“Is Montecristo a dream or reality?”. This is how the literary-historical report written by don Gaetano Chierici begins, who went to the island of Montecristo in 1875. Thirty years had passed since the pubblication of Alexander Dumas’ “Le Comte de Monte-Cristo” in 1844, which had an enormous success all over the cultural world, revealing an island known only by a few. The novel tells Edmondo Dantès’ exciting story who, wrongly convicted and imprisoned, takes revenge against the enemies thanks to the treasure kept secret by abbot Faria, which he met in prison, and other monks on the island of Montecristo. Dumas got inspiration for this novel from the legends about the island and its treasure, kept by the monks in the monastery of St. Maximilian, and from this moment Montecristo became famous all over the world as the treasure island, despite its long history of religious centre.
Did monks really keep a fantastic treasure? The church and the convent of Montecristo reached the height in the 13th century, because of donations of lands, convents and holdings given by lords of Tuscany, Sardinia and Corsica to the monks of the island.
The treasure was probably stolen by Saracen incursions, that plundered the monastery headed by Dragut in 1553, but Saracen pirates couldn’t plunder another treasure: the church of St. Maximilian, the convent and the Christian roots enclosed in the architecture. Today, of the original complex, there are only the church, which has also preserved the coverage, and part of the walls that surround it, but everything lies in a state of complete abandonment. Subject of this thesis is the desire to give new life to the monastery of Montecristo, returning it to the monks who finally abandoned in 1553, then return to the island his treasure. Thanks to a thorough study of the Benedictine monastic order type, original order of the monastery, and the Camaldolese order instituted in 1232, I have identified a clear design logic. The monastery as well as accommodate a small community of monks, will host a guesthouse for the guests of the monastery. The revival of the monastery of Montecristo aims to tell itself through a new form and a new architecture in order to recover the historical and cultural value almost lost.

“Montecristo è realtà o sogno?”. Inizia così il resoconto storico letterario di don Gaetano Chierici che si recò all’isola di Montecristo nel 1875. Erano trascorsi trent’anni dalla pubblicazione nel 1844 del romanzo “Le Comte de Monte-Cristo” di Alexandre Dumas, che aveva riscontrato enorme successo in tutto il mondo culturale portando alla luce un’isola conosciuta da pochi. Il romanzo racconta l’appassionante vicenda di Edmondo Dantès che, ingiustamente condannato e imprigionato, riesce a vendicarsi dei suoi nemici grazie al tesoro che l’abate Faria, incontrato in prigione, e altri monaci avevano nascosto sull’isola di Montecristo. Dumas prese ispirazione per questo romanzo dalle leggende che aleggiavano intorno all’isola e al suo tesoro, custodito dai monaci presso il monastero di San Mamiliano, e da qui Montecristo, più che come isola dove si svolse una lunghissima storia di vita religiosa, divenne famosa in tutto il mondo come isola del tesoro. I monaci custodivano davvero un favoloso tesoro? La chiesa e il convento di Montecristo raggiunsero un periodo di massimo splendore e ricchezza nel XIII secolo legato al fatto che molti signori della Toscana, della Sardegna e soprattutto della Corsica fecero donazioni di terre, conventi e possedimenti vari, ai monaci dell’isola. Il tesoro fu probabilmente depredato dalle incursioni dei Saraceni che con Dragut saccheggiarono il monastero nel 1553, ma ciò che i pirati saraceni non poterono depredare fu un altro tesoro: la chiesa di San Mamiliano con il convento e le radici cristiane che il complesso architettonico racchiude. Oggi, dell’originario complesso, non rimangono che la chiesa, della quale si è conservata anche la copertura, e parte delle mura che la circondano, ma tutto giace in stato di completo abbandono. Oggetto di questa tesi è la volontà di dare nuova vita al monastero di Montecristo, riconsegnandolo ai monaci che lo abbandonarono definitivamente nel 1553, quindi restituire all’isola il suo tesoro. Grazie ad un approfondito studio sulla tipologia monastica dell’ordine benedettino, ordine di origine del monastero, e di quello camaldolese, ordine istituito nel 1232, ho individuato una logica progettuale chiara. Il monastero oltre ad accogliere una piccola comunità di monaci, ospiterà una foresteria a servizio degli ospiti del monastero. La rinascita del monastero di Montecristo ha lo scopo di raccontare se stesso attraverso una nuova forma e una nuova architettura in modo tale da recuperare il valore storico e culturale quasi perso.

