Arsenale verde. Riqualificazione dell'ex arsenale di Pavia

Il progetto di intervento insiste sull’area detta dell’ex Arsenale, sita in prossimità del fulcro cittadino di Pavia. Il comparto in questione si compone di edifici risalenti alla metà dell’Ottocento in accostamento ad unità di epoca successiva, il cui principio insediativo è spiegabile attraverso una mera logica funzionale, in quanto di derivazione militare: esso nasce come caserma ed officina di costruzione del genio militare, poi abbandonato di recente. Il fine ultimo dell’intervento è la connessione dei tessuti circostanti con l’area analizzata, garantendole, al contempo, un nuovo impulso che permetta l’interazione attiva e la valorizzazione dell’edificato. Propedeutici all’intervento sono il sopralluogo dell’area e dei singoli edifici, e conseguenti rilievi geometrici, materici e del degrado, base ideale per una valutazione puntuale secondo criteri di qualità architettonica, livello di degrado, opportunità di riuso e capacità di fornire valore aggiunto. Questi criteri hanno permesso di decidere gli interventi di demolizione o conservazione, nel rispetto della memoria cittadina e dell’area stessa. L’approccio progettuale è volto all’esaltazione del verde urbano, attraverso la costruzione di un muro continuo a scarpa terminante in due decisi bastioni. L’impianto planimetrico è definito dalla griglia dei percorsi che si differenziano nei loro modi di giungere al Ticino. Altro importante tema è il rapporto con l’acqua che, nel caso del Navigliaccio, dialoga in modo diretto con il costruito, in netta contrapposizione con il Ticino, il quale invece viene escluso dall’approccio diretto tramite la cesura fornita dagli alti basamenti su cui insistono i volumi edificati. Lo spazio centrale, verde, dona ordine urbano e tutti gli edifici dialogano con esso e tramite esso, quindi, lo spazio verde riconnette i tessuti. A partire dalle necessità della Provincia, si è proposto di progettare un nuovo polo agroalimentare comprensivo di università e relative residenze di tipo studentesco e a carattere temporaneo. Per quel che concerne il primo tema, si è deciso di operare all’interno del costruito, con l’inserimento di nuovi volumi autoportanti e fortemente riconoscibili in termini materici e morfologici, secondo una logica che limita gli impatti e valorizza l’ambiente preesistente, mentre, per il secondo tema si è optato per un progetto ex novo avente impianto a C, in relazione con il fiume e proiettato al pieno rispetto dei principi e degli obiettivi già esposti precedentemente.