ABSTRACT L.O.W. Lambiate Orthopedic Wire. Aggiungere alla memoria Il lavoro di tesi è cominciato con la ricerca della funzione che riuscisse a sfruttare al meglio il potenziale che il sistema dell’Ex manicomio Antonini possedeva per quanto concerne la sua posizione strategica a livello regionale e urbano e l’ampia disponibilità di edificati esistenti da rifunzionalizzare, quali la Villa Crivelli Arconati detta Pusterla. La storia ultrasecolare di quest’area affonda le sue radici in epoca napoleonica come residenza imperiale, diventando nel secondo Ottocento uno dei complessi manicomiali più vasti sul territorio nazionale. Dalla sua dismissione negli anni ottanta nessuna delle amministrazioni ha saputo intervenire a una riqualificazione, determinandone l’abbandono. Dalla lettura dei piani di governo del territorio a livello regionale e comunale si è compreso quanto fosse più interessante e sostenibile conservare la maggior parte degli edificati esistenti per il loro valore storico e tipologico, intervenendo con azioni di messa in sicurezza delle strutture portanti ove fosse necessario. Il sistema dell’Ex-Antonini è difatti ancora considerato il “fiore all’occhiello” di Limbiate nella memoria dei cittadini più anziani, che non ne permetterebbero la demolizione quanto piuttosto un progetto di riordino degli spazi aperti e la riqualificazione funzionale. Secondo le indicazioni di piano, la suddetta area d’intervento ha da destinarsi all’ambito sanitario, scolastico e culturale. Dovendo rispondere da P.G.T. alla vocazione sanitaria del luogo, ci si è palesata l’occasione di incontrare il dottor Porcellini, primario del reparto di Chirurgia della Spalla e del Gomito presso l'Ospedale Cervesi di Cattolica, esperto di cure ortopediche a livello nazionale e docente per la Loyola University di Chicago. Dall’esperienza di collaborazione con le università e le cliniche statunitensi, il dr. Porcellini ci ha manifestato il suo desiderio di realizzare un complesso ospedaliero ad ispirazione del modello d’oltreoceano, strutture dove la clinica ortopedica, gli spazi per la riabilitazione, le strutture universitarie e i laboratori di ricerca possano essere riuniti all’interno dello stesso complesso, a poca distanza uno dall’altro. Il diagramma distributivo di tali strutture vedrebbe i campi sportivi per la riabilitazione in una posizione centrale e baricentrica rispetto alle restanti, una soluzione applicabile all’area di progetto individuata. Il modello distributivo in oggetto permette infatti che le indicazioni terapeutiche suggerite dentro la clinica possano avere un immediato riscontro nell’attività sportivo-riabilitativa sul campo. La fase di progettazione degli spazi ha quindi considerato tutti questi fattori, immettendo nuove strutture intra le esistenti, generando spazi di connessione e funzioni che per dimensioni e significato non si accordavano con gli interni esistenti. Tali architetture connetrici, poste tra edificati con destinazioni d’uso differenti, servono entrambi, arrivando in alcuni casi anche a pervadere le strutture preesistenti. Partendo dalla scala urbana si è cercato di operare per la ricongiunzione del complesso al tessuto di Mombello, prolungando le direttrici della città all’interno delle mura di recinzione, riqualificando il centro sportivo e rendendolo a disposizione sia della cittadinanza che delle scuole superiori interne al complesso, ma soprattutto qualificando Villa Crivelli Arconati quale fulcro del progetto, perché elemento di connessione funzionale tra tutti e tre gli ambiti di progetto. Diventando centro culturale a livello sovracomunale, sarebbe capace di ospitare spazi mostre e vedrebbe valorizzato il suo patrimonio storico secolare. Il dislivello su cui si erge la villa e l’attuale destinazione d’uso agricola del livello inferiore ci hanno portato a una distinzione funzionale, lasciando agli istituti scolastici i loro spazi attuali, affidando parte dei campi agricoli alla comunità Bacco per il recupero dei tossico-dipendenti, e occupando il livello superiore con gli spazi della clinica. Introducendoci alla scala architettonica si è suddivisa la progettazione in due sottogruppi. Al primo è stato affidato il compito di progettare lo spazio di introduzione ai reparti della clinica ortopedica, insieme di edifici che si pongono appena oltre l’ingresso. Lo spazio interstiziale tra gli edifici