L’area di expo, priva di funzioni dopo il termine della manifestazione universale, rappresenta un’occasione per riflettere sul tema della città contemporanea.E’ possibile descrivere l’area a due scale significative: quella dell’immediato contesto e quella che la vede come il centro di una nuova concezione territoriale della città. La lettura dell’area nella prima scala, rivela delle fragilità nell’immediato contesto, caratterizzato da un tessuto amorfo, labile, frammentato.La lettura alla scala territoriale rivela, d’altro canto, una propensione dell’area a farsi centro di un territorio il cui funzionamento si può ascrivere oggi a quello di una “città metropolitana”, corrispondente all’intero sistema urbano della pianura padana.La proposta progettuale definisce un tessuto dalle qualità cittadine che non tragga la propria forma dalle caratteristiche morfologiche, tipologiche e insediative dell’immediato contesto, quanto dalla reinterpretazione delle tracce lasciate all’interno dell’area dagli eventi che in essa si sono susseguiti, costruendo un tessuto urbano nel suo alternarsi di pause, emergenze, tracciati di diversa gerarchia, simboli e immediatezze. L’edificio, tramite i volumi e gli elementi che lo compongono, si caratterizza subito come importante elemento ordinatore del masterplan: la grande aula sospesa che supera la quota degli edifici adiacenti, introduce un salto di scala ed enfatizza il suo carattere di emergenza architettonica-urbana.L’edificio genera nella propria sezione una successione di stanze pubbliche diverse, che lo riallacciano al tessuto urbano costruitogli attorno. Questo rende l’edificio una architettura compiuta in grado di condensare in una unità di elementi città ed architettura.
La via di Expo. (Ri)progettazione dell’area di Expo Milano 2015
TURRI, MATTEO;ROMANO, DANIEL
2015/2016
Abstract
L’area di expo, priva di funzioni dopo il termine della manifestazione universale, rappresenta un’occasione per riflettere sul tema della città contemporanea.E’ possibile descrivere l’area a due scale significative: quella dell’immediato contesto e quella che la vede come il centro di una nuova concezione territoriale della città. La lettura dell’area nella prima scala, rivela delle fragilità nell’immediato contesto, caratterizzato da un tessuto amorfo, labile, frammentato.La lettura alla scala territoriale rivela, d’altro canto, una propensione dell’area a farsi centro di un territorio il cui funzionamento si può ascrivere oggi a quello di una “città metropolitana”, corrispondente all’intero sistema urbano della pianura padana.La proposta progettuale definisce un tessuto dalle qualità cittadine che non tragga la propria forma dalle caratteristiche morfologiche, tipologiche e insediative dell’immediato contesto, quanto dalla reinterpretazione delle tracce lasciate all’interno dell’area dagli eventi che in essa si sono susseguiti, costruendo un tessuto urbano nel suo alternarsi di pause, emergenze, tracciati di diversa gerarchia, simboli e immediatezze. L’edificio, tramite i volumi e gli elementi che lo compongono, si caratterizza subito come importante elemento ordinatore del masterplan: la grande aula sospesa che supera la quota degli edifici adiacenti, introduce un salto di scala ed enfatizza il suo carattere di emergenza architettonica-urbana.L’edificio genera nella propria sezione una successione di stanze pubbliche diverse, che lo riallacciano al tessuto urbano costruitogli attorno. Questo rende l’edificio una architettura compiuta in grado di condensare in una unità di elementi città ed architettura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/132390