Dergano e Bovisa, quartieri della periferia milanese, stanno attraversando, in questi ultimi anni, una profonda trasformazione sociale ed economica. Il passato di questi quartieri racconta storie che sono molto diverse da quelle di oggi. Ma c’è una cosa che è rimasta invariata: un forte senso di appartenenza da parte degli abitanti e una voglia di identità che, però, stenta a venir fuori. Questa tesi vuole porre l’attenzione sull’identità invisibile che si annida nelle persone e nei luoghi di questi quartieri, ma di cui gli abitanti non si rendono conto. Essere consapevoli della propria identità, in fondo, rende unici e distinti, ma soprattutto permette di gestire con facilità i cambiamenti che arrivano nel tempo. Questo progetto nasce da una riflessione su una strategia transmediale messa in piedi durante il laboratorio di Sintesi Finale, un progetto conclusosi con più domande che risposte, i cui obiettivi rimanevano insoluti. Uno dei problemi riscontrati è la complessità del mondo narrativo, che, se non comunicato nel modo giusto, non era comprensibile. L’occasione del progetto di tesi ci ha portato a riprendere in mano ciò che era stato fatto e identificare i punti deboli per sfruttarli pensando a una nuova strategia. Siamo partiti dal porci due domande fondamentali, dalle quali è poi scaturita la successiva ricerca e il progetto. Come possiamo fare in modo che il pubblico comprenda la connotazione che sta dietro il nostro mondo narrativo e vi si affezioni? Che strumenti possiamo dare agli abitanti di Dergano e Bovisa affinché possano riappropriarsi del loro territorio? Partendo da queste domande abbiamo ripreso in mano il progetto allo stato dell’arte ricavandone un debrief che ha permesso di mettere in evidenza i punti deboli e capire cosa potesse essere migliorato e cosa bisognava del tutto. Il debrief ci ha portato a riconsiderare, come prima cosa, il target di riferimento, rivelatosi inadeguato ai fini degli obiettivi di comunicazione. La scelta del nuovo target è ricaduta su una parte sensibile della comunità che fin da subito si era rivelata collaborativa e particolarmente sensibile a tematiche come la narrazione, ovvero le mamme e di conseguenza i loro bambini. Il nuovo target ha portato a una nuova strategia di comunicazione che racconta il mondo narrativo su due livelli, uno è quello della narrazione fiabesca per bambini che ha come sfondo i luoghi del quartiere, l’altro è quello del percorso a tappe che potrebbe portare le mamme alla scoperta di questi luoghi. Il risultato sarà il medesimo, ovvero l’opportunità di vedere il quartiere con occhi diversi e sentire, di conseguenza, un maggiore senso di appartenenza. Vogliamo dare nuovi occhi alla gente di Bovisa e Dergano e portarli a considerare proprio anche lo spazio fuori casa, uno spazio che esonda e si espande in tutto il quartiere. Il nostro progetto è rivolto a una comunità in cui abbiamo riscontrato, durante la fase di ricerca, una forte voglia di partecipazione e numerose testimonianze di innovazione sociale. Per questo motivo non ci siamo limitati a creare qualcosa che funzionasse, ma abbiamo voluto fare in modo che di questo progetto, qualora fosse realizzato, rimanesse traccia. Un progetto fatto per una comunità deve essere restituito alla comunità stessa, in modo tale che possa essere ri-elaborato, re-interpretato e fatto proprio, nell’ottica della costruzione di un’identità territoriale. Il nostro progetto di tesi vuole porre l’attenzione su questa identità invisibile che si annida ovunque, nelle persone e nei luoghi di questi quartieri, ma di cui gli abitanti non si rendono conto. Essere consapevoli della propria identità, in fondo, rende unici e distinti, ma soprattutto permette di gestire con facilità i cambiamenti che arrivano nel tempo. Il tentativo di dare risposta a questi bisogni ha dato vita a una narrazione transmediale, scaturita da un mondo narrativo che ha come chiave di lettura l’allegorìa. Per restituire l’identità perduta ci siamo serviti di una strategia che ha