esistenti e i nuovi fabbricati è un ambiente semi-pubblico di incontro e di convivenza tra pazienti, capace di ospitare la mensa, un piccolo spazio ristoro e di svago. Il secondo gruppo ha invece ideato l’innesto di una piscina e una palestra riabilitative in comune sia alla clinica fisioterapica che al laboratorio di bio-meccanica. La spina del percorso è l’elemento paradigmatico del progetto, dettato dalle necessità di connessione tra gli edifici e superamento della tipologia a padiglioni in prima analisi, d’altra parte abbiamo preferito ridare unità e forza agli edifici connettendoli piuttosto che operare frammentariamente su ciascuno. Per gli spazi esterni agli edifici del L.O.W. si è deciso di creare un sistema di aree pubbliche e verdi che possano servire da “sfogo” ed assumere funzioni terapeutiche per i pazienti ricoverati. Analogamente all’azione di connettere gli edifici, nello studio degli spazi aperti si è scelta l’acqua quale elemento di connessione tra gli elementi di progetto del verde. La continuità delle vasche d’acqua, del percorso ad esse parallelo, le lievi pendenze e le essenze terapeutiche sono tutti fattori che concorrono al benessere e alla guarigione del degente, che osservando i miglioramenti della propria condizione fisica parallelamente all’avanzare delle stagioni, riesce a non smarrire la concezione del tempo e ad apprezzarne il valore. Gli step successivi ci hanno visti impegnati nel disegno delle distribuzioni interne ai corpi architettonici e a quelle che pervadono lo spazio pubblico esterno. Ci si è dovuti confrontare in particolare modo con le normative funzionali e dimensionali proprie delle costruzioni ospedaliere e sportive, conformando gli spazi esistenti a tali esigenze. Non è però mancata l’occasione di riflettere e agire in maniera originale su quegli ambienti che meno si assoggettano a norme restrittive, quali gli spazi di connessione semi-pubblici interni e gli episodi progettuali esterni. In ultima analisi abbiamo studiato i dettagli architettonici di attacco o separazione tra i nuovi corpi architettonici e quegli esistenti.

L.O.W. Limbiate orthopedic wire. Aggiungere alla memoria

PAROLINI, SOFIA;PALAZZETTI, PIER PAOLO
2015/2016

Abstract

ABSTRACT L.O.W. Lambiate Orthopedic Wire. Aggiungere alla memoria Il lavoro di tesi è cominciato con la ricerca della funzione che riuscisse a sfruttare al meglio il potenziale che il sistema dell’Ex manicomio Antonini possedeva per quanto concerne la sua posizione strategica a livello regionale e urbano e l’ampia disponibilità di edificati esistenti da rifunzionalizzare, quali la Villa Crivelli Arconati detta Pusterla. La storia ultrasecolare di quest’area affonda le sue radici in epoca napoleonica come residenza imperiale, diventando nel secondo Ottocento uno dei complessi manicomiali più vasti sul territorio nazionale. Dalla sua dismissione negli anni ottanta nessuna delle amministrazioni ha saputo intervenire a una riqualificazione, determinandone l’abbandono. Dalla lettura dei piani di governo del territorio a livello regionale e comunale si è compreso quanto fosse più interessante e sostenibile conservare la maggior parte degli edificati esistenti per il loro valore storico e tipologico, intervenendo con azioni di messa in sicurezza delle strutture portanti ove fosse necessario. Il sistema dell’Ex-Antonini è difatti ancora considerato il “fiore all’occhiello” di Limbiate nella memoria dei cittadini più anziani, che non ne permetterebbero la demolizione quanto piuttosto un progetto di riordino degli spazi aperti e la riqualificazione funzionale. Secondo le indicazioni di piano, la suddetta area d’intervento ha da destinarsi all’ambito sanitario, scolastico e culturale. Dovendo rispondere da P.G.T. alla vocazione sanitaria del luogo, ci si è palesata l’occasione di incontrare il dottor Porcellini, primario del reparto di Chirurgia della Spalla e del Gomito presso l'Ospedale Cervesi di Cattolica, esperto di cure ortopediche a livello nazionale e docente per la Loyola University di Chicago. Dall’esperienza di collaborazione con le università e le cliniche statunitensi, il dr. Porcellini ci ha manifestato il suo desiderio di realizzare un complesso ospedaliero ad ispirazione del modello d’oltreoceano, strutture dove la clinica ortopedica, gli spazi per la riabilitazione, le strutture universitarie e i laboratori di ricerca