Montecristo. Lo strano caso del Monastero di San Mamiliano

SAVOLDELLI, BARBARA
2015/2016

Abstract

“Is Montecristo a dream or reality?”. This is how the literary-historical report written by don Gaetano Chierici begins, who went to the island of Montecristo in 1875. Thirty years had passed since the pubblication of Alexander Dumas’ “Le Comte de Monte-Cristo” in 1844, which had an enormous success all over the cultural world, revealing an island known only by a few. The novel tells Edmondo Dantès’ exciting story who, wrongly convicted and imprisoned, takes revenge against the enemies thanks to the treasure kept secret by abbot Faria, which he met in prison, and other monks on the island of Montecristo. Dumas got inspiration for this novel from the legends about the island and its treasure, kept by the monks in the monastery of St. Maximilian, and from this moment Montecristo became famous all over the world as the treasure island, despite its long history of religious centre.
Did monks really keep a fantastic treasure? The church and the convent of Montecristo reached the height in the 13th century, because of donations of lands, convents and holdings given by lords of Tuscany, Sardinia and Corsica to the monks of the island.
The treasure was probably stolen by Saracen incursions, that plundered the monastery headed by Dragut in 1553, but Saracen pirates couldn’t plunder another treasure: the church of St. Maximilian, the convent and the Christian roots enclosed in the architecture. Today, of the original complex, there are only the church, which has also preserved the coverage, and part of the walls that surround it, but everything lies in a state of complete abandonment. Subject of this thesis is the desire to give new life to the monastery of Montecristo, returning it to the monks who finally abandoned in 1553, then return to the island his treasure. Thanks to a thorough study of the Benedictine monastic order type, original order of the monastery, and the Camaldolese order instituted in 1232, I have identified a clear design logic. The monastery as well as accommodate a small community of monks, will host a guesthouse for the guests of the monastery. The revival of the monastery of Montecristo aims to tell itself through a new form and a new architecture in order to recover the historical and cultural value almost lost.
CONFORTI, PAOLO
MARTINELLI, CAROLINA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2016
2015/2016
“Montecristo è realtà o sogno?”. Inizia così il resoconto storico letterario di don Gaetano Chierici che si recò all’isola di Montecristo nel 1875. Erano trascorsi trent’anni dalla pubblicazione nel 1844 del romanzo “Le Comte de Monte-Cristo” di Alexandre Dumas, che aveva riscontrato enorme successo in tutto il mondo culturale portando alla luce un’isola conosciuta da pochi. Il romanzo racconta l’appassionante vicenda di Edmondo Dantès che, ingiustamente condannato e imprigionato, riesce a vendicarsi dei suoi nemici grazie al tesoro che l’abate Faria, incontrato in prigione, e altri monaci avevano nascosto sull’isola di Montecristo. Dumas prese ispirazione per questo romanzo dalle leggende che aleggiavano intorno all’isola e al suo tesoro, custodito dai monaci presso il monastero di San Mamiliano, e da qui Montecristo, più che come isola dove si svolse una lunghissima storia di vita religiosa, divenne famosa in tutto il mondo come isola del tesoro. I monaci custodivano davvero un favoloso tesoro? La chiesa e il convento di Montecristo raggiunsero un periodo di massimo splendore e ricchezza nel XIII secolo legato al fatto che molti signori della Toscana, della Sardegna e soprattutto della Corsica fecero donazioni di terre, conventi e possedimenti vari, ai monaci dell’isola. Il tesoro fu probabilmente depredato dalle incursioni dei Saraceni che con Dragut saccheggiarono il monastero nel 1553, ma ciò che i pirati saraceni non poterono depredare fu un altro tesoro: la chiesa di San Mamiliano con il convento e le radici cristiane che il complesso architettonico racchiude. Oggi, dell’originario complesso, non rimangono che la chiesa, della quale si è conservata anche la copertura, e parte delle mura che la circondano, ma tutto giace in stato di completo abbandono. Oggetto di questa tesi è la volontà di dare nuova vita al monastero di Montecristo, riconsegnandolo ai monaci che lo abbandonarono definitivamente nel 1553, quindi restituire all’isola il suo tesoro. Grazie ad un approfondito studio sulla tipologia monastica dell’ordine benedettino, ordine di origine del monastero, e di quello camaldolese, ordine istituito nel 1232, ho individuato una logica progettuale chiara. Il monastero oltre ad accogliere una piccola comunità di monaci, ospiterà una foresteria a servizio degli ospiti del monastero. La rinascita del monastero di Montecristo ha lo scopo di raccontare se stesso attraverso una nuova forma e una nuova architettura in modo tale da recuperare il valore storico e culturale quasi perso.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/132422