come target principale i bambini del quartiere e le loro mamme. Chi meglio di un bambino riesce a spingersi oltre il visibile e a prendere in considerazione cose che gli adulti ignorano? Attraverso uno strumento educativo come la narrazione, ci rivolgiamo ai piccoli, da sempre ghiotti di storie, e gli mostriamo un quartiere fiabesco, così ricco di tesori nascosti da trascinare con sè anche le mamme. La strategia transmediale permette di fruire il mondo narrativo su due livelli, uno è quello della narrazione fiabesca per bambini che ha come sfondo i luoghi del quartiere, l’altro è quello del percorso a tappe che porterà le mamme ad andare alla scoperta di questi luoghi. Il risultato sarà il medesimo, ovvero l’opportunità di vedere i luoghi in cui abitano con occhi diversi e sentire, di conseguenza, un maggiore senso di appartenenza. Vogliamo dare nuovi occhi alla gente di Bovisa e Dergano e portarli a considerare proprio anche lo spazio fuori casa, uno spazio che esonda e si espande in tutto il quartiere. Il nostro progetto è rivolto a una comunità in cui abbiamo riscontrato, durante la fase di ricerca, una forte voglia di partecipazione e numerose testimonianze di innovazione sociale. Per questo motivo non ci siamo limitati a creare qualcosa che funzionasse, ma abbiamo voluto fare in modo che di questo progetto, qualora fosse realizzato, rimanesse traccia. Un progetto fatto per una comunità deve essere restituito alla comunità stessa, in modo tale che possa essere ri-elaborato, re-interpretato e fatto proprio, nell’ottica della costruzione di un’identità territoriale.
Allegoria. Un progetto transmediale per la valorizzazione dei quartieri di Dergano e Bovisa
RANZINI PALLAVICINI, LIVIA;RADOSTA, ALESSANDRA
2015/2016
Abstract
Dergano e Bovisa, quartieri della periferia milanese, stanno attraversando, in questi ultimi anni, una profonda trasformazione sociale ed economica. Il passato di questi quartieri racconta storie che sono molto diverse da quelle di oggi. Ma c’è una cosa che è rimasta invariata: un forte senso di appartenenza da parte degli abitanti e una voglia di identità che, però, stenta a venir fuori. Questa tesi vuole porre l’attenzione sull’identità invisibile che si annida nelle persone e nei luoghi di questi quartieri, ma di cui gli abitanti non si rendono conto. Essere consapevoli della propria identità, in fondo, rende unici e distinti, ma soprattutto permette di gestire con facilità i cambiamenti che arrivano nel tempo. Questo progetto nasce da una riflessione su una strategia transmediale messa in piedi durante il laboratorio di Sintesi Finale, un progetto conclusosi con più domande che risposte, i cui obiettivi rimanevano insoluti. Uno dei problemi riscontrati è la complessità del mondo narrativo, che, se non comunicato nel modo giusto, non era comprensibile. L’occasione del progetto di tesi ci ha portato a riprendere in mano ciò che era stato fatto e identificare i punti deboli per sfruttarli pensando a una nuova strategia. Siamo partiti dal porci due domande fondamentali, dalle quali è poi scaturita la successiva ricerca e il progetto. Come possiamo fare in modo che il pubblico comprenda la connotazione che sta dietro il nostro mondo narrativo e vi si affezioni? Che strumenti possiamo dare agli abitanti di Dergano e Bovisa affinché possano riappropriarsi del loro territorio? Partendo da queste domande abbiamo ripreso in mano il progetto allo stato dell’arte ricavandone un debrief che ha permesso di mettere in evidenza i punti deboli e capire cosa potesse essere migliorato e cosa bisognava del tutto. Il debrief ci ha portato a riconsiderare, come prima cosa, il target di riferimento, rivelatosi inadeguato ai fini degli obiettivi di comunicazione. La scelta del nuovo target è ricaduta su una parte sensibile della comunità che fin da subito si era rivelata collaborativa e particolarmente sensibile a tematiche come la narrazione, ovvero le mamme e di conseguenza i loro bambini. Il nuovo target ha portato a una nuova strategia di comunicazione