possano essere riuniti all’interno dello stesso complesso, a poca distanza uno dall’altro. Il diagramma distributivo di tali strutture vedrebbe i campi sportivi per la riabilitazione in una posizione centrale e baricentrica rispetto alle restanti, una soluzione applicabile all’area di progetto individuata. Il modello distributivo in oggetto permette infatti che le indicazioni terapeutiche suggerite dentro la clinica possano avere un immediato riscontro nell’attività sportivo-riabilitativa sul campo. La fase di progettazione degli spazi ha quindi considerato tutti questi fattori, immettendo nuove strutture intra le esistenti, generando spazi di connessione e funzioni che per dimensioni e significato non si accordavano con gli interni esistenti. Tali architetture connetrici, poste tra edificati con destinazioni d’uso differenti, servono entrambi, arrivando in alcuni casi anche a pervadere le strutture preesistenti. Partendo dalla scala urbana si è cercato di operare per la ricongiunzione del complesso al tessuto di Mombello, prolungando le direttrici della città all’interno delle mura di recinzione, riqualificando il centro sportivo e rendendolo a disposizione sia della cittadinanza che delle scuole superiori interne al complesso, ma soprattutto qualificando Villa Crivelli Arconati quale fulcro del progetto, perché elemento di connessione funzionale tra tutti e tre gli ambiti di progetto. Diventando centro culturale a livello sovracomunale, sarebbe capace di ospitare spazi mostre e vedrebbe valorizzato il suo patrimonio storico secolare. Il dislivello su cui si erge la villa e l’attuale destinazione d’uso agricola del livello inferiore ci hanno portato a una distinzione funzionale, lasciando agli istituti scolastici i loro spazi attuali, affidando parte dei campi agricoli alla comunità Bacco per il recupero dei tossico-dipendenti, e occupando il livello superiore con gli spazi della clinica. Introducendoci alla scala architettonica si è suddivisa la progettazione in due sottogruppi. Al primo è stato affidato il compito di progettare lo spazio di introduzione ai reparti della clinica ortopedica, insieme di edifici che si pongono appena oltre l’ingresso. Lo spazio interstiziale tra gli edifici esistenti e i nuovi fabbricati è un ambiente semi-pubblico di incontro e di convivenza tra pazienti, capace di ospitare la mensa, un piccolo spazio ristoro e di svago. Il secondo gruppo ha invece ideato l’innesto di una piscina e una palestra riabilitative in comune sia alla clinica fisioterapica che al laboratorio di bio-meccanica. La spina del percorso è l’elemento paradigmatico del progetto, dettato dalle necessità di connessione tra gli edifici e superamento della tipologia a padiglioni in prima analisi, d’altra parte abbiamo preferito ridare unità e forza agli edifici connettendoli piuttosto che operare frammentariamente su ciascuno. Per gli spazi esterni agli edifici del L.O.W. si è deciso di creare un sistema di aree pubbliche e verdi che possano servire da “sfogo” ed assumere funzioni terapeutiche per i pazienti ricoverati. Analogamente all’azione di connettere gli edifici, nello studio degli spazi aperti si è scelta l’acqua quale elemento di connessione tra gli elementi di progetto del verde. La continuità delle vasche d’acqua, del percorso ad esse parallelo, le lievi pendenze e le essenze terapeutiche sono tutti fattori che concorrono al benessere e alla guarigione del degente, che osservando i miglioramenti della propria condizione fisica parallelamente all’avanzare delle stagioni, riesce a non smarrire la concezione del tempo e ad apprezzarne il valore. Gli step successivi ci hanno visti impegnati nel disegno delle distribuzioni interne ai corpi architettonici e a quelle che pervadono lo spazio pubblico esterno. Ci si è dovuti confrontare in particolare modo con le normative funzionali e dimensionali proprie delle costruzioni ospedaliere e sportive, conformando gli spazi esistenti a tali esigenze. Non è però mancata l’occasione di riflettere e agire in maniera originale su quegli ambienti che meno si assoggettano a norme restrittive, quali gli spazi di connessione semi-pubblici interni e gli episodi progettuali esterni. In ultima analisi abbiamo studiato i dettagli architettonici di attacco o separazione tra i nuovi corpi architettonici e quegli esistenti.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/132372