che si apre verso il grande Cervino. Il principale accesso agli impianti di risalita, nonché arrivo di alcune tra le più importanti piste del comprensorio, è oggi costituito da una serie di piazzali adibiti a parcheggio a raso che costituiscono uno spettacolo desolante. Il progetto vuole ridare alla geografia il ruolo di protagonista che le spetta e liberare la conca dalla vista incessante degli automezzi. Un grande parcheggio di interscambio viene pensato e immaginato come parte della topografia, scavato tra i prati e le rocce. Un disegno unitario, costituito da percorsi, terrazze, materia geologica e materia vegetale , artificiale e naturale , ridefinisce il versante Sud della conca, che costeggia il torrente Marmore. Cambiamenti di quota e terrazzamenti nascondono al loro interno, scavato nel terreno, il grande parcheggio, che collegandosi direttamente alla partenza funiviaria , si sviluppa su tre livelli sfalsati seguendo la naturale pendenza della topografia. Leggere coperture metalliche inclinate, posate su sottili strutture lignee, emergono dal sottosuole e sottolineano la presenza di alcune funzioni aperte al pubblico, che arrichiscono la vitalià dell’intervento. La flora spontanea alpina, tenace e resistente, invade le terrazze e ne ricopre la superfici A seconda delle stagioni, l’atmosfera della conca si trasforma e i colori cambiano, dal verde al giallo, fino al bianco candido invernale. All’estremo opposto, in cima al colle Museroche, dove sorgeva la vecchia stazione, le verdi e ampie terrazze diventano veri e propri volumi scolpiti, sorti dalla pietra, su cui si poggiano, leggeri, scheletri lignei che si alzano come i larici retrostanti e ospitano, tra gli aghi e le rocce, i futuri ospiti di Breuil Cervinia.

Architetttura alpina a Cervinia. Progetto per l'area delle funivie

DARDANO, PIETRO
2015/2016

Abstract

La presente ricerca prende in esame la località alpina di Breuil-Cervinia e affronta il tema della sua valorizzazione attraverso lo sviluppo turistico e culturale, in un ottica realistica e pragmatica. Il progetto si concentra sull’area di partenza delle funivie, il complesso di arroccamento funiviario e l’intera area circostante, punto nevralgico per il turismo di oggi e simbolo della storia recente della valle del Cervino. La proposta progettuale propone la riqualifica dell’intera area, tramite due grandi interventi. Da un lato la costruzione di un nuovo albergo, grazie allo smaltimento della vecchia Stazione Museroche, dall’altro la sistemazione dei piazzali antistanti le funivie, tramite la progettazione di un ampio parcheggio di interscambio, scavato ed integrato nella topografia del sito. Cervinia è una località montana particolare, per molti aspetti controversa, ma sicuramente all’avanguardia e innovatrice per quanto riguarda il suo sviluppo architettonico. Fondata, per così dire, dal nulla nel 1936, ad opera di alcuni imprenditori piemontesi, diventa ben presto uno dei centri turistici invernali più rinomati , vero e proprio laboratorio turistico, architettonico ed imprenditoriale. Le sue architetture costituiscono un tassello importante all’interno del movimento moderno in Italia e partecipano all’ ampia produzione culturale del XX secolo. Il rapido sviluppo, che aveva contraddistinto il novecento con la grande stagione del turismo invernale, oggi ha subito un rallentamento. L’intero arco alpino del resto vive in una condizione precaria, in bilico tra vecchie tradizioni ed una modernità, che ha modificato abitudini e ambiente circostante. Cervinia, come altre località turistiche esplose nel secondo dopoguerra, ha conosciuto una parziale dismissione che è avanzata inesorabilmente, lasciando nel paesaggio e nella memoria rovine e edifici privi di vita. La rapida espansione edilizia, spesso incontrollata e mai veramente orientata da un piano urbanistico, ha creato diversi problemi legati alla viabilità e un generale disordine nella disposizione dei fabbricati. Il progetto si colloca in questo difficile contesto e prova a dare una risposta a due temi cruciali. Lo sfruttamento degli edifici abbandonati e il miglioramento dell’infrastruttura legata alla circolazione. Il complesso di arroccamento funiviario del Breuil è frutto di una serie di ampliamenti succedutesi nel tempo, che difficilmente dialogano tra loro. Da più di quranta anni, la prima stazione funiviaria, con albergo annesso, versa in gravissimo stato di abbandono a seguito di un incendio che ha reso la struttura inagibile. Questo scheletro di cemento e legno annerito dalle fiamme, maldestramente mascherato con un grande cartellone pubblicitario, se da un lato è un pessimo biglietto da visita per i turisti, dall’altro costituisce uno dei simboli della storia del Breuil, nonché uno dei primi edifici moderni. Dopo anni di stallo e falliti tentativi di recuperare la struttura, l’amministrazione di Valtournenche ha ceduto l’immobile , da demolire, destinando l’area alla costruzione di un nuovo albergo. Il progetto propone la riqualifica dell’intera area di accesso agli impianti di risalita e vuole conferire un nuovo volto alla conca di arrivo, che si apre verso il grande Cervino. Il principale accesso agli impianti di risalita, nonché arrivo di alcune tra le più importanti piste del comprensorio, è oggi costituito da una serie di piazzali adibiti a parcheggio a raso che costituiscono uno spettacolo desolante. Il progetto vuole ridare alla geografia il ruolo di protagonista che le spetta e liberare la conca dalla vista incessante degli automezzi. Un grande parcheggio di interscambio viene pensato e immaginato come parte della topografia, scavato tra i prati e le rocce. Un disegno unitario, costituito da percorsi, terrazze, materia geologica e materia vegetale , artificiale e naturale , ridefinisce il versante Sud della conca, che costeggia il torrente Marmore. Cambiamenti di quota e terrazzamenti nascondono al loro interno, scavato nel terreno, il grande parcheggio, che collegandosi direttamente alla partenza funiviaria , si sviluppa su tre livelli sfalsati seguendo la naturale pendenza della topografia. Leggere coperture metalliche inclinate, posate su sottili strutture lignee, emergono dal sottosuole e sottolineano la presenza di alcune funzioni aperte al pubblico, che arrichiscono la vitalià dell’intervento. La flora spontanea alpina, tenace e resistente, invade le terrazze e ne ricopre la superfici A seconda delle stagioni, l’atmosfera della conca si trasforma e i colori cambiano, dal verde al giallo, fino al bianco candido invernale. All’estremo opposto, in cima al colle Museroche, dove sorgeva la vecchia stazione, le verdi e ampie terrazze diventano veri e propri volumi scolpiti, sorti dalla pietra, su cui si poggiano, leggeri, scheletri lignei che si alzano come i larici retrostanti e ospitano, tra gli aghi e le rocce, i futuri ospiti di Breuil Cervinia.
VOGLIAZZO, MAURIZIO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/132353