che racconta il mondo narrativo su due livelli, uno è quello della narrazione fiabesca per bambini che ha come sfondo i luoghi del quartiere, l’altro è quello del percorso a tappe che potrebbe portare le mamme alla scoperta di questi luoghi. Il risultato sarà il medesimo, ovvero l’opportunità di vedere il quartiere con occhi diversi e sentire, di conseguenza, un maggiore senso di appartenenza. Vogliamo dare nuovi occhi alla gente di Bovisa e Dergano e portarli a considerare proprio anche lo spazio fuori casa, uno spazio che esonda e si espande in tutto il quartiere. Il nostro progetto è rivolto a una comunità in cui abbiamo riscontrato, durante la fase di ricerca, una forte voglia di partecipazione e numerose testimonianze di innovazione sociale. Per questo motivo non ci siamo limitati a creare qualcosa che funzionasse, ma abbiamo voluto fare in modo che di questo progetto, qualora fosse realizzato, rimanesse traccia. Un progetto fatto per una comunità deve essere restituito alla comunità stessa, in modo tale che possa essere ri-elaborato, re-interpretato e fatto proprio, nell’ottica della costruzione di un’identità territoriale. Il nostro progetto di tesi vuole porre l’attenzione su questa identità invisibile che si annida ovunque, nelle persone e nei luoghi di questi quartieri, ma di cui gli abitanti non si rendono conto. Essere consapevoli della propria identità, in fondo, rende unici e distinti, ma soprattutto permette di gestire con facilità i cambiamenti che arrivano nel tempo. Il tentativo di dare risposta a questi bisogni ha dato vita a una narrazione transmediale, scaturita da un mondo narrativo che ha come chiave di lettura l’allegorìa. Per restituire l’identità perduta ci siamo serviti di una strategia che ha come target principale i bambini del quartiere e le loro mamme. Chi meglio di un bambino riesce a spingersi oltre il visibile e a prendere in considerazione cose che gli adulti ignorano? Attraverso uno strumento educativo come la narrazione, ci rivolgiamo ai piccoli, da sempre ghiotti di storie, e gli mostriamo un quartiere fiabesco, così ricco di tesori nascosti da trascinare con sè anche le mamme. La strategia transmediale permette di fruire il mondo narrativo su due livelli, uno è quello della narrazione fiabesca per bambini che ha come sfondo i luoghi del quartiere, l’altro è quello del percorso a tappe che porterà le mamme ad andare alla scoperta di questi luoghi. Il risultato sarà il medesimo, ovvero l’opportunità di vedere i luoghi in cui abitano con occhi diversi e sentire, di conseguenza, un maggiore senso di appartenenza. Vogliamo dare nuovi occhi alla gente di Bovisa e Dergano e portarli a considerare proprio anche lo spazio fuori casa, uno spazio che esonda e si espande in tutto il quartiere. Il nostro progetto è rivolto a una comunità in cui abbiamo riscontrato, durante la fase di ricerca, una forte voglia di partecipazione e numerose testimonianze di innovazione sociale. Per questo motivo non ci siamo limitati a creare qualcosa che funzionasse, ma abbiamo voluto fare in modo che di questo progetto, qualora fosse realizzato, rimanesse traccia. Un progetto fatto per una comunità deve essere restituito alla comunità stessa, in modo tale che possa essere ri-elaborato, re-interpretato e fatto proprio, nell’ottica della costruzione di un’identità territoriale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2016_12_Radosta_RanziniPallavicini_01.pdf
non accessibile
Descrizione: Testo della tesi
Dimensione
59.38 MB
Formato
Adobe PDF
|
59.38 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
2016_12_Radosta_RanziniPallavicini_02.pdf
non accessibile
Descrizione: Testo della tesi 2
Dimensione
3.66 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.66 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
2016_12_Radosta_RanziniPallavicini_03.pdf
non accessibile
Descrizione: Testo della tesi 3
Dimensione
3.34 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.34 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/10589/132484