La pista olimpica di bob si presenta oggi come un lungo dragone in calcestruzzo addormentato sulle pendici settentrionali del Monte Trebevic e rivolto verso la città di Sarajevo. Essa rappresenta nella sua tragica e cruda presenza la storia recente che ha coinvolto Sarajevo e ne diviene scrittura e testimonianza. Sulle pendici del Monte Trebevic, definite dal fiume Miljacka, si è sviluppata storicamente la città e le sue mahale rivolte verso il centro storico della Bascarsija. Esso è da sempre stato luogo sacro per gli abitanti che in tempi lontani lo venerarono e sulle cui sommità si effettuarono riti pagani. Nell’ultimo secolo il Trebevic è stato osservatore ma anche protagonista della storia della città. Nel periodo Austro-ungarico data la sua vicinanza con la città fu utilizzato nella conquista della città per dispiegare l’esercito e in seguito durante l’annessione della Bosnia fu valorizzato ed entrò nell’immaginario comune come vero e proprio parco ricreattivo con l’inizio della costruzione delle prime baite di montagna e dello sviluppo del culto della natura. Inoltre vista la conformazione geografica fu luogo di costruzione di più fortezze in pietra in punti strategici legati al controllo del territorio. Nel periodo della Jugoslavia esso diviene oramai parte della città e si ha un vero e proprio culto perchè ogni sarajevese vi passò i week-end. Ciò fu possibile grazie alla costruzione della funivia in prossimità del centro storico e alla costruzione di un offerta turistica legata alle attività di montagna. Ma un avvenimento lo rese ancora più importante e fù la costruzione e il posizionamento della pista di bob e slittino per i XIV Giochi Olimpici Invernali. Solo il periodo dell’assedio di Sarajevo, dal 1992 al 1995, cambiò il modo di vedere il Trebevic perchè esso fu la postazione dell’esercito di agressione che dalle sue sommità trucidò e distrusse la città, i suoi abitanti e lo spirito di Sarajevo. Questi luoghi si trovarono lungo il confine dell’assedio e furono teatro di numerose battaglie e bombardamenti tra i due eserciti ed è per questo motivo che viene ricoperto di mine antiuomo. Il periodo dal dopo guerra ad oggi è caratterizzato da due fasi principali che sono da una parte l’abbandono di queste aree e solo in seguito il loro sminamento. Mentre negli ultimi anni tutto il territorio sta avendo un nuovo sviluppo contemporaneo (ricostruzione della funivia e costruzione del ristorante annesso sul Vidikovac, ampliamento e ripristino dell’area di Brus, del Napretkov Dom, dell’Hotel Pino e il parco ricreativo Sunnyland) e varie organizazzioni si son occupate della sistemazione e pulizia superficiale della pista negli ultimi due anni. Il progetto di tesi vuole porre l’attenzione su una potenzialità che l’area esprime. Tutta questa area risulta come un grande palinsesto che racchiude la storia moderna di Sarajevo. Da ciò si vuole evidenziare una lettura delle modificazioni del paesaggio naturale e antropizzato, sui segni che la storia ha tracciato che non sempre risultano evidenti e di chiara lettura. Questi segni che son comprensibili dopo un attenta lettura da più punti di vista sono oggetto del progetto di tesi e della sua elaborazione architettonica. Non si vuole museificare l’area ma rendere comprensibile questo grande palinsesto architettonico, culturale e paesaggistico.

ZOI84. Memoriale dell’assedio di Sarajevo, lungo le rovine della pista olimpica di bob

DEDIC, MIRALEM
2015/2016

Abstract

La pista olimpica di bob si presenta oggi come un lungo dragone in calcestruzzo addormentato sulle pendici settentrionali del Monte Trebevic e rivolto verso la città di Sarajevo. Essa rappresenta nella sua tragica e cruda presenza la storia recente che ha coinvolto Sarajevo e ne diviene scrittura e testimonianza. Sulle pendici del Monte Trebevic, definite dal fiume Miljacka, si è sviluppata storicamente la città e le sue mahale rivolte verso il centro storico della Bascarsija. Esso è da sempre stato luogo sacro per gli abitanti che in tempi lontani lo venerarono e sulle cui sommità si effettuarono riti pagani. Nell’ultimo secolo il Trebevic è stato osservatore ma anche protagonista della storia della città. Nel periodo Austro-ungarico data la sua vicinanza con la città fu utilizzato nella conquista della città per dispiegare l’esercito e in seguito durante l’annessione della Bosnia fu valorizzato ed entrò nell’immaginario comune come vero e proprio parco ricreattivo con l’inizio della costruzione delle prime baite di montagna e dello sviluppo del culto della natura. Inoltre vista la conformazione geografica fu luogo di costruzione di più fortezze in pietra in punti strategici legati al controllo del territorio. Nel periodo della Jugoslavia esso diviene oramai parte della città e si ha un vero e proprio culto perchè ogni sarajevese vi passò i week-end. Ciò fu possibile grazie alla costruzione della funivia in prossimità del centro storico e alla costruzione di un offerta turistica legata alle attività di montagna. Ma un avvenimento lo rese ancora più importante e fù la costruzione e il posizionamento della pista di bob e slittino per i XIV Giochi Olimpici Invernali. Solo il periodo dell’assedio di Sarajevo, dal 1992 al 1995, cambiò il modo di vedere il Trebevic perchè esso fu la postazione dell’esercito di agressione che dalle sue sommità trucidò e distrusse la città, i suoi abitanti e lo spirito di Sarajevo. Questi luoghi si trovarono lungo il confine dell’assedio e furono teatro di numerose battaglie e bombardamenti tra i due eserciti ed è per questo motivo che viene ricoperto di mine antiuomo. Il periodo dal dopo guerra ad oggi è caratterizzato da due fasi principali che sono da una parte l’abbandono di queste aree e solo in seguito il loro sminamento. Mentre negli ultimi anni tutto il territorio sta avendo un nuovo sviluppo contemporaneo (ricostruzione della funivia e costruzione del ristorante annesso sul Vidikovac, ampliamento e ripristino dell’area di Brus, del Napretkov Dom, dell’Hotel Pino e il parco ricreativo Sunnyland) e varie organizazzioni si son occupate della sistemazione e pulizia superficiale della pista negli ultimi due anni. Il progetto di tesi vuole porre l’attenzione su una potenzialità che l’area esprime. Tutta questa area risulta come un grande palinsesto che racchiude la storia moderna di Sarajevo. Da ciò si vuole evidenziare una lettura delle modificazioni del paesaggio naturale e antropizzato, sui segni che la storia ha tracciato che non sempre risultano evidenti e di chiara lettura. Questi segni che son comprensibili dopo un attenta lettura da più punti di vista sono oggetto del progetto di tesi e della sua elaborazione architettonica. Non si vuole museificare l’area ma rendere comprensibile questo grande palinsesto architettonico, culturale e paesaggistico.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2016
2015/2016
Tesi di laurea Magistrale
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