Il Monte Baldo è una figura che si scopre e conosce lentamente, è una montagna che si svela per gradi: salendo a partire dal lago offre a chi lo vive sequenze di paesaggi, vedute, scenari che solo l'ascesa a partire dalle sue pendici più basse con il ritmo lento e antico della camminata permette di vivere e cogliere appieno. Questa la percezione che ha portato a sviluppare un progetto che si propone come strategia per promuovere sentieri baldensi preesistenti, caratterizzati da un forte dislivello e che attraversano sequenze uniche di paesaggi ben raccontando la varietà baldense, oggi poco praticati poiché la maggior parte dell'utenza utilizza la funivia per arrivare sulla cima del Baldo. Due interventi progettuali coincidono con le stazioni della Funivia per una precisa scelta di intervenire dove è già stato costruito in precedenza, lavorando sulla suggestione poetica delle grandi opere dell'uomo nell'ambiente naturale, in particolare affrontando il tema dell'attacco a terra. Questi progetti cercano di armonizzare l'impatto degli impianti di risalita e dei servizi connessi, tentando di risolvere problemi funzionali e di arricchire il territorio con attività non ancora presenti. Gli altri due interventi hanno l'intento di valorizzare le naturali caratteristiche del Monte Baldo. Il primo si trova in località Co' di Piombi, un belvedere naturale in mezzo alla pineta: attraverso un dispositivo spaziale dato da una sequenza di setti, il progetto rende visibile sin dal sentiero la presenza del belvedere e lo amplifica con una terrazza panoramica a sbalzo in acciaio agganciata allo strapiombo naturale, che permette allo sguardo di estendersi all'intero lago. Il secondo intervento, sito in località Prai, pone l'accento sulla straordinaria varietà biologica di questo territorio: nei rari luoghi in cui la vegetazione può crescere spontaneamente, si manifestano molteplici specie botaniche in aree molto ristrette. Realizzando questi rifugi della biodiversità, collocati in spazi abbandonati preesistenti, creiamo le condizioni per cui la natura possa evolvere spontaneamente. Un progetto in cui la vera forza non è il gesto ma la natura stessa, a cui diamo spazio con i luoghi del non-intervento.

Tra lago e cielo : l’ascesa al Monte Baldo

VANOLI, CRISTINA;MARINI, LUDOVICA;NICOLETTI, DANIELE
2015/2016

Abstract

Il Monte Baldo è una figura che si scopre e conosce lentamente, è una montagna che si svela per gradi: salendo a partire dal lago offre a chi lo vive sequenze di paesaggi, vedute, scenari che solo l'ascesa a partire dalle sue pendici più basse con il ritmo lento e antico della camminata permette di vivere e cogliere appieno. Questa la percezione che ha portato a sviluppare un progetto che si propone come strategia per promuovere sentieri baldensi preesistenti, caratterizzati da un forte dislivello e che attraversano sequenze uniche di paesaggi ben raccontando la varietà baldense, oggi poco praticati poiché la maggior parte dell'utenza utilizza la funivia per arrivare sulla cima del Baldo. Due interventi progettuali coincidono con le stazioni della Funivia per una precisa scelta di intervenire dove è già stato costruito in precedenza, lavorando sulla suggestione poetica delle grandi opere dell'uomo nell'ambiente naturale, in particolare affrontando il tema dell'attacco a terra. Questi progetti cercano di armonizzare l'impatto degli impianti di risalita e dei servizi connessi, tentando di risolvere problemi funzionali e di arricchire il territorio con attività non ancora presenti. Gli altri due interventi hanno l'intento di valorizzare le naturali caratteristiche del Monte Baldo. Il primo si trova in località Co' di Piombi, un belvedere naturale in mezzo alla pineta: attraverso un dispositivo spaziale dato da una sequenza di setti, il progetto rende visibile sin dal sentiero la presenza del belvedere e lo amplifica con una terrazza panoramica a sbalzo in acciaio agganciata allo strapiombo naturale, che permette allo sguardo di estendersi all'intero lago. Il secondo intervento, sito in località Prai, pone l'accento sulla straordinaria varietà biologica di questo territorio: nei rari luoghi in cui la vegetazione può crescere spontaneamente, si manifestano molteplici specie botaniche in aree molto ristrette. Realizzando questi rifugi della biodiversità, collocati in spazi abbandonati preesistenti, creiamo le condizioni per cui la natura possa evolvere spontaneamente. Un progetto in cui la vera forza non è il gesto ma la natura stessa, a cui diamo spazio con i luoghi del non-intervento.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/132429